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la polemica
Controreplica del consigliere regionale di Forza Italia Talerico al sindaco di Crotone Voce
Pubblicato il: 31/12/2024 – 16:39
CROTONE «Ho letto le dichiarazioni del sindaco Voce sul mio comunicato stampa sulla vicenda che ha visto coinvolto il consigliere comunale Igino Pingitore, il quale sarebbe stato contattato/avvicinato da un terzo soggetto – collegato al contesto lavorativo del medesimo consigliere comunale- per aver “criticato” il sindaco Voce. Con il sindaco Voce ci siamo anche scritti qualche messaggio dopo la mia denuncia pubblica, ma credevo fosse chiaro che nessuno l’avesse accusato di avere fatto un atto ritorsivo nei confronti del consigliere Pingitore, bensì l’accusa era stata mossa nei confronti di colui che si era permesso di far contattare per poi interloquire direttamente con il consigliere comunale al fine sostanzialmente di ammonirlo per aver osato scrivere un post di contestazione sui social nei confronti del Sindaco. Pertanto, era chiaro che l’atto ritorsivo poteva al più essere stato commesso da chi aveva contattato il consigliere Pingitore tentando di influenzarne le scelte o le valutazioni politiche». Lo afferma il consigliere regionale di Forza Italia Antonello Talerico. «Quindi – prosegue Talerico – non comprendo perché il sindaco di Crotone abbia assunto che qualcuno lo avesse accusato di aver commesso un atto ritorsivo, ancor più se i fatti sono andati per come detto, né comprendo perchè il sindaco abbia ritenuto che l’affermazione che il consigliere fosse stato “avvicinato” alludesse ad un avvicinamento in stile mafioso. La verità è quella detta, il consigliere viene contattato sulla sua utenza per recarsi in un Ufficio, al fine di essere messo in contatto diretto con un direttore generale che doveva sostanzialmente ammonirlo per aver espresso un giudizio politico. Se in tutto questo qualcuno vede un metodo mafioso, allora il sindaco anziché denunciare – per come anticipato- il consigliere Pingitore, per un post, bene farebbe a sporgere denuncia contro ignoti ed a tutela di un suo consigliere comunale (anche se non più di maggioranza), a cui invece dovrebbe manifestare solidarietà per l’accaduto. Questo sarebbe un alto profilo politico. Il sindaco Voce non ha bisogno di denunciare un consigliere comunale perché lo taccia di essere un “latratore seriale”, fermo restando – e rispondo alla domanda postami dal sindaco – che tale affermazione non potrà mai integrare il reato di diffamazione e – conclude Talerico – rientra pacificamente nell’esercizio del diritto di critica politica, se correttamente contestualizzata».
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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-12-31 16:39:29 da Redazione Corriere
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