Al mondo c’è chi fa le proprie fortune sulla pelle degli altri. E poi si convince talmente a fondo di avere acquisito tale merito dalla vicenda da giungere ad affossare quegli altri pur di mantenere il proprio status quo, la propria condizione stabilizzata.
Un modo di ragionare assolutamente colpevole, direi profondamente ingrato ed ingiusto. Una miopia a proprio univoco favore che non tiene conto né dei meriti né dei diritti altrui.
Ciò che favorisce questi personaggi è proprio la tendenza al bene che in altri è presente. Il fatto che questi altri siano portati a vedere, in chiunque, aspetti da salvare e da valorizzare… così da fornire loro opportunità continuative anche se, alla prova dei fatti, del tutto immeritate. Sì, perché i personaggi in questione utilizzano ciò che a loro vien dato non per migliorarsi, come sarebbe opportuno, corretto ed utile, ma per continuare a vivere alle spalle e sulla pelle altrui.
Risulta perciò necessario, indispensabile che chi subisce questi comportamenti univocamente egoistici (peraltro mascherati da professione verbale di concetti come altruismo, condivisione, amore… ne parlano ma si comportano all’opposto) e ne è reale vittima si faccia per un momento più cattivo o per lo meno assuma condotta anche utile a sé, tale da salvargli la pelle, la dignità ed una sopravvivenza accettabile.
Gli impostori sono certamente corti di cervello, ma di questo loro grave limite si fanno forza giustificativa, così da riuscire spesso a convincere, dopo se stessi, moltitudini di persone del proprio buon diritto e della propria buona fede. Della appartenenza cioè alla categoria dei giusti.
Risulta indispensabile, di conseguenza, alle persone dotate di reale intelligenza raffinata ed altruismo genuino rompere il cerchio anche con azioni apparentemente violente, scomposte, egoistiche. Questi atteggiamenti sono irrinunciabili infatti per salvare sé e gli altri dall’egemonia imperante dei corti di cervello e di pensiero. Non sempre in guerra è possibile usare il guanto di velluto, e neppure è consigliabile. In particolare se il combatimento ha sulla postazione opposta chi di ogni situazione fa bottino proprio con mascheratura di conferme di proprie legittimità.
In realtà il problema è a monte. Questi diritti e queste legittimità non sono mai esistiti. Sono, invece, il risultato di approfittamenti sulla bontà e disponibilità di altri, di quelli che sono i veri meritevoli. In questi casi la punizione è legittima e corretta, nella considerazione della reiterata condotta nel torto, nel danno generale provocato e nella mancanza assoluta di volontà di cambiamento utile. La pena, lo dicono la Costituzione ed il Codice Penale, deve essere riabilitativa, certo, tuttavia la finalità di riabilitazione non deve escludere la presenza della pena ed il suo significato anche deterrente verso comportamenti illeciti continuativi e immodificabili.
savona.reteluna.it è stato pubblicato il 2022-12-26 07:47:00 da
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