ENNA – Al carcere di Enna la droga cadeva dal cielo, sotto forma di sacchettini sganciati dai droni, contenenti pure dei micro-telefonini destinati ai detenuti. O consegnati direttamente alle finestre delle celle. Ora la Squadra mobile, in collaborazione con il nucleo investigativo regionale e al reparto di Enna della Polizia penitenziaria, ha arrestato 13 persone coinvolte in quei “voli”.
Alcuni indagati avrebbero fatto lo stesso al carcere di Caltagirone. O avrebbero ceduto droga in carcere ad Augusta e all’Ucciardone di Palermo. Inoltre ci avrebbero provato pure al Pagliarelli, ma fallendo perché il drone fece cilecca. Altri due indagati sono, o erano all’epoca, minorenni.
Le misure del Gip
Le altre persone sottoposte alla custodia cautelare in carcere, ai domiciliari o al mero obbligo di dimora, a vario titolo, sono i catanesi Filippo Boccaccini di 49 anni, Manuela Finocchiaro di 37, Salvatore Agatino Famà di 22, Alessio Marino di 28, Michele Miraglia di 19, Luca Aurora di 31, Orazio Fuselli di 40 e Vito Licandro di 42.
Ci sono poi i siracusani Sharon Genovese di 27 anni e Vincenzo Aloschi di 29; e il lentinese Giordano Palermo di 31 anni. Tutti gli episodi, a Enna come altrove, sarebbero avvenuti tra l’estate e l’autunno dell’anno scorso.
Lo spunto investigativo a Catania
Le indagini, coordinate dall’ufficio requirente ennese, diretto dal procuratore Stefania Leonte, si sono concentrate su Catania. Sei degli arrestati erano già detenuti in altri penitenziari dell’Isola, della Calabria e della Toscana.
A presentare gli arresti, oltre al procuratore, questa mattina nell’auditorium Falcone e Borsellino della Procura c’era, oltre al procuratore Leonte, il procuratore minorile Rocco Cosentino, il questore di Enna Salvatore Fazzino, il dirigente della Squadra mobile Elena Barreca, il comandante di reparto della polizia penitenziaria di Enna, Marco Pulejo. E il comandante di reparto del nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria Gaetano Stella.
Lo spunto investigativo è partito proprio da un gruppo di soggetti, perlopiù catanesi, che sarebbero riusciti a consegnare telefonini dentro il carcere, servendosi di un drone. Si mettevano davanti al carcere di notte, legavano con una corda delle buste contenenti droga e telefoni a un drone e lo guidavano fino alle finestre delle celle. Qui i detenuti, sporgendo le braccia dalla finestra, recuperavano il contenuto illecito.
L’arresto in flagranza
La notte del 4 ottobre scorso la Squadra Mobile di Enna e il Nucleo Investigativo Regionale hanno arrestato in flagrante due catanesi. Entrambi figurano nell’ordinanza emessa dal gip Giuseppe Noto. Allora furono presi che stavano facendo decollare un drone con 524 grammi di hashish, e poco più di un grammo e mezzo di coca.
Quella notte, sono stati sequestrati anche due droni telecomandati e l’auto utilizzata dai malviventi. Le ulteriori indagini, condotte dalla Mobile, coordinate dalla Procura di Enna e dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta, si sono estese ad altre zone.
Le perquisizioni
Ad ottobre, intanto, le perquisizioni hanno permesso agli investigatori di sequestrare all’interno di una cella del carcere di Enna della droga e alcuni telefoni cellulari. In casa della moglie di un detenuto, a Enna, erano stati sequestrati dei micro-telefoni, cocaina e hashish che sarebbero stati destinati al marito recluso.
Le indagini hanno portato alla luce un vero e proprio tariffario da parte del gruppo criminale, che per consegnare la droga e i cellulari nelle carceri chiedeva 2.500 euro per un pacco e fino a 3.500 euro per la consegna di due pacchi.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2024-07-31 04:59:00 da Josè Trovato
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