I Nunzi apostolici abruzzesi nel mondo, la lezione di Monsignor Orlando Antonini

I Nunzi apostolici abruzzesi nel mondo, la lezione di Monsignor Orlando Antonini


I Nunzi apostolici abruzzesi nel mondo: l’esempio di Monsignor Orlando Antonini.

Il nunzio apostolico, secondo il Codice di Diritto Canonico, al canone 364, è il rappresentante pontificio, a guida di una nunziatura nel mondo, con il compito proprio di “rendere sempre più saldi ed efficaci i vincoli di unità, che intercorrono tra la Sede Apostolica e le chiese particolari”.
Nell’ambito del territorio in cui svolge la sua missione, il Nunzio Pontificio ha diritto di precedenza sugli Arcivescovi e Vescovi, non però sui membri del Sacro Collegio, né sui Patriarchi delle Chiese orientali, nel loro territorio e anche fuori di esso, ogni qualvolta questi celebrano nel proprio rito. Inoltre cura le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e lo Stato in cui opera, rappresentando in genere il Decano del corpo diplomatico”. Quindi una figura importante nel mondo della Chiesa cattolica, che ha visto anche nella regione Abruzzo esponenti di spicco nel corso della sua storia secolare. Cosi ad esempio Simone De Lellis, originario di Teramo, che fu Nunzio papale in Inghilterra nel XV secolo, la cui famiglia “trasferitasi a Chieti, ove tuttora fiorisce, forniva alla Chiesa il inventore dell’ordine de’ Teatini, S.Camillo”.
Questi, fu spedito dai Papi al Concilio di Pisa del 1409 e poi in quelli di Costanza e di Basilea, in Svizzera.

Per venire ai tempi moderni, con il caso di Monsignor Giovanni Gaspari, pescarese, nominato da Papa Francesco, Nunzio Apostolico in Angola e Sao Tomé e Principe, assegnandogli la sede vescovile di Alba Marittima. Tutto questo annunciato da Monsignor Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne: “È un momento di gioia per la nostra diocesi, dopo le nomine dei Monsignor Valentini e D’Addario, un altro figlio di questa terra pescarese viene scelto per servire la Chiesa”. Oltre questi nunzi, va però ricordato il grande contributo dato da un abruzzese Doc, Monsignor Orlando Antonini, nato a Villa Sant’Angelo il 15 ottobre 1944, in un borgo aquilano che era frazione di San Demetrio ne’ Vestini.
Il giovane Don Orlando ricevette la nomina di vice Rettore del Seminario dell’Aquila, con l’assegnazione delle parrocchie di San Martino e S.Maria ab Extra a Picenze. Un grande lavoro al servizio del territorio, assistendo i portatori di handicap ed i giovani problematici, specie con l’arrivo a L’Aquila, come arcivescovo di Monsignor Carlo Martini – già Nunzio apostolico in alcuni Paesi – che intravide subito il valore del giovane prelato.
Infatti a metà degli anni ’70, si iscrisse a Roma alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, dove si formò attraverso una solida preparazione per poter servire presso le varie nunziature apostoliche.

Agli inizi degli anni ’80 nel lontano Bangladesh e poi in Africa, nell’isola di Madagascar, a maggioranza cristiana, per passare in Siria, qui tra la piccola minoranza cristiana, le cui origini riportano ai tempi di Gesù. Un servizio nelle nunziature che dopo lo porterà in Sudamerica, nel Cile della complessa transizione dalla dittatura alla democrazia, al fianco dell’allora Nunzio Monsignor Angelo Sodano, poi richiamato dal Papa come Segretario di Stato fino al 2006. Intanto Monsignor Antonini veniva inviato in Europa, in Olanda, per passare nella cattolicissima Francia, nella capitale Parigi, dove tra l’altro affinò la sua stessa passione per la cultura e l’arte, che tornerà poi prepotentemente nella sua vita.
Qui va segnalata una sua grande opera meritoria, ossia il recupero di importanti manoscritti relativi a Papa Celestino V e del suo Ordine. Con questo ricco bagaglio storico-culturale venne così richiamato nella “Città Eterna”, presso la stessa Segreteria di Stato, insieme a Monsignor J.L.Tauran, ricevendo l’incarico di seguire tutta l’area del Centro-America. In questo periodo ebbe un ruolo importante nello storico viaggio a Cuba di Giovanni Paolo II, nel 1998. L’anno dopo Monsignor Antonini ripartì per il continente africano, con la fresca nomina di Arcivescovo, nonché di Nunzio Apostolico in Zambia e Malawi. Con l’arrivo sul soglio di Pietro di Papa Benedetto XVI, la sua opera venne richiesta di nuovo nell’America del Sud, questa volta in Paraguay, dove affrontò lo stesso caso di Monsignor Fernando Lugo, che lasciò la Chiesa di Roma per divenire addirittura Presidente della Repubblica del Paese.

“L’ultimo Miglio” dell’impegno diplomatico Monsignor Antonini lo compì tra il 2009 ed il 2015, quando si recò nella Nunziatura di Belgrado, nella complessa e turbolenta terra della Chiesa serbo-ortodossa, dopo la dolorosa guerra etnico-religiosa, seguita alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia. La svolta nel 2015, quando per motivi di salute egli rientrò nel nostro Paese, chiedendo di tornare nella sua diocesi d’origine e nel borgo di Villa Sant’Angelo, restando al servizio della sua comunità. In più Monsignor Antonini ha potuto ancor più dedicarsi ai pregevoli studi d’architettura religiosa ed urbana.
Un “corpus” consistente che ha dato vita a molte pubblicazioni, con articoli e saggi di pregio che, specie dopo il terribile sisma del 2009, si sono incentrati sull’ottimale ricostruzione, non solo privata, ma proprio del ricchissimo patrimonio artistico e religioso. Questo ha dovuto segnare il passo, ma ora risulta fondamentale per costituire il valore aggiunto, rappresentando la “Bellezza” della Città Capoluogo, proprio ora che è candidata a Capitale della Cultura 2026. Essa può avere proprio nel turismo religioso un asse prioritario, con il contributo decisivo di Monsignor Orlando Antonini.
Il suo ultimo libro, del 2022, è proprio: “Santa Maria di Collemaggio – Tempio del Perdono – Guida Storico-Artistica”, il cui rosone stilizzato risulta l’emblema del dossier presentato al Ministero della Cultura.


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