Il lavoro unisce, la salute divide: Beko e punto prelievi a Campo P…

Il lavoro unisce, la salute divide: Beko e punto prelievi a Campo P…


ASCOLI – Il sindaco Fioravanti e il consigliere Ameli protagonisti della prima parte del Consiglio comunale. Per il primo cittadino, le strutture attive sono più che sufficienti per il fabbisogno locale, mentre sul rischio chiusura opposizione e maggioranza sono pronte a unire le forze per scongiurare un vero e proprio dramma sociale ed economico

 

di Federico Ameli

 

Consiglio comunale decisamente ricco di spunti di riflessione quello andato in scena oggi, martedì 26 novembre, nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani, dove l’ordine del giorno prevede un menù molto variegato, capace di tenere i consiglieri del Comune di Ascoli impegnati in quasi 4 ore di discussione.

 

A dare il via alla seduta consiliare, dopo il benvenuto rivolto dall’assemblea al nuovo Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Barbara Lucianetti, è il consigliere Francesco Ameli, capogruppo in Consiglio per il Partito Democratico e primo firmatario di un’interrogazione al sindaco Marco Fioravanti sottoscritta da tutti i colleghi dell’opposizione.

 

Il lavoro unisce, la salute divide: Beko e punto prelievi a Campo P…

Barbara Lucianetti e il presidente del Consiglio comunale Alessandro Bono

Il tema, come già anticipato nei giorni scorsi, è rappresentato dalla situazione del punto prelievi della palazzina ex Gil, attivato nel 2013 e chiuso in piena emergenza sanitaria nel 2020. A distanza di qualche anno, i consiglieri di minoranza chiedono lumi al primo cittadino sulle intenzioni dell’Amministrazione, anche alla luce della volontà annunciata dall’allora Area Vasta 5 di ripristinare il punto prelievi di Campo Parignano al termine della pandemia.

 

«Quando si parla di sanità e salute dobbiamo dare seguito alle parole – esordisce il consigliere Ameli – Abbiamo sempre sostenuto la necessità di avere dei punti di accesso alla salute diffusi sul territorio, e il punto prelievi dell’ex Gil ne è un esempio.

 

Il cittadino deve avere tutti i servizi a disposizione nelle vicinanze della propria abitazione, utilizzando le strutture ospedaliere solo in caso di necessità.

Francesco Ameli

 

A ottobre 2020 la direzione sanitaria parlava di una riapertura: chiediamo al Comune quali siano le azioni messe in campo in questo senso e, in alternativa, se siano stati valutati altri interventi per favorire la ripresa delle attività in un centro prelievi a Campo Parignano.

 

L’unico centro attualmente attivo all’interno del sistema pubblico è all’ospedale Mazzoni, mentre nei punti prelievo l’utente è obbligato a pagare anche se si tratta di prestazioni coperte dal sistema sanitario nazionale, essendo ormai terminato il budget stanziato per i servizi effettuati nelle strutture private».

La palazzina ex Gil

 

Dal punto di vista dell’opposizione, l’assenza di un punto prelievi andrebbe a penalizzare i numerosi rappresentanti della fascia di cittadinanza over 60 che risiedono in zona, persone che per diverse ragioni fanno fatica a spostarsi in auto o a usare i mezzi pubblici per raggiungere l’ospedale Mazzoni a Monticelli o, in alternativa, le altre strutture private cittadine.

 

«Ricordo che nel 2020 non era presente nessun’azienda sanitaria di Ascoli Piceno, istituita solo nel 2023, bensì esisteva un’azienda territoriale unica con sede ad Ancona – precisa il sindaco Marco Fioravanti nel suo intervento – Si tratta di una centralizzazione portata avanti dalla precedente Amministrazione regionale, che abbiamo sempre contestato, e per questo non poteva essere assunto alcun impegno. Ho delle domande: chi è che ha formalizzato quest’impegno sulla riapertura? La direzione generale di Asur ad Ancona? Come poteva assumere un impegno in pandemia senza sapere cosa sarebbe successo in fase post pandemica? Oggi l’attuale direzione non ha rilevato alcuna documentazione in cui è stato formalizzato alcun impegno.

Marco Fioravanti

 

Nel territorio comunale sono attivi 5 punti prelievi, di cui 4 privati e accreditati. Dal post Covid è stato ampliato anche il servizio di prelievi a domicilio per anziani e disabili. Oggi i punti sono sovradimensionati rispetto alle necessità locali in tutta la provincia e non rappresentano un incentivo a partecipare a programmi di prevenzione e screening oncologici, che purtroppo hanno scarsa adesione a livello locale».

 

A questo proposito, per Fioravanti il problema non sarebbe rappresentato dalla mancanza di punti prelievo, bensì dalla carenza di sensibilizzazione, che l’Amministrazione comunale e l’Ast stanno cercando di colmare attraverso una campagna di comunicazione dedicata.

 

«Questa risposta non è sufficiente – replica Ameli – Il sindaco ci deve dire se l’Amministrazione intende perorare la causa della riapertura. Ad oggi la sua risposta corrisponde a un no, e dovrete dirlo agli anziani, alle mamme e ai bambini.

 

In una nota dell’ottobre 2020, con Acquaroli e l’assessore Saltamartini già in Regione, si parlava chiaramente di riapertura. Ora perché non siete più d’accordo?

Il Consiglio comunale

 

I prelievi a domicilio, inoltre, ci sono sempre stati – ribadisce – Presenteremo una mozione per chiedere la riapertura e spero che tutti i consiglieri, anche di maggioranza, possano votare a favore per una riapertura che interessa i residenti di Campo Parignano, Porta Cappuccina, del centro storico e tutti coloro che ne hanno bisogno».

 

In attesa di sviluppi sul fronte punto prelievi, con l’assemblea pronta a procedere con gli altri temi all’ordine del giorno, l’opposizione gioca un jolly a sorpresa, presentando un’interrogazione su una “questione urgente”.

 

Definizione mai così accurata, dato che al centro della proposta della minoranza c’è la volontà di approfondire la questione Beko, che in questi giorni sta tenendo in scacco i destini di migliaia di famiglie, a Comunanza e non solo.

 

«Da fonti sindacali, ci risulta che sono 50 i lavoratori ascolani Beko e delle aziende dell’indotto a rischiare il posto di lavoro perché una multinazionale ha scelto da un giorno all’altro di chiudere uno stabilimento – prosegue, nuovamente, Francesco Ameli

Il sindaco Sacconi al Mimit durante uno dei tavoli con la Beko, nel giugno 2024

 

Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i lavoratori colpiti da questa possibile chiusura, ma crediamo che la politica non debba fermarsi alle mere dichiarazioni di intenti, mettendo in atto soluzioni a tutela del territorio. Se chiude Comunanza, chiude anche il Piceno: avremo famiglie anche di Ascoli in difficoltà, al di là di un principio solidaristico in cui il capoluogo deve svolgere una funzione di guida per il territorio, come sottolineato più volte dal sindaco.

 

Dobbiamo mettere in atto delle iniziative pratiche, richiedendo a Provincia, Regione e Governo di attivarsi per richiedere la Golden power. Se avessimo attivato la Zona Economica Speciale, oggi avremmo avuto nel Piceno l’opportunità di intervenire con azioni immediate e forse la multinazionale non avrebbe fatto altre strategie aziendali.

 

Spero che il sindaco condivida la necessità di sollecitare per rifinanziare l’unica misura attualmente a disposizione, l’Area di Crisi industriale complessa del Piceno, nell’ambito della legge di bilancio che andrà ad approvazione a fine anno, mettendo in campo dei bandi ad hoc per le aziende dell’area del cratere e rilanciando Comunanza e il territorio provinciale anche attraverso una possibile diversificazione della produzione in caso di chiusura».

 

In questo caso, l’appello dell’opposizione trova terreno fertile nel ragionamento del sindaco Fioravanti.

Fioravanti e Acquaroli

 

«È importante attivare un tavolo politico trasversale per avanzare una vera lotta di territorio e di giustizia, perché queste aziende hanno preso risorse dal territorio e le maestranze che abbiamo in regione difficilmente si trovano altrove – afferma il sindaco – Questi operai hanno costruito anche la ricchezza di questi gruppi.

 

Insieme al governatore Acquaroli e al sindaco Sacconi abbiamo già aperto un tavolo in Regione un mese fa, lavorando giorno dopo giorno con un’interlocuzione costante con il ministro Urso e avviando un lavoro di studio economico, anche sulle ricadute per il territorio, da condividere con l’azienda nei prossimi giorni. In caso di chiusura perderemo 1.150 dipendenti, il 10,5% di occupazione in quel territorio, il che sancirebbe la morte delle aree interne del Piceno. Dobbiamo attivare subito attivare una battaglia insieme, creando le condizioni politiche per non far andare via altre aziende e attrarne di nuove.

 

Mi trovate disponibile e al vostro fianco su questa interrogazione per una battaglia di giustizia, sociale e culturale. È importante, però, evitare strumentalizzazione politiche».

 

Punto prelievi dell’ex Gil, le opposizioni: «Servizio essenziale ancora sospeso, subito la riapertura»

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www.cronachepicene.it è stato pubblicato il 2024-11-26 22:32:30 da Federico Ameli


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