Dietro un grande striscione, “Tanto la guerra non la vince nessuno”, e cantando in coro “Dove vola l’avvoltoio” (musica di Sergio Liberovici, testo di Italo Calvino: “I miei figli li do solo a una bella fidanzata che li porti nel suo letto, non li mando più a ammazzar”), oltre tremila bambini delle scuole multietniche del quadrante Casilino, Tor Pignattara, Centocelle, hanno animato una marcia per la pace e una manifestazione in Villa De Sanctis, per scandire, tutti insieme: “Cessate il fuoco”, facendo eco alle parole del Papa.
Si è avviata così la giornata pacifista degli over 5 di materne ed elementari e degli under 14 delle medie, con un girotondo che ha abbracciato tutti gli angoli del grande parco Casilino-Labicano per assistere alle ”magie” e alla malia degli artisti di strada, dai giocolieri alle trampoliere, e ascoltare la musica della Mala Banda, ormai di casa agli appuntamenti di donne, uomini, grandi e piccini, di buona volontà.
“È stata una giornata che accompagnerà la vita dei bimbi che oggi c’erano”, commenta Vania Borsetti, insegnante alla scuola elementare e media, Carlo Pisacane, quasi un’ammiraglia delle altre scuole, per la consistente presenza cosmopolita di alunni e studenti, in tutto 600.
Dalla Casilina a Centocelle, passando per Torpignattara, la comunità di famiglie di quel quadrante è stata scossa dai cori di pace di tanti innocenti, qui come nei quadranti mondiali immuni da bombe e morti o pervasi da questi. Gli stessi nomi delle scuole in campo richiamano l’impegno dei collettivi di insegnanti e allievi: dalla Iqbal Masih, intitolata al dodicenne pakistano ucciso dalla mafia dei tappeti per il suo impegno contro lo sfruttamento del lavoro dei minori, alla Rosa Parks, dedicata all’attivista americana contro il segregazionismo e per i diritti civili.
C’erano gli alunni, i loro genitori e gli insegnanti della Romolo Balzani, quelli degli istituto di via Laparelli e via dei Sesami, tutti aggregati sotto la direzione dell’istituto Simonetta Salacone che è il nome della direttrice per anni della Iqbal Masih e della Balzani. Proprio Salacone, scomparsa sei anni fa, ha lasciato a insegnanti, bambini e genitori un gran bel viatico per la Pace e la fratellanza dei popoli: “Non c’è altro antidoto alle guerre, che si nutrono di ingiustizie e di disuguaglianze, che la promozione di relazioni di amicizia e di collaborazione, di incontro e di accettazione reciproca”.
“Dove meglio che nella scuola di tutti, questo può diventare realtà?”, si chiedeva retoricamente”. E proprio questo suo testamento umano e politico è stato raccolto dalla preside Rossana Labalestra che due settimane fa ha lanciato l’appello sul sito di tutte le scuole aggregate alla Salacone: “No alla guerra, sì alla vita dei bambini”, come vuole l’articolo 6 della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, dei quali oggi si celebra la Giornata internazionale.
Sono state quattro ore di impegno en plein air, farcito di slogan, bandiere multicolori, cartelli fatti in casa, cori, giochi e sodalizi ritrovati, con tanti nomi, da Eva a Mia, da Afia a Mahim, a Febin e tanti sorrisi da riempire il cuore.
Tutti insieme, i bimbi bengalesi, cinesi, rumeni, egiziani, filippini, peruviani e di altre origini e nazionalità – fino ad arrivare a quota 18 – hanno mangiato cibi israeliani e palestinesi. E, con le mamme di mezzo mondo hanno infine intonato in coro “Prayer of the Mother”, la preghiera delle genitrici israeliane e palestinesi: “Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, ascolta la preghiera delle madri: porta loro la Pace”.
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-11-20 22:21:26 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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