ORBETELLO. Una vita tra canne, vento e silenzi. Oggi, domenica 1 giugno, Luigi “Gigi” Calchetti, orbetellano doc, compie ottant’anni.
Un traguardo importante per un uomo che ha fatto della natura la sua casa e della tutela dell’ambiente una missione. Storica guardia del WWF della laguna di Orbetello, Gigi è stato testimone e protagonista di decenni di trasformazioni ambientali, sociali e umane.
Il suo nome è legato in modo indissolubile a quel lembo d’acqua e cielo, dove il fruscio delle ali e il richiamo degli uccelli sono musica quotidiana.
Nel 1993 fu proprio Calchetti per primo, a registrare e leggere l’anello di un fenicottero ad Orbetello. Un gesto semplice ma carico di significato, che segnava l’inizio di una nuova epoca per lo studio e la salvaguardia degli uccelli migratori nella laguna.
Quel momento, inciso nella memoria degli ornitologi e degli ambientalisti, è diventato leggenda locale. Perché Gigi non si è mai limitato a “sorvegliare”: ha osservato, imparato, e trasmesso saperi antichi e moderni con una passione che non si spegne.
Accanto a lui, da sempre, Caterina, la sua roccia, che da cinquant’anni gli prepara il pranzo «perché lui mangia sempre fuori».
Un gesto d’amore quotidiano che racconta di complicità e cura. E poi i tre figli – Cristiano, Daniele e Tamara – cresciuti respirando il profumo della laguna e delle battaglie giuste. E infine i quattro nipoti: Marco, Beatrice, Chiara e Alice, che guardano al nonno con occhi pieni di meraviglia, come si guarda a un eroe gentile.
Quelli di “Gigi” Calchetti, sono ottant’anni portati con la leggerezza dei gabbiani e la fermezza delle radici. Gigi è molto più di un ex guardiaparco: è memoria viva, è esempio, è ponte tra ciò che era e ciò che verrà.
Ancora oggi, pur pensionato è sempre lì, in prima linea, a custodire, a vigilare attento ciò che accade in questo lembo di territorio spettacolare, unico.
Sulla laguna i fenicotteri Proseguono a danzare e in ogni battito d’ali c’è un pezzo del suo sguardo attento, della sua mano esperta, del suo cuore innamorato della vita selvaggia. Grazie, Gigi. E auguri. Perché chi custodisce la natura, custodisce anche le nostre anime.
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