i pareri di Braconi (Pd) e Ciccioli (Fdi) per sbloccare lo stallo

MONTECAROTTO – La vicenda della più grande azienda vitivinicola delle Marche, cioè la Moncaro di Montecarotto, continua a impensierire il mondo politico tutto, da destra a sinistra e viceversa. Oggi si sono espressi sul tema sia Fratelli D’Italia che il Partito Democratico attraverso due dei loro principali esponenti.

Andando in perfetto ordine alfabetico, per Thomas Braconi, segretario della provincia di Ancona del Pd «La Moncaro è un patrimonio fondamentale per il nostro territorio, un punto di riferimento per la comunità e per l’economia locale. Gli ultimi mesi, tuttavia, sono stati segnati da un susseguirsi di eventi che hanno accelerato una crisi, culminata in un’impasse drammatica tra il ministero delle Imprese e Made in Italy e il Tribunale di Ancona. La situazione a oggi è quella di un contrasto tra la liquidazione giudiziale della società cooperativa agricola da parte del tribunale e la liquidazione coatta amministrativa da parte del ministero che ha generato un ricorso alla corte d’Appello da parte dello stesso ministero. Questo stallo di competenze, rischia però di limitare gravemente l’attività della più grande azienda vitivinicola delle Marche». Braconi va avanti : «È fondamentale che nell’attesa della risoluzione del contrasto la Moncaro prosegua la sua piena operatività, auspicando che rimanga una realtà regionale. La nostra speranza è che, attraverso un coinvolgimento collettivo, si possa costruire un rilancio che preservi i posti di lavoro dei dipendenti, i soci, il marchio Moncaro e tutto il tessuto sociale e territoriale che rappresenta». Per questo, secondo l’esponente Dem «È necessario che tutti gli attori locali: istituzioni, imprese, associazioni e cittadini, lavorino uniti per trovare una soluzione che vada oltre le logiche politiche, mettendo al centro l’interesse della comunità e della sua economia. Ci auguriamo che, data la complessità della situazione, questa venga affrontata con la serietà e l’impegno che merita. Ora è il momento di unire le forze per salvaguardare un patrimonio collettivo e costruire un futuro migliore per la Moncaro – conclude Braconi – e per tutti coloro che dipendono da essa».

Secondo l’europarlamentare di Fdi Carlo Ciccioli invece «È ora che la vicenda Moncaro esca dall’essere solo una questione legata al fallimento e a procedure giudiziarie. Occorre restituirla al territorio con il contributo di tutte le persone che hanno portato la Cooperativa Terre Cortesi Moncaro a essere la più grande azienda vitivinicola delle Marche». Ciccioli svela poi un’imminente iniziativa: «Per questo, d’accordo con tanti protagonisti della cantina della Moncaro, ho deciso di contribuire ad alzare la pressione, organizzando un incontro per sabato 16 novembre alle 16 al Teatro comunale di Montecarotto. Invito i soci, dipendenti, i conferitori, contoterzisti ed operatori del settore del vino, a partecipare numerosi perché la “Moncaro deve ripartire”. Non è giusto che l’operato dei vari amministratori che ha portato a questo ingente debito milionario e certa politica che ha utilizzato la cooperativa, la abbiano vinta. L’esperienza e la perizia di tutti i veri artefici del successo di Moncaro, invece, devono tornare a contare, devono essere tenute in debita considerazione anche dai giudici del tribunale civile e della corte d’Appello di Ancona che, torno a ripeterlo, i primi, hanno preso una decisione non giusta, troppa rapida, senza dare il tempo di studiare un piano alternativo che, invece, dal ministero dell’Impresa e del Made in Italy si voleva intraprendere». L’onorevole europeo motiva adesso la sua opnione: «È stato chiesto ai commissari di non procedere ad attività liquidatorie irreversibili, ma di attendere l’udienza di gennaio alla corte d’Appello di Ancona che dovrà essere anticipata, di esprimersi sui reclami presentati dal commissario Cocconi e dallo stesso Mimit per gestire la liquidazione coatta amministrativa. Quindi, non è detta ancora, fortunatamente, l’ultima parola. La Moncaro deve ripartire con il know how esistente ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare questo incontro dal quale, mi auguro, esca forte un’unica voce – conclude Carlo Ciccioli – che i giudici dovranno tenere in conto, assolutamente».