I porti della Spezia e Marina di Carrara pronti allo scambio e al dialogo con l’altra sponda del Mediterraneo

I porti della Spezia e Marina di Carrara pronti allo scambio e al dialogo con l’altra sponda del Mediterraneo



La sponda sud del Mediterraneo cresce a ritmi serrati in ambito portuale e logistico. Negli ultimi dieci anni sono stati effettuati 12,7 miliardi di investimenti nella realizzazione di infrastrutture. I progetti e le realizzazioni più note sono il complesso di Tanger Med in Marocco e quelli di Damietta e Port Said in Egitto, ma negli stessi Paesi, così come in Algeria e Tunisia, il settore cresce rapidamente. Questa espansione è sorretta da gigantesche aree economiche speciali, che, per gli standard europei, ospitano realtà produttive di livello mondiale, capaci di generare e attirare traffico. Inoltre, a seguito della crisi del Mar Rosso, i porti nordafricani stanno sfruttando al meglio la modifica delle rotte dei container per rafforzare la loro posizione nel settore del transhipment, dove sono già protagonisti. Questi dati sono stati illustrati da Alessandro Panaro di Srm durante la presentazione che ha aperto la giornata conclusiva di A bridge to Africa, il convegno organizzato alla Spezia per guardare allo sviluppo futuro di rapporti e investimenti con i Paesi settentrionali del continente africano.

La risposta del sistema portuale e logistico della Spezia e Marina di Carrara è unanime: dal Nord Africa bisogna cogliere opportunità e lezioni, integrando porti e aree produttive/logistiche speciali (come Zes e Zls in Italia) e migliorando l’efficienza delle operazioni portuali. Tanger Med, ad esempio, è quarto nella classifica mondiale stimata dalla World Bank su 405 porti a livello globale.
A introdurre i punti di forza del sistema La Spezia-Marina di Carrara, all’avanguardia grazie all’azione dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale e al contributo di  operatori privati come Contship, Dario Perioli, Fhp, Grendi, Laghezza, Lca e Tarros, è stato Salvatore Avena, segretario delle associazioni del porto.
Avena ha messo in particolare risalto la posizione geografica e i vantaggi strategici dei due scali, l’efficienza dei porti e più importanti punti di valorizzazione dei retroporti, sottolineando come il sistema spezzino-apuano consenta al cliente di rivolgersi a un unico interlocutore per fare sistema nei processi operativi integrandosi armoniosamente. “Nel nostro sistema portuale sono nati e cresciuti i più grandi operatori doganali d’Italia – ha ricordato Avena -. La sinergia professionale e la condivisione di progetti con l’Agenzia delle Dogane, l’Autorità di sistema portuale e la Capitaneria di porto hanno dato vita a soluzioni operative innovative e tecnologiche”.  In conclusione il segretario della comunità portuale ha fanno notare come “i dati, i numeri, le relazioni con i mercati, i collegamenti, le competenze e soprattutto i traffici marittimi di merci indicano che esiste già un ponte tra i porti della Spezia e Marina di Carrara e l’Africa. I nostri porti non sono solo ingressi strategici ai mercati europei, ma autentiche porte per nuove opportunità economiche e commerciali”.

Gli stessi temi sono stati affrontati dai rappresentanti degli operatori riuniti in una dinamica tavola rotonda. Per il gruppo Tarros ha preso la parola Mauro Solinas ponendo l’accento sull’importanza della comune cultura mediterranea nel dialogo con i porti del Nord Africa e degli scambi professionali che stanno avendo luogo su queste rotte: la 34enne spezzina Michela Cafarella è area specialist in Egitto per conto del terminalista, mentre alla Spezia sono presenti molti giovani marocchini che stanno facendo formazione. Riguardo al futuro Solinas ha spiegato che Tarros svilupperà servizi door to door, gestendo tutti gli anelli della catena in maniera efficiente e sostenibile, anche dal punto di vista ambientale, caratteristica sempre più richiesta dai clienti.
Michele Giromini, della Dario Perioli, ha ricordato come l’azienda abbia iniziato a investire in Algeria nel 2008, arrivando a essere socia in Cnam Med e ad avere una partnership con il governo algerino e come sin dall’approdo a Marina di Carrara nel 2017 sia stato applicato il sistema Spezia, con la comunità portuale capace di una integrazione a 360 gradi che ha consentito di compiere otto anni di connessioni regolari con il Nord Africa. La Spezia e Marina di Carrara sono porti diversi ma complementari e la nuova visione dell’Adsp ha dato benefici e vantaggi a entrambi, dando un respiro internazionale a Carrara e dotando Spezia di un porto di appoggio e di una maggiore conoscenza delle dinamiche delle merci”.
Dal canto suo Matthieu Gasselin, ad di Lsct e di Contship Italia, ha illustrato le tempistiche di lancio del porto egiziano di Damietta, dove il gruppo opera insieme a Gemini: “Tra giugno e luglio del 2025 lo scalo sarà operativo. Dai Paesi del Nord Africa possiamo imparare qualcosa su processi e flessibilità: ci siamo un po’ persi nelle regole e nelle leggi in Europa, mentre là in 2 anni sono stati realizzati 2 chilometri di banchina e sono stati dragati 18 metri nel deserto. E le regole ambientali da rispettare ci sono, imposte dalle banche di sviluppo. Tutto quello che riescono a realizzare è grazie all’agilità delle amministrazioni di questi Paesi. E lo stesso accade a Tangeri. Il ponte con l’Africa dev’essere fatto, ma al contrario. E dobbiamo farlo bene altrimenti si rivolgeranno altrove. In Egitto c’è un grande potenziale intermodale e oggi siamo solamente al 5 % di questo valore. C’è un campo di investimento aperto in cui vincerà il più veloce. Ma non dobbiamo andare oltre il 2030. Non aspettiamo di arrivare alla seconda edizione di A bridge to Africa per parlare di investimenti. Bisogna farli oggi”.
Altro operatore spezzino presente alla tavola rotonda era Alessandro Laghezza, del gruppo omonimo. “La nostra è un’azienda media, che da sola non può essere protagonista nel contesto africano ma può inserirsi in questi sistemi portuali. La Spezia è un porto giovane che grazie alla competitività è cresciuta anche avendo vicini storici. Ma oggi come retroporto siamo nuovamente avanti a tutti. Un porto non può essere solo di transito e la Zls può essere l’area in cui si possono inserire aziende non solo logistiche ma anche dedite alla trasformazione, dando vita a una vera zona franca doganale, che sappiamo essere un elemento propulsivo straordinario. L’aspetto doganale troppo spesso viene sottovalutato: le aziende fanno pianificazione fiscale, ma non doganale. Oggi come Laghezza facciamo consulenza in questo senso e per l’Africa ci sono novità interessanti e regole che entreranno in vigore dal 2025, non in un futuro lontano”.
Infine, per lo studio Lca, hanno parlato gli avvocati Davide Magnolia e Carlo Solari spiegando come la figura dell’avvocato sia fondamentale per comprendere le tematiche e i rischi in Paesi stranieri, a cominciare da quello della riscossione del credito e quello geopolitico. Inoltre hanno evidenziato che in Africa è stata istituita un’area di libero scambio nel 2018, resa vigente nel 2021, che è particolarmente interessante perché sovrastatale e in grado, attraverso un processo scalare, di portare il continente africano verso quello che è oggi l’Unione europea. “L’Africa – hanno concludo – vuole diventare protagonista del suo futuro”.

Gian Luca Agostinelli, presidente dell’International Propeller Club Ports of La Spezia and Marina di Carrara, ha spiegato: “Esiste un ‘Modello La Spezia e Marina di Carrara’, pioniere di un nuovo rapporto con il Nord Africa, che non solo ne evidenzia le opportunità economiche, ma promuove un sistema di cooperazione basato su un dialogo storico tra le due sponde del Mediterraneo. Il nostro tessuto imprenditoriale rappresenta una guida per le aziende italiane interessate a questi mercati. Il sostegno del Piano Mattei offre una spinta importante, ma solo attraverso la condivisione del know how e delle best practice possiamo costruire una cooperazione duratura e una ricchezza condivisa. Fondamentale sarà puntare sul dialogo culturale e sull’adozione di pratiche sostenibili, con un attento controllo sull’impatto sociale, ambientale e di governance. A Bridge to Africa, che si è appena concluso, rappresenta la prima illustrazione pubblica di questo approccio”.

I porti della Spezia e Marina di Carrara pronti allo scambio e al dialogo con l’altra sponda del Mediterraneo

Un ruolo leader nei rapporti e le relazioni con l’Africa è stato riconosciuto da Marco Bucci, nella sua prima uscita alla Spezia in veste di neo presidente della regione Liguria, e dal viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, che sono intervenuti in chiusura dell’evento.

“La Liguria si pone come una vera e propria porta d’ingresso del Sud Europa nei rapporti con l’Africa, non solo dal punto di vista geografico ma anche logistico – ha dichiarato il presidente Bucci – Nei prossimi anni ci aspettiamo uno sviluppo notevole di tutti i traffici tra i due continenti, flussi che passeranno dai porti liguri. Nel corso della storia i nostri porti sono sempre stati snodi logistici fondamentali per i viaggi di merci e persone, dei luoghi animati da lingue e culture diverse. Oggi, in un mondo sempre più digitale, a spostarsi sono anche i dati: qui in Liguria abbiamo cavi sottomarini che ci danno la possibilità concreta di essere attori numero uno sul fronte delle infrastrutture digitali, comprese quelle dedicate alle connessioni tra Africa e Europa, un settore destinato a crescere in modo esponenziale nel prossimo futuro. È dunque importantissimo che la nostra regione sia il ‘gate’ per eccellenza di merci, persone e dati tra l’Africa, il Sud Europa e il resto del continente europeo”.

Generico novembre 2024

Rixi ha dichiarato: “Il sistema portuale italiano è il primo del Mediterraneo per l’Europa e può competere tranquillamente con i sistemi del Nord Europa. Se, invece, i nostri porti non dialogano tra loro e non fanno sinergia, il rischio vero è che ci continueremo a frammentare e ci troveremo in ritardo su investimenti importanti. Per favorire le sinergie tra le Autorità portuali della penisola, sui Piani regolatori chiederemo una configurazione sulle regole che sia analoga in tutto il Paese”.

La manifestazione della Spezia ha confermato che c’è ancora molta Africa nel futuro dell’Italia. Snam sta portando avanti, con diversi partner, il progetto SouthH2 Corridor, un idrogenodotto che porterà dal Nordafrica questo gas fondamentale per le politiche di decarbonizzazione in Italia e in Europa. Sparkle, del gruppo TIM, gestisce i collegamenti digitali sottomarini nel Mediterraneo, in particolare BlueMed, che collega l’Africa all’Europa con approdo in Liguria. Duferco, gigante dell’acciaio, tramite la sua divisione Energia, sta investendo in Nordafrica, considerato da loro un mercato importante per il settore dell’autoproduzione di energia da parte dell’industria. Lo stesso continua a fare Ansaldo Energia, con componenti e sistemi per la generazione elettrica che stanno registrando in Nordafrica grandi investimenti, con l’obiettivo dell’elettrificazione accelerata.

Lo scenario dei rapporti Italia – Africa si è conclusa con gli interventi di DSV, Evergreen, Ignazio Messina & Co.


Leggi tutto l’articolo I porti della Spezia e Marina di Carrara pronti allo scambio e al dialogo con l’altra sponda del Mediterraneo
www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-11-16 01:30:03 da


0 Comments