Il ruolo dell’imprenditoria femminile per le aree interne



In un mondo in costante evoluzione, anche sui lati tecnologici e sociali, i territori esclusi dai processi di cambiamento si trovano a fronteggiare spesso dinamiche di declino demografico e di conseguenza economico. È questo il caso delle aree interne: come succede nelle aree più periferiche di altri paesi, il destino di questi territori è spesso l’abbandono, con il conseguente spopolamento e invecchiamento della cittadinanza che rimane.

Un destino che però, come abbiamo avuto modo di approfondire, non necessariamente è scontato secondo la letteratura in materia. Alcuni territori interni infatti mostrano più di altri una maggiore adattabilità ai processi di cambiamento, legata a diversi fattori. Tra questi, un segnale individuato dalla letteratura è la capacità di intercettare le opportunità offerte dalla terziarizzazione dell’economia, in parallelo con un mercato del lavoro più inclusivo e alti livelli di occupazione femminile. Queste dinamiche generano effetti positivi di lungo periodo sulla resilienza delle aree interne legati al ruolo delle donne nel mercato del lavoro e, indirettamente, alla presenza di servizi legati alla cura di minori e anziani. Queste strutture consentono una maggiore facilità di inserimento e permanenza per le donne nel mondo del lavoro, riducendo i carichi legati al lavoro di cura che – per stereotipi di genere – solitamente ricade su di loro.

Female employment as driving factor in producing long-term positive trends in the areas under scrutiny points to the key role of women’s participation to the job market and, indirectly, to that of childcare and parenting assistance to make it possible.

In un quadro più generale, l’Italia – non soltanto nelle aree interne – presenta storicamente un ritardo rispetto all’occupazione femminile nel quadro Ue. Nel 2023, in Unione europea, il tasso di occupazione femminile della cittadinanza compresa tra 20 e 64 anni è pari a 70,2%. In Italia al contrario si attesta al 56,5%, circa 13 punti percentuali in meno rispetto alla media continentale. È il più basso registrato tra i 27 paesi dell’Unione. Il valore registrato in Abruzzo non si discosta particolarmente dalla media nazionale.

55,9% il tasso di occupazione femminile in Abruzzo nel 2023 (Istat).

Nel 2022, in Italia, le donne lavoratrici in età contributiva (ovvero sopra i 15 anni) sono circa 10,2 milioni, componendo il 42,8% degli occupati italiani. Poco meno di 214mila si trovano in Abruzzo.

42,3% l’incidenza di lavoratrici abruzzesi degli occupati nella regione di età superiore ai 15 anni (2022).

Circa un terzo delle occupate in Abruzzo è una lavoratrice indipendente: tra queste si comprendono imprenditrici, libere professioniste e lavoratrici autonome. In contesti come quello delle aree interne, il loro contributo è particolarmente importante: nel mantenere vitale un territorio, investono su di esso e lo scelgono come come sede per la propria impresa. Parliamo infatti di luoghi dove ogni attività, sia essa un negozio di vicinato, uno studio medico, un bar o un locale contribuisce anche nella creazione di una comunità e quindi nel rallentamento dello spopolamento. Abbiamo approfondito la loro incidenza attraverso l’analisi dei dati a livello regionale e comunale.

L’imprenditoria femminile in Abruzzo

Per ricostruire in chiave locale questo aspetto, risulta particolarmente utile un indicatore raccolto da Istat nell’ambito delle statistiche sperimentali: l‘incidenza di donne sul totale dei lavoratori indipendenti del territorio. Si tratta di persone che svolgono la loro attività senza un vincolo formale di subordinazione. Questa categoria include le imprenditrici, le libere professioniste, le lavoratrici autonome e le professioniste che esercitano la loro attività all’interno di studi associati.

GRAFICO

DA SAPERE

Il dato fa riferimento alla quota di donne tra gli addetti d’impresa indipendenti registrati nelle regioni italiane. Con l’espressione, si intende chiunque sia occupato in un’unità giuridico-economica senza vincoli formali di subordinazione, con una remunerazione composta sia da reddito da lavoro che da reddito da capitale.

FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat
(consultati: lunedì 12 Agosto 2024)

Se si prendono in considerazione tutte le regioni italiane, quelle con la quota maggiore di donne tra gli occupati con posizione indipendente si trovano principalmente nell’area del centro-nord. Quella che riporta le percentuali maggiori è la Liguria (34%) a cui seguono Umbria (33,8%), Lazio (33,7%) e Valle d’Aosta (33,7%). Incidenza minore invece nelle aree del sud, in particolare in Calabria (28,9%), Campania (28%) e Puglia (27,7%). L’Abruzzo, con il 32,7%, è la nona regione italiana per incidenza ma la prima dell’area del meridione.

GRAFICO

DA SAPERE

Il dato fa riferimento alla quota di donne tra gli addetti d’impresa indipendenti registrati nei comuni abruzzesi. Con l’espressione, si intende chiunque sia occupato in un’unità giuridico-economica senza vincoli formali di subordinazione, con una remunerazione composta sia da reddito da lavoro che da reddito da capitale. I dati non sono disponibili per i comuni in grigio.

FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat
(consultati: lunedì 12 Agosto 2024)

Scendendo con l’analisi a livello comunale, sono 12 i territori in cui l’incidenza supera il 50%. Sono tutti comuni classificati come montagna interna, di cui la maggior parte si trova nelle aree interne. In particolare, 6 comuni sono nelle zone intermedie, 3 in quelle periferiche, 2 in quelle ultraperiferiche e 1 in aree cintura. Quelli che registrano la quota maggiore sono Colledimacine (Chieti, 66,7%) e Montelapiano (Chieti, 66,7%). Per quel che riguarda invece i dati dei capoluoghi di provincia, i valori non si discostano particolarmente tra di loro. Quello in cui l’incidenza di donne tra i lavoratori indipendenti è maggiore è Chieti con 34,1% di presenza femminile. Seguono L’Aquila (33,8%), Teramo (33,7%) e Pescara (32,9%).

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Foto: ThisisEngineering licenza


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www.openpolis.it è stato pubblicato il 2024-10-16 12:00:00 da Martina Lovat


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