Nelle ultime settimane il dibattito politico è stato caratterizzato dalle forti tensioni che hanno visto protagoniste Lega e Forza Italia a proposito del canone Rai. Gli esponenti del Carroccio presenti nella commissione bilancio del senato infatti hanno provato a presentare un emendamento alla legge di conversione del decreto fiscale che prevedeva la riduzione della quota annuale che i cittadini devono versare in favore della televisione di stato. La proposta però è stata bocciata per la ferma opposizione di Forza Italia che ha votato contro il provvedimento.
Questo episodio conferma ancora una volta l’importanza del lavoro che viene svolto all’interno delle commissioni, vero cuore del processo legislativo in parlamento. Capire quindi quali sono gli equilibri all’interno di questi organi è fondamentale per avere il polso dello stato di salute della maggioranza.
I dati ci dicono che i margini della coalizione di governo nelle commissioni sono meno ampi di quello che si potrebbe pensare. Infatti quasi sempre per approvare un provvedimento è necessario l’apporto di tutte e tre le principali forze che compongono la maggioranza. Anche Lega e Forza Italia – oltre a Fratelli d’Italia – godono quindi di una sorta di “potere di veto” che possono esercitare per questioni che reputano particolarmente importanti. Questa dinamica alla lunga può portare all’aumento della tensione tra i tre alleati.
I numeri nelle commissioni
Come già detto, in parlamento Fratelli d’Italia è la formazione di maggioranza relativa e rappresenta quindi l’architrave della coalizione di centrodestra anche all’interno delle commissioni. Tuttavia i voti di Fdi da soli non bastano a far approvare i vari provvedimenti in discussione. È quindi indispensabile anche l’apporto di almeno una parte degli alleati. Ciò dando per scontato che tutti i componenti siano presenti nel momento della votazione o siano sostituti, come spesso accade, da altri appartenenti allo stesso gruppo.
Di conseguenza se, ipoteticamente, una fra Lega e Forza Italia si impuntasse su alcuni aspetti si rischierebbe di andare incontro a situazioni complesse da gestire per la maggioranza.
Detto che Fdi è il gruppo più presente in tutte le commissioni, possiamo osservare che alla camera la Lega è quasi sempre la seconda formazione più numerosa e Forza Italia la terza. Fanno eccezione solo le commissioni difesa, finanze e politiche Ue dove i due gruppi hanno lo stesso numero di rappresentanti (4).
In quasi tutte le commissioni Lega e Forza Italia hanno il potere di bloccare i provvedimenti sgraditi.
Delle 14 commissioni permanenti presenti a Montecitorio ce ne sono 9 in cui sia il Carroccio che gli azzurri godono di questa sorta di potere di veto. In 3 casi invece è solo la Lega ad essere l’ago della bilancia. Si tratta delle commissioni affari costituzionali, trasporti e sociale. All’interno delle commissioni difesa e politiche Ue invece una defezione di una tra Lega o Forza Italia non ostacolerebbe l’approvazione dei provvedimenti in discussione.
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FONTE: elaborazione e dati Openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 2 Dicembre 2024)
Al senato la situazione è più cristallizzata ma, se possibile, ancora più complessa. In tutte le commissioni infatti Fdi si conferma il gruppo più numeroso, la Lega è rappresentata da 3 esponenti e Forza Italia da 2. Fa eccezione la sola commissione finanze dove entrambe le formazioni contano 2 rappresentanti.
A palazzo Madama non ci sono commissioni in cui un’eventuale defezione di Lega o Forza Italia risulterebbe ininfluente ai fini dell’approvazione di un provvedimento. Anzi, all’interno della commissione finanze anche Noi moderati gode di questo potere di veto. Nelle commissioni bilancio e cultura e istruzione invece è indispensabile sia l’apporto della Lega che quello di Fi. In tutti gli altri casi invece è solo il Carroccio l’ago della bilancia.
La “forza” all’interno delle commissioni
Al di là del mero aspetto numerico, per comprendere quali siano gli equilibri all’interno delle commissioni è molto interessante valutare anche come si distribuiscono gli incarichi tra le principali forze della maggioranza. Ricoprire posizioni chiave infatti può essere funzionale per portare avanti determinate istanze rispetto ad altre.
Da questo punto di vista un ruolo particolarmente rilevante è quello del presidente di commissione. Chi ricopre questo incarico infatti – oltre ad avere un peso preponderante nella definizione dei lavori – gestisce le votazioni e viene spesso indicato dai componenti della stessa commissione per fare da relatore ai disegni di legge ritenuti più importanti o complessi.
Per valutare il “peso” dei gruppi all’interno delle commissioni possiamo fare riferimento al nostro indice di forza. Si tratta di un indicatore originale di Openpolis che attribuisce a tutti i parlamentari un valore numerico attraverso un sistema di ponderazione di istituzioni, organi e ruoli.
Non in tutte le commissioni Fdi rappresenta la formazione con indice di forza più alto.
Da questo punto di vista possiamo osservare che i rapporti di forza tra le 3 principali formazioni della maggioranza risultano molto più equilibrati di quello che si potrebbe pensare. Fdi si conferma ovviamente la componente più “forte” anche se non sempre. Nelle commissioni attività produttive, agricoltura, politiche Ue della camera, esteri e difesa e cultura e istruzione del senato infatti la Lega gode di un indice di forza maggiore o uguale rispetto a Fdi. Nella commissione ambiente e lavori pubblici del senato invece è Forza Italia il gruppo più forte, mentre nella bilancio della camera eguaglia il punteggio di Fdi.
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FONTE: elaborazione e dati Openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 2 Dicembre 2024)
Focalizzandosi più specificamente sullo confronto tra Lega e Fi si può notare una leggera supremazia del Carroccio ma non così marcata. Le commissioni infatti in cui la Lega supera Fi sono 12 mentre in 9 casi sono gli azzurri a pesare di più. Nella commissione finanze di Montecitorio invece i due gruppi sono in equilibrio.
Come detto, questi valori sono influenzati principalmente anche se non in via eslusiva da chi ricopre il ruolo di presidente. Da questo punto di vista possiamo osservare che la Lega esprime 6 presidenti di commissione e 7 vicepresidenti. Fi invece può contare su 5 presidenti di commissione e 6 vicepresidenti. C’è un solo caso in cui sia la Lega che Fi possono vantare un vicepresidente ciascuno mentre la presidenza appartiene a Fdi. Si tratta della commissione finanze della camera.
Questi numeri ci fanno capire come la maggioranza abbia la possibilità di trovare soluzioni in commissione. In questo modo si evita di arrivare allo scontro in aula che è sempre più traumatico. Tuttavia è indubbio che servano delle trattative per giungere ad accordi non sempre semplici. Quando questo non avviene ci si trova di fronte a uno stallo che, nei casi più difficili, può portare anche a una rottura come nella vicenda del canone Rai.
Foto: Umberto Battaglia – Camera
www.openpolis.it è stato pubblicato il 2024-12-05 09:15:00 da Luca Dal Poggetto
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