Il nuovo tariffario colpisce le diagnosi tumorali

Il nuovo tariffario colpisce le diagnosi tumorali


PALERMO – Tumore alla prostata, con il nuovo tariffario nazionale il prelievo ematologico per verificare il Psa viene rimborsato, alle aziende sanitarie, con un importo inferiore del 55% rispetto al passato.

A rischio ci sono le diagnosi più delicate. “È un fatto gravissimo – spiega Pietro Miraglia, presidente di Federbiologi e già presidente dell’Ordine dei biologi – che colpisce i pazienti in difficoltà. Le strutture dovrebbero sostenere un costo maggiore del rimborso per garantire la prestazione, è impossibile”.

Sanità, colpiti gli esami oncologici

“Il Psa viene pagato dal servizio sanitario nazionale 3 euro, quando per eseguirlo ci vogliono almeno 6 euro”, sottolinea il rappresentante dei biologi.

“La situazione è tragica – continua – i marcatori tumorali, l’alfaproteina, hanno un rimborso del 60% in meno rispetto al 2024 e non possono essere erogate queste prestazioni”.

Miraglia non nasconde la preoccupazione per le diagnosi più importanti, legate “all’epatite, le analisi sulla procreazione e molte altre”.

I marcatori tumorali

I laboratori privati convenzionati si trovano davanti a un bivio: “La struttura – spiega Miraglia – dovrebbe spedire il malato in ospedale. Anche se c’è lo 048 (codice della patologia oncologica), come possiamo dire noi a un paziente ‘non posso erogarti le prestazioni perché non arrivo a coprire i costi?’”.

Imprenditori e professionisti temono di “non poter più eseguire” gli esami di laboratorio sottocosto. “Così – tuona il rappresentante di Federbiologi – andiamo incontro al fallimento delle strutture e nel futuro ci sarà qualcuno che acquisterà tutto e farà business. Vogliono smantellare la medicina che è sul territorio, che eroga centinaia di milioni di prestazioni”.

sanità pietro miraglia
Pietro Miraglia

Il “tariffario parallelo”

Il nuovo tariffario si scontra con la durata delle ricette del 2024, predisposte dai medici e i relativi codici, che valgono per 6 mesi dal momento dell’emissione: “Si è creato un tariffario parallelo a quello vigente, che si applica alle vecchie ricette. Le persone che avevano ottenuto le prescrizioni per esami radiologici, cardiologici e altri, sono andate a finire nelle liste d’attesa, ma con codici diversi rispetto a quelli del nuovo nomenclatore in vigore”.

Un doppio binario quindi, i pazienti con le ricette dell’anno appena trascorso potranno ottenere le prestazioni sulla base dei vecchi importi corrisposti alle aziende sanitarie. Per le nuove richieste di prestazioni, invece, si deve applicare il nuovo tariffario. Bisogna gestire una doppia contabilità anche per prestazioni identiche.

Parliamo di 1.500 nuovi codici – sottolinea Miraglia – che sono stati attribuiti alle patologie, si è creato il caos della sanità”.

“Volo non ci ha ricevuti”

Il nomenclatore tariffario è stato varato il 27 dicembre, poi sospeso dal Tar Lazio e riammesso in vista della Camera di consiglio del prossimo 28 gennaio. Miraglia rivendica di aver “chiesto all’assessore Volo e al direttore generale dell’assessorato, come Federbiologi, un incontro per discutere del nomenclatore tariffario e non ci hanno ricevuti. Siamo di fronte a una situazione gravissima, con un decreto varato nel giro di 48 ore a fine 2024”.

Le nuove tariffe peggiorano lo scenario fortemente compromesso della sanità regionale. Federbiologi ha convocato tutti gli iscritti in una riunione regionale a Caltanissetta: sarà successivamente organizzata una protesta davanti alla presidenza della Regione.

Lo scopo è quello di “chiedere al presidente Schifani e al governo nazionale di finanziare le prestazioni di patologia clinica, dato che la legge finanziaria per 2025 permette alle Regioni anche col piano di rientro di aumentare le tariffe con i fondi Regionali”.

“Cosa chiediamo alla politica”

Miraglia manda un messaggio ai rappresentanti istituzionali e agli esponenti politici. “La politica è assente, perde tempo. Da vecchio analista dico che loro non abbatteranno mai le liste d’attesa. Bisogna controllare i medici e finanziare il comparto”.

I biologi confidano nella decisione del Tar Lazio, ma non si fermano: “Ho detto ai miei iscritti di acquisire anche le nuove ricette, poi si vedrà quello che dovremo fare, non possiamo permetterci di lasciare queste persone allo sbando, inizierà una forte vertenza per i rimborsi e chiederemo anche i danni. Nel frattempo – conclude – ci sono dipendenti sospesi, che rischiano il licenziamento”.

L’articolo “Il nuovo tariffario colpisce le diagnosi tumorali”
livesicilia.it è stato pubblicato il 2025-01-13 12:02:33 da Antonio Condorelli


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