LECCE – Ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo del Lecce nell’annata 2011/2012, Carlo Osti. Quindi conosce bene la piazza salentina. Inoltre, ha lavorato a più riprese con Marco Giampaolo che, da lunedì, ha preso il posto di Luca Gotti sulla panchina della formazione giallorossa.
«L’ho quasi tenuto a battesimo come allenatore in seconda – racconta Osti – Era la stagione 2002/2003 e lavoravo per il Treviso, club che militava in C1. Giampaolo aveva vissuto due esperienze con il Pescara ed il Giulianova. Lo volli come vice dell’italo-argentino Aldo Ammazzalorso. Vincemmo il campionato, approdando in B. Poi fu confermato nel 2003/2004, nonostante nel frattempo avessimo ingaggiato Adriano Buffoni come primo. Ci piazzammo al quindicesimo posto. Già all’epoca, Marco era un grande lavoratore ed amava approfondire tanti aspetti del gioco del calcio. Naturalmente non aveva ancora lui la piena responsabilità della conduzione tecnica della squadra».
A distanza di circa dodici anni, le strade di Osti e Giampaolo si sono incrociate nuovamente: «Lui era reduce dall’ottimo torneo di massima serie disputato alla guida dell’Empoli, mentre io ero il direttore sportivo della Sampdoria, con Massimo Ferrero presidente. Gli proposi di dirigere la compagine blucerchiata e lui accettò. Così iniziò una collaborazione che si è rivelata proficua e che durò tre stagioni ricche di soddisfazioni. Nelle prime due centrammo il decimo posto, mentre nella terza conquistammo la nona posizione. La squadra esprimeva un bel calcio. A Marco arrivò la chiamata da parte del Milan, una chance importante per chiunque. Con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto anche sul piano umano perché è una persona di spessore».
Osti e Giampaolo si sono ritrovati nuovamente nel 2022, sempre alla Sampdoria, con Marco Lanna diventato presidente al posto di Ferrero a torneo in corso. Il dirigente di Vittorio Veneto era il responsabile dell’area tecnica, con Daniele Faggiano direttore sportivo. Il trainer di Bellinzona è subentrato a sedici turni dalla fine dell’annata agonistica, pilotando il team blucerchiato verso la salvezza, ottenuta con il quindicesimo posto. Confermato nel 2022/2023, però, la sua avventura è durata appena otto giornate, in una stagione tormentata e caotica per la società, terminata con la retrocessione tra i cadetti.
«Definirei Giampaolo un “artigiano del campo di calcio” – sostiene Osti – Lui lo studia, matura le sue idee e prova ad applicarle dando una organizzazione alle formazioni che guida. Gli piacciono le squadre che esprimono un buon gioco, predilige il possesso palla. Ma le sue scelte dipendono anche dai calciatori che ha a disposizione. Né potrebbe essere diversamente perché sono loro a dovere mettere in atto le strategie che detta». L’ex direttore sportivo del club salentino si sofferma su un altro aspetto: «Marco sa entrare immediatamente in sintonia con il gruppo e con i singoli giocatori che allena perché è un empatico, nonostante non parli tantissimo».
A Treviso, da vice di Ammazzalorso prima e Buffoni dopo, il modulo di riferimento dell’undici veneto era il 4-4-2: «All’epoca era il sistema adottato quasi universalmente. Alla Sampdoria prediligeva il 4-3-1-2. Nella sua carriera, che io ricordi, ha sempre puntato sulla difesa a quattro».
In occasione della presentazione come nuovo trainer del Lecce, Giampaolo ha sottolineato che oggi si gioca «uomo contro uomo» e non ci sono più «sistemi di gioco unici, in quanto si difende in un modo e si attacca in un altro». «Ho letto le sue dichiarazioni – chiosa Osti – Sono curioso di vedere cosa proporrà in questa esperienza sulla panchina giallorossa, sulla quale penso possa farsi apprezzare. Fermo restando che il calcio non è una scienza esatta ed i risultati dipendono da numerosi fattori. Intanto, reputo giusto che Marco sia tornato sul palcoscenico della serie A. Quella salentina è una “piazza” di livello, che vanta un seguito importante di tifosi. Spero riesca a dimostrare tutto il proprio valore». Sul campionato in corso, giunto alla dodicesima giornata, dice: «Ci sono sette formazioni che lotteranno sino in fondo per l’ammissione alle coppe europee, tra le quali tre o quattro si contenderanno lo scudetto. Altre tre o quattro, sgomiteranno nel mezzo. Le restanti nove-dieci battaglieranno per cercare di meritare la permanenza. Il Lecce è tra queste ed il suo compito è quello di restare nel gruppone per poi giocarsi al meglio le proprie carte in primavera, quando si decideranno i giochi. La classifica è cortissima, sia nelle prime posizioni che in coda. Ad oggi la bagarre è avvincente perché coinvolge numerose compagini». Sul cammino fatto sin qui dal complesso salentino afferma: «Luca Gotti non è stato certo fortunato. Penso al match con il Torino, nel quale i giallorossi hanno giocato benissimo, ma non sono riusciti ad imporsi, oppure alla sfida con il Parma, condotta per 2-0 sino al recupero e poi pareggiata per due gol incassati al 93’ ed al 95’, dopo avere sciupato il 3-0. La squadra ha dei valori».
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-15 13:05:50 da
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