Compie dieci anni il Biodistretto della via Amerina nel viterbese. Dieci anni di attività “controcorrente” per imporre un modello nuovo di fare agricoltura, bio sostenibile, per produrre cibo di qualità. L’occasione per fare il bilancio è stato il convegno organizzato a Forte San Gallo a Civita Castellana. Dopo un brindisi e un buffet, la foto di rito con i tredici sindaci dei comuni del territorio del Biodistretto, l’incontro è andato avanti per più di quattro ore per un bilancio della storia dei dieci anni e per indicare le strategie per il futuro. Dopo l’apertura con le immagini più belle della Tuscia illustrate da Paolo Piacentini, i saluti del sindaco di Civitacastellana Luca Giampieri , il presidente Famiano Crucianelli ha svolto la relazione ricordando le asprezze dei primi passi del Biodistretto, “ per diversi anni abbiamo nuotato come salmoni controcorrente “. Ha ricordato come per più di venti anni nella Tuscia in diverse aree ( 25 mila ettari) è cresciuta un’agricoltura intensiva intorno alla nocciola che ha provocato inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua e danni alla salute della cittadinanza.
“Il Biodistretto ha avuto il merito di aprire con determinazione un serio confronto sul tema fondamentale della salute della natura e dei cittadini della Tuscia” ha puntalizzato Crucianelli. Nella relazione è stato sottolineato lo stretto intreccio fra l’agricoltura e l’ecologia dell’intero territorio. Da qui il contenzioso sulle cave che si vogliono trasformare in discariche e il conflitto forte con l’ipotesi di fare nel cuore del Bodistretto “ il deposito” di 100 mila tonnellate di scorie nucleari.
Negli ultimi anni anche per l’emergenza del cambiamento climatico il Biodistretto ha sempre più collegato il conflitto sui temi dell’inquinamento con proposte e progetti concreti : dall’agroecologia alle energie rinnovabili, dall’uso dell’acqua al turismo slow. “ L’agricoltura è un capitolo decisivo per fermare il cambiamento climatico”, ha argomentato più volte Crucianelli.
Nella conferenza sono poi intervenuti Marta Bonafoni e Daniele Sabatini consiglieri regionali, Lucio Cavazzoni già presidente di Alce Nero ed ora presidente del Biodistretto dell’Appennino Bolognese. Il dibattito si è poi sviluppato su due pannel al quale hanno partecipato diversi interlocutori del Biodistretto da Greenpeace al vicepresidente della Confindustria Ciarrocchi , da Antonella Litta ( medici per l’ambiente ) a diversi biodistretti della regione Lazio. Significativo l’intervento della Coldiretti che, pur avendo avuto importanti differenze con il Biodistretto, ha manifestato la volontà e l’utilità della cooperazione.
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-10-02 22:12:45 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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