«I colleghi, per il solo fatto di aver deciso un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (soluzione doverosa, in quanto la materia della immigrazione è disciplinata primariamente a livello europeo) sono stati oggetto di attacchi politici e mediatici, svincolati dal merito delle loro decisioni giurisdizionali e fondati su inammissibili invasioni della sfera intima e personale. Preoccupa, soprattutto, l’insistenza con cui si cerca di attribuire finalità politiche alla ordinaria attività giurisdizionale, trascinando così impropriamente la Magistratura nella polemica politica, da cui deve rimanere estranea».
Così la Sottosezione di Piacenza dell’Associazione Nazionale Magistrati esprime «massima solidarietà» ai colleghi del Tribunale di Bologna «in piena adesione ai contenuti espressi dall’Assemblea Distrettuale di Bologna riunita in data 4 novembre».
Il riferimento è alla recente vicenda di un cittadino del Bangladesh che si è visto respingere la domanda d’asilo e consegnare un ordine di espulsione. Impugnata la decisione della commissione prefettizia, ha chiesto la sospensione del procedimento d’espulsione al competente Tribunale di Bologna. Ma invece di decidere, i giudici hanno sospeso il giudizio, e rinviato alla Cgue.
«La Magistratura, infatti – scrivono i magistrati piacentini in una nota – non è chiamata ad attuare la politica dei Governi, non deve essere amica o nemica della politica, ma deve semplicemente fornire un servizio ai cittadini, mediante l’applicazione delle norme, garantendo la tutela dei diritti di tutti. È diritto di ogni cittadino avere un Giudice che decida il proprio caso in modo terzo e imparziale e sulla base del diritto (nazionale e ormai anche europeo) applicabile, senza dover temere che la decisione venga presa al fine di non risultare sgraditi ad una parte politica. Per questo, le campagne denigratorie contro i singoli magistrati, avviate sul solo presupposto che sia stata presa una decisione sgradita, sono gravi per tutta la cittadinanza, perché interferiscono con la libertà e la serenità di chi deve orientare le sue decisioni senza temere di essere esposto o additato come avversario dell’una o all’altra parte politica. In tal senso, ribadiamo che il rispetto della funzione propria della giurisdizione è il presupposto fondamentale per una effettiva e leale collaborazione tra le istituzioni, ed auspichiamo che il dibattito pubblico ritorni nei giusti binari del dialogo fondato sul mutuo riconoscimento delle proprie prerogative costituzionali».
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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-11-05 19:24:41 da
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