Un piano delle opere, con dati e mappe per una maggiore contezza dello stato dell’arte e della localizzazione delle infrastrutture. È “Open Milano Cortina 2026“, una nuova sezione sul sito web dedicato alle infrastrutture di Milano Cortina, le olimpiadi invernali che si terranno in Italia nel 2026.
Il portale, che mette a disposizione anche lo scarico di open data, è un primo importante risultato raggiunto dalla campagna Open Olympics 2026, avviata nei mesi scorsi da una folta rete associativa, di cui fa parte anche la Fondazione Openpolis.
Da mesi le organizzazioni di Open Olympics chiedono piena trasparenza rispetto alle infrastrutture e alle opere connesse all’evento.
In riunioni dedicate e aperte, Simico si è detta pronta a rendere il portale sempre più corrispondente al nostro appello e a una piena accountability. È quindi un portale in stato di work in progress, che, come si legge sullo stesso portale, vuole segnare ‘un elemento di legacy delle Olimpiadi invernali 2026’ anche per i futuri giochi.
Parliamo di circa 5,7 miliardi di euro di investimenti pubblici, di cui 1,6 miliardi per la realizzazione dei giochi e ben 4,1 miliardi per opere ad essi connessi.
5,72 miliardi di euro il costo diretto dei giochi olimpici e paraolimpici invernali Milano Cortina 2026.
Diventa perciò fondamentale un monitoraggio sia istituzionale che civico dell’impiego di questa mole di risorse, per valutare come gli investimenti impattano sulle comunità locali e sull’ecosistema, e al fine di limitare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per la realizzazione delle opere.
È sufficiente un dato: il 68% dei fondi destinati alle opere saranno assorbiti per la costruzione di 45 strade, per un costo che sfiora i 3 miliardi, secondo il report di Open Olympics, aggiornato all’aprile scorso.
2,82 miliardi di euro il costo delle opere stradali funzionali alle infrastrutture per le olimpiadi Milano Cortina 2026.
L’impatto dei giochi sui territori
Le olimpiadi invernali avranno un impatto su molte regioni del nord del paese. La Lombardia da sola assorbirà oltre metà delle opere (il 52%) e dei relativi costi (47%). Ma anche il Veneto sarà interessato dai giochi. Infatti, le 13 opere ospitate (che compongono il 16% del totale) peseranno per il 33% sui fondi mobilitati per le infrastrutture. Saranno interessate in misura minore, ma comunque impattante, anche le province autonome di Bolzano e Trento.
Per questo già nel 2021 è stata costituita la Simico (Società Milano Cortina) SpA, una società pubblica in house partecipata da tutte le istituzioni interessate dalle opere: ministero dell’economia e ministero dei trasporti (al 35% ciascuno), Regione Lombardia e Regione Veneto (al 10% ognuna) e le due province autonome di Bolzano e Trento, con una quota del 5% per una.
Ed è proprio la stessa Simico ad aver pubblicato la sezione data driven Open Milano Cortina 2026, dove da alcuni giorni è possibile conoscere i dettagli per tipologia di intervento, aree geografiche e stato di avanzamento delle opere. Si tratta certamente di un passo in avanti in termini di trasparenza, ottenuto anche grazie alla pressione della campagna pubblica Open Olympics.
Il monitoraggio dettagliato degli investimenti diminuisce il rischio di infiltrazione delle mafie negli appalti.
Tuttavia, il portale (e in particolare gli open data disponibili) lascia ancora a desiderare rispetto alle informazioni su aggiudicatari delle gare di appalto e sui subappalti assegnati, oltre che su alcuni aspetti di usabilità della piattaforma.
Per questo è importante continuare a monitorare il piano di investimenti di questa ingente quantità di risorse pubbliche destinate ai giochi olimpici e paraolimpici, che il nostro paese ospiterà tra poco più di un anno.
Oltre alla prevenzione dei rischi per le infiltrazioni criminali e all’utilizzo delle risorse in modo rispettoso nei confronti delle comunità locali, c’è anche l’aspetto ambientale a preoccupare la rete che anima la campagna Open Olympics.
L’analisi sulla realizzazione delle opere è fondamentale anche per comprendere l’impatto ambientale sui territori interessati.
Una delle richieste, infatti, riguarda una maggiore chiarezza rispetto all’impronta di carbonio delle opere olimpiche. Si tratta di un modo per stimare la quantità di emissioni di gas serra rilasciate nell’atmosfera: un elemento importante per comprendere meglio quali saranno le ricadute in termini ambientali delle olimpiadi, di cui si parlò già in fase di candidatura di “giochi a impatto zero“.
Insomma, siamo di fronte a un obiettivo raggiunto attraverso la pressione della società civile sui decisori pubblici. Ma c’è ancora molta strada da fare.
Foto: Lombardia Notizie – licenza
www.openpolis.it è stato pubblicato il 2024-11-21 09:00:00 da Mattia
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