GROSSETO. Si può bere l’acqua del rubinetto? Sì, si può bere. È purissima. L’acqua che arriva nelle case, con Acquedotto del Fiora, è garantita dal laboratorio di analisi interno dell’azienda, che ha sede in via Giordania e che, ogni giorno, verifica oltre 250 parametri.
L’investimento di AdF risale al 2022. Un investimento di oltre un milione e 400mila euro, che ha permesso di realizzare una struttura all’avanguardia, moderna e sostenibile. I locali, ricavati da ex uffici e da parte del magazzino della sede di via Giordania a Grosseto, sono stati completamente riprogettati tenendo presente il flusso dei campioni, così da evitare contaminazione tra di essi, e con l’obiettivo di ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori a sostanze pericolose.
Gli strumenti acquistati da AdF sono tutti di ultima generazione e permettono di disporre di tecniche analitiche avanzate, per avere attendibilità dei risultati anche in relazione alla matrice da analizzare.
Oltre alla strumentazione base, il laboratorio è dotato di apparecchi innovativi, tra cui il nuovo ICP MS a triplo quadrupolo, uno dei pochi presenti in Italia, che consente di analizzare matrici complesse con limiti di rilevamento superiori grazie alla sua capacità avanzata di rimozione delle interferenze.
Gli strumenti sono tutti automatizzati, in modo da aumentare l’affidabilità e la precisione delle analisi, l’ottimizzazione dei tempi di esecuzione e la protezione dei tecnici relativamente ad aspetti di sicurezza sul lavoro. In particolare spicca il robot per l’analisi automatizzata di vari parametri, dotato di un software di controllo che gestisce la sequenza ottimale per l’elaborazione dei campioni, anche complessi, attraverso la loro preparazione e/o digestione, aumentando produttività e flessibilità.
I controlli sulla qualità delle acque destinate al consumo umano effettuati da AdF si basano su un’appropriata scelta dei punti di controllo e delle frequenze di prelievo e mirano a verificare che l’acqua captata, trattata ed erogata dall’acquedotto nei 55 comuni gestiti non contenga sostanze o microrganismi pericolosi per la salute umana.
I controlli chimici, chimico/fisici e microbiologici, per assicurare la conformità ai limiti previsti dalla normativa di settore (D. Lgs 18/2023) e garantire la buona qualità dell’acqua distribuita, sono effettuati dal gestore del servizio idrico e dalle Asl su tutta la filiera di trattamento:
I controlli interni sono indirizzati alla verifica delle caratteristiche delle acque di approvvigionamento, all’efficacia dei trattamenti di potabilizzazione e al mantenimento della qualità dell’acqua nelle reti di distribuzione, fino ai punti di consegna alle utenze.
I controlli della Asl sono finalizzati alla verifica che tutti i parametri dell’acqua distribuita corrispondano ai requisiti di qualità indicati dal D. Lgs 18/23.
Nel piano di campionamento, condiviso con le Asl competenti, sono riportati i punti di prelievo, le frequenze e i parametri da analizzare.
L’intera rete dell’acquedotto è stata divisa in distretti qualitativi che rappresentano, ognuno, una zona dove l’acqua distribuita è qualitativamente omogenea. All’interno di ogni distretto sono stati individuati uno o più punti di prelievo rappresentativi, utilizzati sia nella rete dei controlli interni, sia in quella dell’Ente competente.
Tutti i punti di prelievo dei Comuni gestiti sono georeferenziati attraverso il sistema Gps, disponibili all’interno di Webgis e sono associabili alla tipologia qualitativa di acqua caratteristica di quel determinato distretto.
Per garantire la qualità dell’acqua erogata, AdF nel 2024 ha eseguito su acque potabili 4202 prelievi per un totale di 94.314 parametri, comprensivi di tutte le analisi eseguite per l’acquedotto nel suo complesso, che corrispondono ad una media di circa 258 parametri al giorno.
Parallelamente all’attività di controllo sulle acque destinate al consumo umano, AdF esegue i controlli sull’intero ciclo del processo depurativo: sui reflui in ingresso agli impianti di depurazione, nei diversi punti degli impianti per verificare l’efficienza dei trattamenti, e sulle acque restituite all’ambiente per la verifica della conformità alle prescrizioni normative e a quelle emanate dalle autorità competenti nelle autorizzazioni allo scarico.
Nel 2024 AdF ha eseguito su acque reflue 9.326 prelievi per un totale di 45.112 parametri, comprensivi di tutte le analisi eseguite per il processo depurazione nel suo complesso.
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Consumare acqua di rubinetto al posto della minerale è una fonte di benefici ambientali e di risparmio economico.
Secondo quanto pubblicato nel libro bianco «Valore acqua 2021» realizzato da The European House – Ambrosetti, che è stato presentato il 22 marzo 2021 in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, gli italiani risultano i più grandi consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia, con 200 litri pro capite consumati all’anno contro una media europea di 118 litri.
In un anno in Italia si utilizzano oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per le quali si impiegano 456mila tonnellate di petrolio e si emettono 1,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Solo un terzo delle bottiglie viene effettivamente riciclato; il resto finisce in discarica, inceneritore o dispersa nell’ambiente.
La produzione di 1kg di PET – equivalente a 25 bottiglie da 1,5 litri – consuma 2kg di petrolio e 17,5 litri d’acqua; il processo rilascia nell’atmosfera oltre all’anidride carbonica, idrocarburi, ossidi di zolfo, di azoto e di carbonio.
L’Italia si posiziona al 1° posto in Europa e al 3° posto mondiale per il consumo di acqua in bottiglia con 222 litri pro capite sebbene l’85% dell’acqua erogata dagli acquedotti italiani sia considerata di ottima qualità poiché proveniente da origini sotterranee e la restante parte rispetta in genere i severi parametri previsti dalla normativa nazionale ed europea.
Inoltre, nel 2023 è stata recepita in Italia la direttiva 2020/2184/UE con il DLgs 18/2023 relativa alle acque destinate al consumo che aggiorna la precedente direttiva europea 98/83/CEE.
Le nuove regole introdotte rappresentano uno degli standard più elevati al mondo per l’acqua potabile, in linea con l’ambizione di inquinamento zero annunciata nel Green deal europeo. Ciò risponde anche alla prima iniziativa dei cittadini europei di successo, “Right2Water”, che ha raccolto 1,6 milioni di firme a sostegno del miglioramento dell’accesso all’acqua potabile sicura per tutti gli europei”.
Per garantire l’elevata qualità dell’acqua potabile, la direttiva include standard di sicurezza aggiornati, introduce una metodologia per identificare e gestire i rischi di qualità nell’intera catena di approvvigionamento idrico, stabilisce un elenco di controllo di sostanze emergenti come microplastiche, interferenti endocrini, nonché come nuovi tipi di sostanze chimiche da monitorare e introduce disposizioni di conformità per i prodotti da utilizzare a contatto con l’acqua potabile. Vi sono inoltre obblighi per gli Stati membri di migliorare e mantenere l’accesso all’acqua potabile per tutti, e in particolare per i gruppi vulnerabili ed emarginati.
I recenti studi relativi all’utilizzo di acque minerali confermano la presenza di microplastiche e dei loro additivi nelle bottiglie dell’acqua. La tossicità relativa a tali sostanze non è ancora nota, non sono infatti ancora disponibili studi conclusivi sull’uomo, benché l’attività di interferenza endocrina sia stata riscontrata in animali esposti a inquinamento ambientale. È comunque dimostrato che la cessione di sostanze da parte delle bottiglie di plastica e dei loro tappi aumenta in relazione allo stress esercitato, al design strutturale del collo della bottiglia ed al riutilizzo delle stesse.
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