Hashish, cocaina, un pilota di Formula 1 e un nobile decaduto. Sono gli elementi del processo che raccontano la storia iniziata l’8 novembre 2021, quando i carabinieri della Compagnia di Roma Trionfale fermano un’Audi per un controllo.
Trovano le sostanze stupefacenti e un coltello a serramanico. Sembra trattarsi di una banale faccenda di spaccio ma è il protagonista che la rende degna di nota.
L’uomo alla guida della macchina, infatti, è Luca Del Fante di Castel Arcione, conosciuto come il “Conte”.
Il nobile, meccanico ed ex proprietario di una pista di kart, ha ospitato nel suo circuito anche un giovanissimo Lewis Hamilton. Un rapporto, quello tra i due, così intimo che l’inglese lo ha citato anche nella sua biografia, “La mia storia”. Per ben sette volte.
A insospettire gli agenti delle forze dell’ordine era stato l’atteggiamento poco collaborativo e il nervosismo dell’uomo, allora cinquantacinquenne.
La voce tremante, la sudorazione in viso e l’incapacità di giustificare il motivo per cui si trovasse da quelle parti, all’incrocio tra la Cassia e via Grottarossa, lasciava intuire che nascondesse qualcosa.
Dopo aver proceduto con una perquisizione personale che non aveva portato a niente, gli agenti avevano deciso di procedere con l’esame dell’auto.
Dentro il cofano avevano trovato una borsa con all’interno qualche grammo di cocaina e hashish. E un’agenda con all’interno i nomi e gli importi relativi all’attività di spaccio. Una sorta di registro contabile, insomma.
I risultati della perquisizione hanno, poi, indotto le forze dell’ordine a procedere anche a una ricerca in abitazione del “Conte”. Lì, in una stanza nel castello medioevale in provincia di Roma dove risiede l’imputato, hanno trovato altra droga. Il bilancio finale è stato: 8,4 grammi di cocaina, l’equivalente di 42 dosi, e 20,48 grammi di hashish, più o meno necessari a ricavare 169 dosi. Oltre a questo, un altro coltello e un bilancino di precisione.
Luca Del Fante di Castel Arcione dovrà rispondere alle accuse che gli muove il pm Gianluca Mazzei. A difenderlo ci penseranno, invece, gli avvocati Leonardo Pallotta e Teresa Mercurio.
La storica pista di kart fondata dal nonno e dal padre del “Conte” oltre ad Hamilton aveva visto esercitarsi sui suoi percorsi anche Elio De Angelis, Andrea De Cesaris, Eddie Cheever, Emanuele Pirro, Giancarlo Fisichella. Poi nel 2006 , non avendo ottenuto l’omologazione per le gare, era stata lottizzata e ceduta a un imprenditore che al suo posto avrebbe dovuto costruire dei palazzi. Questo non è avvenuto e il circuito è andato in malora. Un po’ come successo al nobiluomo, stando a questa storia.
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-09-26 10:53:14 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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