Presidente Meloni: Grazie dell’invito.
Direttore Belpietro: Grazie, grazie al Presidente. Questa è la seconda edizione, lei era venuta anche alla prima. Io mi riprometto di invitarla anche alla terza. Lo dico subito qui per strapparle immediatamente una promessa.
Presidente Meloni: Direttore, ne riparliamo il prossimo anno. No, volentieri, vengo sempre. Quando posso vengo sempre.
Direttore Belpietro: Ma perché solo il prossimo anno? Anche i prossimi, no? C’è tempo, la legislatura va avanti, poi ci sarà una campagna elettorale, poi ci sarà un’altra legislatura, quindi io l’aspetto qui.
Presidente Meloni: Vediamo Drettore, non mettiamo il carro davanti ai buoi, si dice dalle mie parti.
Direttore Belpietro: Senta, partiamo subito dalla questione che ha fatto discutere in questi giorni, cioè della questione del vado ai seggi ma non ritiro la scheda. Cosa c’è di tanto strano? Perché ha scelto di fare una cosa del genere? Si aspettava tutta questa polemica?
Presidente Meloni: La polemica ormai me l’aspetto su qualsiasi cosa, dopodiché perché ho scelto di dire che andrò al seggio ma non ritirerò la scheda. Ho scelto di dire che vado al seggio banalmente perché sono il Presidente del Consiglio dei Ministri, penso che sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne, dare un segnale di rispetto nei confronti dell’istituto referendario. Dopodiché, con sfumature diverse, non condivido i contenuti dei referendum e come sempre nella storia di questa Nazione, quando non si condividono i contenuti di un referendum c’è anche l’opzione della astensione, perché come ci insegna un Partito serio in Italia, non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori. Allora non ho capito è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori solo di sinistra o è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori anche che non sono di sinistra? Allora, io penso che su queste cose bisogna essere seri, nella storia della Repubblica italiana tutti i partiti, a fasi alterne, hanno fatto campagne per l’astensione ai referendum quando non condividevano i referendum e penso che i diritti valgano per tutti. Dopodiché, aggiungo anche che secondo me c’è un tema di “metodo” perché molti di quelli che mi redarguiscono per questa scelta sono stati al governo negli ultimi dieci anni. Ora qui parliamo di referendum che tendenzialmente per la gran parte aboliscono delle leggi o parti di leggi fatte dalla sinistra, che adesso la sinistra che sta all’opposizione chiede di abolire, quindi “se la cantano e se la suonano” sempre a Roma si dice, o comunque fanno e disfano, ma io penso che se le materie che si pongono oggi all’attenzione degli italiani fossero state così dirimenti, la sinistra, quando governava questa Nazione, le poteva tranquillamente modificare in Parlamento. Invece di chiedere di spendere altri 400 milioni di euro per interrogare gli italiani su qualcosa che il Parlamento poteva fare tranquillamente e che queste persone avrebbero potuto fare tranquillamente.
Dopodiché non metto bocca perché rispetto l’istituto referendario, è una questione che mi pare più interna alle varie correnti della sinistra, segnalo sommessamente che la cosa che ho dichiarato io l’hanno dichiarata anche diversi esponenti attuali di massimo spicco del Partito Democratico che hanno dichiarato che su alcuni referendum si recheranno alle urne ma non ritireranno la scheda, mi pare Guerini, Picierno, e altri. E quindi torno alla domanda iniziale, abbiamo gli stessi diritti o abbiamo dei diritti più ristretti? Io non penso che abbiamo dei diritti diversi da quelli della sinistra e quindi rivendico questa decisione.
Direttore Belpietro: Ma lei pensa che sia un referendum dentro la sinistra, cioè per decidere quale delle due fazioni è favorevole oppure no?
Presidente Meloni: Io penso che sia tutta una questione interna alla sinistra perché ripeto parliamo di questo, parliamo di norme fatte da loro che adesso loro chiedono di abrogare, è tutta una cosa a quale noi siamo entrati così insomma…
Direttore Belpietro: Siete quasi spettatori.
Presidente Meloni: No, beh, spettatori non siamo mai perché facciamo politica però, sì, mi pare più una questione interna. Dopodiché ovviamente si deve per non dire che c’è un avversario interno si deve cercare un nemico esterno e si sta montando questa campagna contro chi dice che l’opzione dell’astensione al referendum come hanno detto fior fiore di Presidenti della Repubblica, come hanno di fatto previsto i padri costituenti quando hanno messo un quorum per i referendum abrogativi, quindi per non dire che c’è un problema interno alla sinistra si cerca come sempre di scaricare le responsabilità su di noi. Ma penso che gli italiani vedano qual è la realtà delle cose.
Direttore Belpietro: Lei ha detto prima con sfumature diverse ho delle opinioni sui vari quesiti referendari. Ma sul tema della cittadinanza che opinione ha?
Presidente Meloni: Sono contraria a dimezzare i tempi della cittadinanza. Sono contrarissima a dimezzare i tempi della cittadinanza, continuo a ritenere che la legge sulla cittadinanza in Italia sia una ottima legge, tra l’altro molto aperta, nel senso che noi siamo da svariato tempo tra le Nazioni europee che ogni anno concede il maggior numero di cittadinanze e quindi non sono per modificare i tempi della cittadinanza.
Cosa diversa è modificare e accelerare l’iter burocratico una volta che si ha il diritto di accedere alla cittadinanza per ottenerla ed è una materia che come sa ci interessa sulla quale lavoriamo. Ma io non sono per dimezzare i tempi della cittadinanza e quindi non contribuirò ad aiutare un referendum che vuole portare a cinque anni i tempi per la concessione della cittadinanza alle persone straniere in Italia.
Direttore Belpietro: Presidente, prima le ho fatto la battuta sulla legislatura, arriveremo alla fine, quindi io la inviterò, e forse anche su una legislatura futura. Perché ogni tanto, innanzitutto non è mai accaduto che un governo concludesse la legislatura. L’unico caso che io ricordi è quello del Governo Berlusconi, ma si fece un rimpasto e quindi si nominarono altri ministri. Un governo che è stato incaricato all’inizio della legislatura e arriva alla fine nella storia della Repubblica non c’è. Quindi, siccome ogni tanto leggo di contrasti tra i gruppi che compongono la maggioranza, secondo lei c’è una manovra per provare a mandare a casa questo governo e magari costituire una nuova maggioranza, soprattutto in vista della prossima legislatura, che fra l’altro, lo dico qui, dovrà persino designare il futuro Presidente della Repubblica?
Presidente Meloni: Guardi, che si tenti di osteggiare il Governo mi sembra la cosa più naturale del mondo, che ci si riesca mi pare oggi la cosa più difficile, nel senso che la maggioranza è una maggioranza compatta che lavora bene, e, come ho detto tante volte, la compattezza di una maggioranza al di là delle letture si vede dalla quantità di risposte che è in grado di produrre, e mi pare che questo Governo di risposte ne abbia date, ne abbia date molte. Approfitto per offrire una informazione perché anche stamattina e ogni volta che io convoco una riunione con i ministri del Governo particolarmente se è una riunione con i Vice Premier, il giorno dopo c’è qualcuno che scrive che io ho bacchettato qualcuno dei miei ministri o qualcuno dei Vice Premier. Questo non è accaduto. E io davvero, Belpietro, pongo la questione anche davvero per interrogare la stampa, perché sono francamente molto colpita dal fatto che troppo spesso vengano raccontate delle ricostruzioni di cose che non sono mai accadute. Io ho fatto una riunione ieri sulle materie dei prossimi vertici che ci saranno questo mese, dei vertici importanti, non c’è stato alcuno screzio, non c’è stato nessuno che bacchettava nessuno e soprattutto io non faccio la maestra, e sono fiera del lavoro dei miei ministri e particolarmente dei miei Vice Premier. Sono fiera del lavoro di Matteo Salvini, in un Ministero oggettivamente particolarmente complessa. E quindi, al di là delle promesse che in molti possono covare, al di là di alcune ricostruzioni che a volte mi sembrano più fatte per determinare dei fatti, piuttosto che per raccontare dei fatti, io lavoro perché questa legislatura arrivi al termine con questo Governo. È per me la sfida più grande che noi possiamo affrontare, che possiamo vincere. Credo che la riforma più grande che abbiamo dato finora a questa Nazione sia la riforma della stabilità, lei non ha idea Direttore di quante volte quando io parlo con un mio omologo all’estero mi si dice che con l’Italia era molto difficile lavorare prima perché ogni volta che incontravi il tuo omologo l’interlocutore era cambiato. Io so che dare stabilità a questa Nazione significa cambiare tantissime cose, significa dare una strategia, significa dare un posizionamento, significa rassicurare gli investitori, significa avere una capacità di fare una politica di medio termine, significa avere la capacità di fare una politica di bilancio per la quale non devi per forza spendere più dei soldi che hai per cercare di costruire consenso facile, perché hai il tempo per vedere i risultati di riforme strutturali. Cioè significa cambiare tutto e guardi, sta cambiando perché noi negli ultimi giorni abbiamo fatto un’ultima emissione di BTP e abbiamo messo sul mercato diciassette miliardi di euro e sono arrivate richieste per duecentodieci miliardi di euro. Sa che significa questo? Che noi siamo considerati solidi, che noi siamo considerati sicuri e fa la differenza, Direttore. Fa la differenza quando vuoi portare gli investimenti esteri, fa la differenza quando vuoi chiedere anche agli italiani di investire perché chiaramente la prevedibilità no? La certezza che non cambierà tutto in poco tempo fa la differenza in questo ambito. E io farò tutto quello che posso per arrivare alla fine di questa legislatura con questo Governo. Poi ovviamente non dipende solamente da me, ma guardi sono ragionevolmente ottimista che le cose andranno così e quindi le tante promesse che ho sentito in questi anni di ribaltoni – ho visto lista di ministri di governi tecnici… o cose oggettivamente allegre e bizzarre – poi si devono confrontare con la realtà.
Direttore Belpietro: Anche se ci fosse un risultato non positivo delle prossime regionali?
Presidente Meloni: Guardi, un risultato non positivo delle prossime regionali… Si vota per cinque regioni e voglio dire se dovessimo calcolare questo come un metro oggettivo di dove è la maggioranza degli italiani mi corre l’obbligo di ricordare che da quando è iniziata questa legislatura attualmente siamo undici a tre. E quindi diciamo il gap non sarebbe già recuperabile Direttore, poi faremo del nostro meglio ovviamente con la nostra compattezza, con la nostra dedizione, per presentare delle candidature di persone che possano essere credibili, autorevoli e vincenti, ma insomma direi che non è un elemento dirimente per la tenuta della legislatura.
Direttore Belpietro: Lei prima diceva quando incontro gli altri Premier di altri Paesi mi dicono della stabilità… ma in realtà leggendo alcune ricostruzioni ma soprattutto le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’opposizione, l’Italia, e quindi anche lei che la rappresenta, sarebbe isolata. E lei viene anche da un incontro con il Presidente Macron. L’abbiamo ricostruito questo isolamento, l’abbiamo rotto?
Presidente Meloni: Guardi, sull’isolamento non rispondo proprio. Penso che le persone dotate di senno vedano la realtà delle cose. Tutto si può dire fuorché che l’Italia sia isolata. Piuttosto credo che l’Italia abbia ritrovato un suo protagonismo, che lo abbia fatto con l’autorevolezza e con la franchezza che secondo me le devono essere proprie, penso che quello su cui non ci capiamo è il seguente. Dopo la caduta dell’ultimo governo di centrodestra si è tentato di passare il messaggio che l’unico ruolo possibile per l’Italia in politica estera fosse quello dello “junior partner” di Francia e Germania. Io sono oggettivamente un tantino più ambiziosa, penso che l’Italia debba ricordarsi che è una grande Nazione, che ha una potenza economica, che ha fondato l’Unione europea, che ha fondato la NATO, la cui centralità, il cui peso è riconosciuto all’estero. Se noi siamo consapevoli del nostro peso, e quindi è evidente che bisogna andare d’accordo, che si cerca di avere cooperazione, collaborazione, buoni rapporti con la Francia, con la Germania, io ho un ottimo rapporto con il nuovo cancelliere tedesco, con Emmanuel Macron abbiamo fatto un bilaterale di tre ore, ma le materie che Francia e Italia insieme lavorano sono una infinità. Dopodiché però penso anche che l’Italia debba rivendicare una cooperazione tra pari e debba rivendicare una sua autonomia esattamente come fanno tutti gli altri. Non penso che il ruolo dell’Italia debba essere quello di fare la ruota di scorta di Francia e Germania, penso che noi possiamo giocare un’altra partita, penso che oggi tutti abbiano fatto i conti con questa nuova linea di politica estera italiana, e penso che questa nuova linea di politica estera italiana più consapevole, di fatto dimostri che noi possiamo avere e giocare un altro ruolo e quindi intendo andare avanti nella mia linea di politica estera e gli altri continuino anche a dire che sono isolata se li fa sentire meglio.
Direttore Belpietro: Ci saranno altri incontri con Macron?
Presidente Meloni: Guardi, ci sono solo questo mese altri tre vertici per cui vedo fra un po’ più Macron di mia figlia, nel senso che noi siamo sempre ormai impegnati… c’è il vertice NATO, c’è il G7, c’è il Consiglio europeo… guardi passerò praticamente dieci giorni con tutti gli altri leader tra una cosa e l’altra, quindi sì, ci saranno molti altri incontri particolarmente nel mese di giugno.
Direttore Belpietro: Ma anche con Trump ce ne sono stati alcuni.
Presidente Meloni: Anche con Trump ce ne sono stati diversi e ce ne saranno di nuovo. Nel Vertice NATO e G7, c’è anche il Presidente Trump, quindi vede siamo… ci frequentiamo molto.
Direttore Belpietro: In queste riunioni con Trump, con Ursula von der Leyen, si arriva al dunque dei dazi secondo lei?
Presidente Meloni: Guardi, io ci sto lavorando molto, penso che il lavoro diplomatico che l’Italia ha fatto per favorire un avvicinamento sia stato molto utile, dopodiché il dossier in sé non è nelle nostre mani, è nelle mani della Commissione, ovviamente non sono gli Stati membri che trattano, io ho dato i miei consigli alle persone che sono coinvolte. Penso che ci sia forse, a volte, anche un problema di comunicazione, da una parte un approccio molto di dettaglio che è quello della Commissione europea e dall’altro un approccio più politico, quindi bisogna riuscire a trovarsi però io sono sufficientemente positiva sul fatto che continuando a favorire momenti di incontro, continuando a favorire anche una composizione che va oltre il tema specifico dei dazi ma che riguarda il rapporto transatlantico e il ruolo dell’Occidente nell’attuale dimensione. Che è una dimensione nuova e particolare con la quale noi dobbiamo fare i conti perché noi siamo stati abituati, Direttore, a un mondo nel quale bene o male quando ci occupavamo di noi stessi ci occupavamo anche di tutto il resto. Oggi non è più così. E lo stiamo vedendo. E quindi noi dobbiamo ripensare il nostro ruolo e ci dobbiamo incassare il nostro ruolo nel mondo e penso che lo possiamo fare solamente insieme, il famoso “make the west great again”, penso che lo possiamo fare solamente insieme e penso che se invece ci allontaniamo non faremo altro che indebolirci l’un l’altro, e l’Italia ha tenuto questa linea di politica estera forte anche sicuramente di buoni rapporti che può vantare da una parte e dall’altra e continueremo a fare del nostro meglio e sono ragionevolmente positiva sul fatto che alla fine si arriverà a una composizione.
Direttore Belpietro: Pensa che si arriverà invece a una pace in Ucraina o pensa che Putin stia semplicemente prendendo tempo per cercare di riorganizzare le proprie file. Qui sentivamo prima il numero di effettivi arruolati da Putin ma anche le riserve, stiamo parlando di 6 milioni e mezzo di militari.
Presidente Meloni: Guardi, i segnali non sono incoraggianti francamente, i segnali non sono incoraggianti e in qualche maniera ci dicono qualcosa di più, anche rispetto ai dibattiti che noi abbiamo fatto in patria, nel senso c’è stato per lungo tempo il dibattito su quali fossero le cause della guerra in Ucraina, se le cause della guerra in Ucraina fossero effettivamente una certa assertività americana durante l’amministrazione Biden, e quella che la Russia percepiva come una minaccia di ingresso dell’Ucraina nella NATO o piuttosto, come io ritengo, il fatto che Putin avesse, covasse, un sogno di recupero delle sue aree, delle vecchie aree di influenza russa. Purtroppo quello che accade in queste settimane racconta molto, perché se la tesi fosse stata quella che alcuni hanno sostenuto – appunto la minaccia dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO – allora di fronte a un presidente americano Donald Trump che oggi dice l’opzione dell’Ucraina nella NATO non è sul tavolo e la Russia deve essere reinserita nella comunità internazionale, ci si aspetterebbe da parte della Russia di fare chiari, repentini, passi in avanti nella direzione di una pace. E invece questo non sta accadendo. Quello che accade è esattamente il contrario, quello che accade è che la Russia continua a rispondere a queste aperture con bombardamenti delle infrastrutture civili e con proposte che vengono portate ai tavoli negoziali che sono buone per la propaganda interna, ma non sono buone per qualsiasi soluzione tipo “denazifichiamo l’Ucraina” e quindi, temo che torniamo alla vera ragione per la quale la Russia ha invaso l’Ucraina e cioè le sfere di influenza, cioè quello che Putin racconta come tornare ai confini storici della Russia. Quali siano questi confini è molto difficile dirlo ma quei confini potrebbero coinvolgere la Moldova, potrebbero coinvolgere la Polonia, i Baltici, la Finlandia. E quindi, quando io ho deciso di sostenere l’Ucraina e continuo a sostenere l’Ucraina, al di là del fatto che sono convinta che un popolo sovrano, una Nazione sovrana debba potersi difendere ad un’invasione, l’ho fatto in realtà prevalentemente per un’altra ragione che era questa. E cioè se l’Ucraina fosse capitolata immediatamente, noi avremmo rischiato di trovarci una guerra più vicina a casa nostra. Noi ci saremmo trovati in una situazione di maggiore caos di quella che viviamo oggi in ogni caso. E poiché la pace è deterrenza, l’unica cosa che noi potevamo fare, perché se questo muove Putin noi non avevamo scelta, l’unica cosa che noi potevamo fare era rendere la guerra in Ucraina difficile, era renderla non conveniente, era costruire quella deterrenza e quell’equilibrio che è la condizione per qualsiasi pace. Se oggi in ogni caso si comincia a parlare di un tavolo negoziale se oggi qualcuno è costretto in ogni caso a sedere a un tavolo negoziale, è perché è stata costruita quella deterrenza. Dopodiché noi oggi dobbiamo ovviamente continuare a spingere, sostenendo tutti gli sforzi che vengono fatti. Quindi sicuramente gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti ma anche la mediazione Presidente turco Erdogan fino alle disponibilità del Pontefice a ospitare i negoziati in Vaticano per costringere la Russia a sedere, non solo a sedere al tavolo, ma a sedere al tavolo in modo serio, perché fino ad oggi si diceva l’Ucraina non vuole la pace e invece la Russia quasi quasi sì. La tesi è un po’ bizzarra, però l’Ucraina ha detto di sì un cessate il fuoco, l’Ucraina ha detto di sì un incontro di vertice, l’Ucraina ha fatto tutto quello che doveva fare. Dall’altra parte segnali non sono ancora arrivati.
Direttore Belpietro: Ma secondo lei ci sono dei piani anche di attacco nei confronti dell’Europa da parte della Russia?
Presidente Meloni: Questo non ho gli elementi per dirlo, questo io oggi non ho gli elementi per dirlo.
Direttore Belpietro: Perché ogni tanto è una delle preoccupazioni che viene manifestata.
Presidente Meloni: Una preoccupazione che viene manifestata legittimamente da molti Paesi che sono vicini al confine russo che probabilmente hanno anche, voglio dire, le loro evidenze. Io oggi non ho gli elementi questo per dirlo ma se il disegno è quello di una espansione non c’è niente che si possa escludere.
Direttore Belpietro: Mentre per quanto riguarda Gaza cosa si può fare per costringere le parti a cessare il fuoco? A lei l’accusano anche di non aver preso posizioni decise da questo punto di vista, cosa risponde?
Presidente Meloni: Rispondo che tutti gli attori della regione del Medio Oriente riconoscono l’Italia come uno degli interlocutori più seri e credibili e questo mi basta, al di là delle polemiche. Dopodiché penso che il Governo sia stato molto chiaro dall’inizio, siamo stati chiari e siamo chiari nel ricordare che questa guerra è stata iniziata da Hamas e siamo chiari anche nel ricordare che è sempre Hamas il principale responsabile di una guerra che continua nel momento in cui si rifiuta di liberare gli ostaggi. Dopodiché il Governo però ha anche detto che la legittima reazione di Israele a questi inaccettabili attacchi terroristici ha assunto dei contorni inaccettabili, che dal nostro punto di vista Israele deve fermare immediatamente, tutelando la cittadinanza civile. Ma noi abbiamo agito, non abbiamo parlato, perché noi siamo credo uno dei Paesi al mondo che ha aiutato di più la cittadinanza di Gaza. Lo abbiamo fatto con i fatti, lo abbiamo fatto anche grazie al dialogo che abbiamo con il governo israeliano, immagino che il Ministro Tajani avrà già parlato di tutto quello che abbiamo fatto quindi non ci torno sopra, ci viene riconosciuto. Che cosa bisogna fare? Io continuo a credere che gli attori chiave di questa vicenda siano i Paesi del Golfo, i Paesi arabi che come lei sa hanno presentato un piano di ricostruzione per Gaza. Io voglio anche dire che in questi anni i leader di questi Paesi si sono comportati in modo estremamente responsabile e penso che bisogna dar loro una mano, penso che siano l’elemento che può fare la differenza nel trovare una ricomposizione. Dopodiché sappiamo che c’è anche l’Iran e qui la questione si complica, ma è la ragione per la quale stiamo anche sostenendo i colloqui negoziali tra Iran e Stati Uniti che come lei sa l’Italia ha anche ospitato.
Direttore Belpietro: Senta Presidente, torniamo un attimo in Italia anche perché ieri si è votato il Decreto sicurezza. Vi accusano di voler instaurare una sorta di regime e di limitare le libertà costituzionali, di manifestare, di impedire il dissenso, di voler mettere in galera le persone e così via.
Presidente Meloni: Allora, ci accusano di autoritarismo per il Decreto sicurezza, dopodiché lei conosce bene le norme del Decreto ma insomma vale la pena ricordare qualche titolo.
Il Decreto sicurezza è un decreto che prevede un inasprimento delle norme delle pene per chi insulta e aggredisce le Forze dell’ordine; prevede la possibilità per le forze dell’ordine e i militari che sono sotto indagine per questioni inerenti il loro servizio di avere una tutela legale; prevede una stretta contro i borseggi; prevede una stretta contro la possibilità che si mandino i minori a fare accattonaggio; prevede una stretta contro le truffe agli anziani; prevede norme di estrema celerità per sgomberare le case occupate e prevede delle norme che inaspriscono le pene per chi, per manifestare blocca le strade e le ferrovie. Che io non considero impedire di manifestare perché tu puoi tranquillamente manifestare senza ledere i diritti degli altri, perché se io per manifestare devo bloccare un treno o devo bloccare una strada, impedendo alle persone di dare corso alla loro vita. Immaginatevi qualcuno, non lo so, che deve andare a dare l’esame all’università e non può arrivarci perché la metro è bloccata da qualcuno che vuole manifestare, quella persona può perfettamente manifestare senza impedire a qualcun altro di fare quello che deve fare. Dopodiché anche per tutte queste norme che le ho velocemente elencato, Direttore Belpietro, dice l’autoritarismo… l’autoritarismo è una contrazione delle libertà, quali sono le libertà che noi staremmo comprimendo? Cioè la libertà di occupare le case, la libertà di occupare le case, la libertà di truffare gli anziani, la libertà… guardate se la sinistra considera che queste sono libertà io sono contenta e fiera di stare dall’altra parte, perché non le considero libertà. E penso che la prima libertà dei cittadini sia avere una sicurezza garantita dallo Stato e avere uno Stato che riconosce le persone perbene da chi perbene non è, e che sia invece fermo verso chi non è perbene, questa è la cosa più banale del mondo, ok? E quindi per me possono fare tutti i cinema che vogliono, sono fiera di queste norme e penso che ne servano anche delle altre.
Direttore Belpietro: Senta, rimanendo alle contestazioni, poi la lascio andare perché so che lei ha qualche impegno. Rimanendo alle contestazioni dell’opposizione, o meglio di una parte dell’opposizione rappresentata dagli intellettuali, dagli artisti, dagli registi. La Verità, oggi è il giorno della Verità, ha raccontato nel dettaglio quali siano i finanziamenti al cinema che sono stati dati in questi anni. Quasi sempre a film politicamente orientati e spesso neppure visti, quindi con uno spreco di denaro straordinario. Però vi dicono, voi volete tappare la bocca agli artisti, a quelli che la pensano diversamente da voi.
Presidente Meloni: Allora guardi, noi abbiamo fatto delle norme secondo me di buonsenso per impedire gli sprechi. L’abbiamo fatto sul Superbonus, abbiamo fatto sul Reddito di Cittadinanza, l’abbiamo fatto su tutto quello su cui secondo noi ci sono dei soldi dei cittadini, perché noi spendiamo soldi delle tasse degli italiani e siccome i soldi che noi spendiamo non sono soldi nostri ma sono soldi degli italiani, secondo me vanno utilizzati in modo serio e io penso che non fosse serio consentire che ci fossero delle produzioni che prendevano contributi pubblici milionari e poi al botteghino facevano qualche decina di spettatori. L’ultimo, lei ne ha raccontati a migliaia e ne conosce molti più di me, l’ultimo che leggevo io questo “n-Ego”, questo ultimo film, 500 mila euro di contributo pubblico e attualmente 2 mila euro al botteghino. Io penso che questo sia qualcosa che non si può fare, ci è costato circa 7 miliardi di euro, 7 miliardi di euro negli anni, e se io le racconto, racconto ai cittadini le cose che posso fare con 7 miliardi di euro chiaramente lei capisce che non possiamo continuare a permetterlo. Dopodiché non è che mi stupisce che chi ha beneficiato di questi lauti contributi contesti il Governo e neanche mi stupisce che si nasconda dietro noi vogliamo tappare la bocca… guardi, ho sentito che ci è stata mossa l’accusa, qualcuno ha detto “si comportano come un clan”. Ora, adesso io questa cosa voglio rispondere. Quanti attori conosce lei Belpietro di destra?
Direttore Belpietro: Pochi.
Presidente Meloni: Quanti? Dichiarati.
Direttore Belpietro: Dichiarati pochissimi.
Presidente Meloni: Lei ricorda che hanno dichiarato io voto orgogliosamente a destra.
Direttore Belpietro: Pochissimi per una ragione molto semplice: che il giorno in cui si dichiarasse una cosa del genere non apparterebbero più alla parrocchia di quelli che vengono finanziati.
Presidente Meloni: Però se lei vuole fare la mia intervista… allora io me ne vado.
Direttore Belpietro: Ma lei mi ha fatto le domande.
Presidente Meloni: Ma lei doveva solo rispondere “nessuno”, non è che doveva argomentare.
Direttore Belpietro: Però lei mi ha ricordato che io ne so un po’ di questa faccenda.
Presidente Meloni: No, no, no, allora è corretto. Allora, noi praticamente non abbiamo notizia di esponenti del mondo del cinema di rilievo che non si dichiarino di sinistra. Ma questo è statisticamente impossibile giusto? Cioè, è statisticamente impossibile che in un’Italia nella quale c’è la metà, la maggioranza degli italiani che vota centrodestra non esistano esponenti del mondo dello spettacolo che votano centrodestra. Quindi la risposta è un’altra, gli esponenti del mondo dello spettacolo che non sono di sinistra non dichiarano le loro preferenze politiche. Perché? Perché altrimenti non lavorano. E allora, a chi dice che noi ci comportiamo come un clan devo rispondere perché per me un attore quando è bravo lavora e non me ne frega niente di che cosa vota, è qualcun altro che la gente non l’ha fatta lavorare se non votava quello che dicevano loro, ed è questo il comportamento dei clan, perché io sono una persona che crede nella libertà di espressione, del proprio voto e nella libertà di espressione delle proprie idee, ma ciò non toglie che non butterò soldi dei cittadini per pagare cose che non meritano di essere pagate, fermo restando che noi stiamo lavorando per garantire invece alle produzioni serie, in un mondo che è fondamentale per l’Italia, di poter avere il contributo che è necessario e di averlo anche in tempi certi. Faremo come sempre una distinzione tra le cose buone e quelle che secondo noi sono meno buone. Sono accadute delle cose del tax credit che sono oggettivamente folli e le stiamo aggiustando. Mi sarei aspettata da tutti gli esponenti del mondo del cinema che dicessero grazie e bravi, anzi se volete vi diamo una mano, perché effettivamente ci sono delle storture che non aiutano il cinema italiano a crescere. Non è andata così, ciò non toglie che continueremo a fare questo lavoro.
Direttore Belpietro: Bene, grazie Presidente, mi fermo qui che le ho rubato tutto il tempo. Io l’aspetto l’anno prossimo naturalmente. L’aspetto l’anno prossimo perché ci saranno altri argomenti.
Presidente Meloni: Direttore, ne riparliamo l’anno prossimo? Grazie. Grazie, buon lavoro, in bocca al lupo e complimenti per il suo lavoro. Grazie a tutti, buona serata.
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