Il Bari in stile «militare»: c’è Longo al comando attendendo gli altri «big»

lapoliticalocale
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BARI – Piglio da marine, parlantina sciolta e tagliente, uno staff attento al minimo particolare. Tra evoluzioni societarie (uno studio milanese è stato incaricato di sviluppare una prospettiva di possibili investimenti sul territorio e sulla squadra pugliese per conto di Malik Humoud Faisal Al-Sahab, componente della famiglia reale del Kuwait che ha cominciato un dialogo con il presidente Luigi De Laurentiis) ed un entusiasmo completamente da ricostruire dopo una stagione da tregenda e salvata in extremis, la città del pallone forse non ha scoperto del tutto il mondo di Moreno Longo. Il nuovo tecnico biancorosso, in tanti particolari, ricorda un allenatore che a queste latitudini ha vinto ed entusiasmato: Antonio Conte. Forse il mister piemontese è un po’ meno «esplosivo» rispetto all’illustre predecessore salentino, ma i punti di contatto sono davvero molteplici: la voglia di arrivare e la maniacalità nel lavoro appartengono allo stesso Dna.

IDENTITÀ E CONTROLLO «MILITARESCO» – I calciatori del Bari non dimenticheranno i 15 giorni trascorsi a Roccaraso. Una preparazione curata a puntino, con pochissime pause o momenti di riposo. Moreno Longo ed il suo staff hanno seguito ogni passo dei tesserati. Da chi farà parte integrante del progetto a chi, invece, presto prenderà altre strade perché «ogni giorno sarà utile al futuro di ognuno di noi» ha spesso ripetuto il mister torinese. Libere uscite dosate al minimo, il riposo come «mantra» per recuperare dalla fatica, l’alimentazione dosata al dettaglio: il periodo in Abruzzo è volato via con regole ferree e non è un caso che più di un calciatore sul piano fisico sia parso tirato a lucido, su ben altri standard rispetto al recente passato. La prevenzione dagli infortuni ha avuto uguale importanza: escluso un lieve problema muscolare occorso a Lulic, tutti hanno seguito i dettagliati programmi personali previsti. E su tale impostazione generale si è svolta anche ila razione prettamente tecnico-tattica, basata sul concetto più volte espresso di «identità». Longo non è andato per esperimenti, ma è partito con un’idea chiara che ha perseguito con costanza: l’annunciato 3-4-2-1 non è un dogma, ma la traccia base su cui si deve essere pronti a inserire variazioni imposte dal contesto partita: tramutare la linea difensiva a quattro, avanzare un trequartista da punta o farlo agire da mezzala per aggiungere densità in mezzo al campo sono solo alcuni degli accorgimenti più adottati. I singoli sono spesso lasciati liberi di sviluppare il loro talento, ma alcune giocate vanno memorizzate: colpisce, in particolare, il movimento degli esterni che si accentrano tramutandosi in mezzali e lasciando spazio ai fantasisti che si allargano diventando ali. Eccetto la sfida al Frosinone, le altre amichevoli non potevano essere attendibili sul piano dei valori, eppure la ripetizione di concetti evidentemente studiati si è vista, a dimostrazione della volontà di insistere su capisaldi che saranno parte integrante in campionato. Non sono mancati gli errori e a Longo non sono andati giù soprattutto quelli determinati da distrazione o eccesso di confidenza, anche se ha sottolineato che «è meglio sbagliare adesso, in modo da comprendere che cosa andrà evitato in futuro…».

«CHIEDO PER IL BENE COMUNE» – Non è passato inosservato un particolare: il Bari attuale non potrà essere quello definitivo. Almeno se l’obiettivo sarà disputare una stagione di alto livello, come ha dichiarato la società. Longo ha più volte insistito sul refrain che impone l’inserimento di «5-6 calciatori importanti per il salto di qualità». Qualcuno ha persino fantasticato su presunte tensioni con il club in proposito: nulla di vero perché la società in primis è soddisfatta di aver puntato su un tecnico ambizioso e determinato. Ma è altrettanto evidente che il nuovo mister sia convinto delle sue richieste e non ha nascosto che, se qualcuno fosse arrivato prima, la sua opera ne avrebbe beneficiato. Ora attenderà con l’auspicio di essere accontentato. Perché la B è un campionato che impone risorse in abbondanza e qualità. «Chiedo non tanto per me, ma per il Bari, per i nostri tifosi e per il bene di tutti», ha detto proprio l’amichevole vinta con il Frosinone. Una dichiarazione che ulteriormente ha rimandato la memoria ai discorsi di Conte: accontentarsi o evitare di spingere più in alto l’asticella degli obiettivi può significare pregiudicare certi traguardi. Fermo restando che Longo è il primo ad avere contezza di un mercato che in B procede a ritmi fin qui cadenzati.

«GUARDO TUTTI» – Ecco l’ulteriore dettaglio. Nel ritiro di Roccaraso Longo non ha lasciato indietro nessuno e ha probabilmente cambiato il destino di qualcuno forse destinato a partire. È il caso di Filippo Faggi, 21enne rientrato dal prestito all’Entella che ha colpito per intraprendenza ed elasticità tattica: il giovane centrocampista farà parte integrante della rosa. Ha catturato attenzioni anche la professionalità di Zan Zuzek, deciso a vincere la sua scommessa italiana dopo due anni ai margini. Sembrava al capolinea pure la permanenza di Nicola Bellomo, poco utilizzo ed incisivo nella scorsa stagione e ora apparso fisicamente brillante ed ispirato come ai bei tempi. In fondo il suo sogno di portare in alto la sua squadra d cuore non si è ancora realizzato. Chissà che Longo non lo possa esaudire…




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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-07-26 13:30:37 da

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