BARI – I dettagli e la sostanza. Servirà un po’ di tutto al Bari che oggi pomeriggio (fischio d’inizio alle 17,15) dovrà sporcarsi le mani in uno dei più affascinanti derby del sud, a casa di una Salernitana che vive di tormenti e incompiute. Non è più tempo di fioretto, Longo lo sa e sicuramente avrà cercato di spiegarlo ai suoi. La vittoria manca da tanto, troppo tempo anche per una squadra che non si è presentata ai nastri di partenza con l’obiettivo di «spaccare» il campionato. Va bene l’atteggiamento della squadra, fin qui quasi sempre ottimale. Va bene anche la cultura del muovere la classifica (otto pareggi, di cui sei consecutivi). Ma quando ti chiami Bari non è accettabile che si vivacchi a metà classifica. E ora è arrivato il momento giusto per rimettere le cose in ordine.
Partita complicata per mille e un motivo. La Salernitana, innanzitutto. Forse vale qualcosa in più degli attuali tredici punti in classifica. Proprio come il Bari, che per spirito e atteggiamento meriterebbe qualcosina in più. Occhio, però. Raramentre i numeri mentono, anche dopo appena dodici giornate di campionato. Squadre con troppe «ics» sul groppone. I campani devono risolvere ormai noti problemi offensivi, è in quella zona di campo che Martusciello ha il dovere di incidere. Mentre Longo spera di ritrovare una squadra, la sua, capace di gestire meglio i vantaggi. In serie B, spesso, la cosa più difficile è sbloccare la partita. E allora? Cinque rimonte subite, un dato inaccettabile. Senza chiamare in causa sfortuna, torti arbitrali e altro. Si può, si deve fare meglio. Punto e basta.
A molti è parso di vedere un Bari meno aggressivo nelle ultime uscite. A Longo, no. Lui parla di partite diverse, avversari diversi e caratteristiche diverse. Ma sì, in fondo poi quello che conta è il risultato. Sono stati pareggi diversi, da La Spezia in poi. Ma pur sempre pareggi. E, quindi, la percezione di una squadra in divenire, con difetti tecnici e strutturali sotto la lente di ingrandimento di un allenatore attentissimo ai dettagli e maniaco del lavoro tattico. Una cosa è certa. Per vincere oggi a Salerno servirà molto di più di quello che si è visto contro Spezia, Carrarese e Reggiana. Anche e soprattutto tecnicamente ci vorrà un Bari diverso. A maggior ragione se ci sarà da gestire un vantaggio. Muovere con efficacia il pallone resta la difesa più efficace, in qualsiasi zona di campo.
Non sarà la partita di oggi a raccontare delle reali ambizioni del Bari. Però comincia a diventare necessario qualche segnale di discontinuità, sotto tutti i punti di vista. A maggior ragione perché Longo continua, giustamente, a parlare di «progetto». Serve tempo, tutto giusto. Nulla per caso, ci mancherebbe. Però il ritornello resta lo stesso. Ti chiami Bari e, almeno quando di fronte non hai chi sta meglio di te, ci sta che la gente si aspetti qualche accelerata. Non foss’altro perché perseverare significherebbe annullare, quasi del tutto, gli effetti benefici di un avvio di stagione con tanti errori sì, ma anche segnali incoraggianti. Vincere non diventi un’ossessione. Ma una necessità impellente, certo che sì.
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-10 13:48:13 da
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