“I lupi hanno saturato il territorio ma la situazione è sotto contr…

“I lupi hanno saturato il territorio ma la situazione è sotto contr…


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Protagonista, in negativo, di tutte le favole. Temuto e odiato dall’uomo fin dalla notte dei tempi e, allo stesso tempo, affascinante nella sua eleganza tanto da spingere l’essere umano ad addomesticarlo per farlo diventare il suo migliore amico. Il lupo ha sempre attirato l’attenzione di tutti nonostante, spesso e volentieri, venga additato a pericolo numero 1 per gli allevatori che, in certi casi, hanno usato metodi spicci per liberarsene come avvenne nel novembre del 2017 a Ospedaletto di Coriano con un esemplare trovato impiccato alla fermata di un autobus. In tempi più recenti, diverse sono state le segnalazioni di animali ritrovati sbranati nelle valli riminesi, di pollai depredati o, più semplicemente, di avvistamenti a ridosso dei centri abitati. Eventi che, puntualmente, hanno suscitato l’ira di Coldiretti che, a gran voce, chiede interventi per il controllo della gente di questi animali selvatici i quali, è bene ricordalo, appartengono a una specie rigorosamente protetta sia a livello italiano che europeo. 

“La situazione dei lupi è sotto controllo – sottolinea Claudio Arrigoni, responsabile delle Attività faunistiche e venatorie della Regione nell’ambito di Rimini – e, trattandosi di una specie protetta, noi possiamo agire solo con la prevenzione e il monitoraggio facendo una corretta informazione. Questi animali selvatici hanno oramai saturato il territorio, per quanto riguarda l’alta collina e la montagna. Dobbiamo considerare che i lupi sono al vertice della catena alimentare e che figliano poco proprio perchè le risorse non permettono loro di sopravvivere. Ci sono pochi branchi stabili, costituiti da 5/7 elementi, in quanto oltre questo numero il territorio non reggerebbe. E’ per questo che, animali in soprannumero, si staccano dal branco e diventano ‘lupi solitari’. Sono questi che, spinti dalla fame, arrivano fino ai centri abitati dove, a causa dell’incuria dell’uomo, riescono a trovare cibo per sostentarsi. In molti casi, però, si tratta di animali malati o, comunque, malandati alla mercé dell’urbanizzazione. Solo lo scorso anno ne abbiamo registrati 7 che sono morti investiti dalle auto lungo le strade. Questi ‘lupi solitari’, proprio a causa della scarsità di risorse alimentari, non riescono a fare branco a vengono attirati dai rifiuti alimentari lasciati fuori dalle abitazioni, dagli scarti delle lavorazioni degli allevamenti, dai pollai delle case di campagna e, anche, dagli animali domestici“.

“Il monitoraggio del territorio per capire la presenza dei lupi – spiega l’esperta Tania Bascucci – si effettua tramite il wolf howling: si simulano gli ululati e, in base alle risposte, è possibile individuare gli animali. Purtroppo, però, questo ci indica l’esistenza ma non la quantità. Per questo secondo aspetto sarebbe necessaria una campagna molto più approfondita. Quello che posso dire è che, negli ultimi tempi, l’incremento di questi animali selvatici c’è ma non stiamo parlando di un aumento esponenziale. Semmai dobbiamo registrare la crescita degli avvistamenti e, di conseguenza, la percezione da parte della gente che il numero dei lupi è in progressione“.

“Va ricordato – prosegue la Bascucci – che si tratta di animali fortemente territoriali e il loro numero non può crescere all’infinito perchè, altrimenti, non troverebbero le risorse alimentari per sostenersi. Non tutti i cuccioli, arrivati alla maturità sessuale, decidono di lasciare il branco dove, a riprodursi, sono solamente i genitori. Quelli che si distaccano devono, però, trovare un territorio libero da altri branchi e che possa fornire loro il cibo. Questo li porta a girare in lungo e in largo arrivando, anche, a lambire i centri abitati dove le disattenzioni dell’uomo, nutrimenti facili da trovare e pollai rudimentali agevoli da depredare, sono un ottimo invito ed è proprio per questo che sono aumentati gli avvistamenti. E’ proprio per questo che, negli ultimi tempi, stiamo facendo una serie di incontri con la gente proprio per invitare le persone ad evitare quei comportamenti che possono attirare i lupi“.

“Negli ultimi anni – ha aggiunto Maurizio Guidi, comandante della Polizia Provinciale di Rimini – c’è stato un notevole aumento del numero di lupi. E’ difficile, però, dare un dato preciso su quanti siano questi animali selvatici perchè si tratta di un numero estremamente variabile ed è difficile censirli. Quello che è certo, invece, è che ad arrivare fino agli abitati della bassa collina o della pianura sono i cosiddetti ‘lupi in dispersione’. I giovani che, lasciato il branco, vagano in cerca di una compagna per formarne uno nuovo”.

“Gli esperti – sostiene Guido Cardelli Masini Palazzi, presidente di Coldiretti Rimini – non sono nè allevatori nè agricoltori: tutelano la fauna selvatica ma, sulla bilancia, il piatto è sbilanciato verso chi è costretto a subìre gli attacchi. Negli ultimi 6 anni oltre la metà degli allevamenti è stata costretta a chiudere proprio per questo problema: passiamo le notti in bianco per evitare che i lupi arrivino dove gli animali stanno pascolando e, allo stesso tempo, siamo costretti a blindare le stalle. A questo, poi, va aggiunto che i risarcimenti per i capi sbranati sono bassi e non tengono conto dei danni collaterali come aborti e mancata produzione di latte da parte degli animali per la paura. Ribadisco: la situazione è diventata pesante perchè i lupi sono diventati troppi a causa di un ripopolamento che, adesso, è diventato incontrollato. L’ultimo attacco, avvenuto a San Leo ai danni dell’azienda di Sergio Frulli, parla chiaro: le tracce lasciate dai predatori, e rilevate dal veterinario, indicano un branco numeroso in grado di ‘ripulire’ un capo che pesava quasi 5 quintali. Tra gli allevatori c’è forte malumore e, tante, sono le telefonate di protesta”.


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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-10-06 08:37:00 da

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