Partiti di centrodestra e associazioni animaliste ancora ai ferri corti sul lupo. Dopo il declassamento della protezione dell’animale a livello europeo, è di nuovo polemica per un emendamento approvato in Senato al disegno di legge “Montagna”. Grazie a questa modifica, presentata dal senatore del gruppo “Svp-Per le Autonomie” Meinhard Durnwalder e appoggiata dalla maggioranza, potrebbe essere consentito alle Regioni di stabilire un limite massimo di lupi da abbattere ogni anno. La legge deve ora passare alla Camera.
Con un decreto del Ministro dell’Ambiente, d’intesa con il Ministro dell’Agricoltura, si definisce annualmente, su base regionale o delle province autonome, il tasso massimo di prelievi tale da non pregiudicare il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente dei lupi. »È un passo in avanti per una gestione di questi animali con al centro la sicurezza e la tutela della pubblica incolumità», dichiara il gruppo Svp, che raccoglie gran parte dei suoi consensi in Trentino Alto-Adige. «Nell’ultimo biennio – sottolinea Svp – la sola Provincia di Bolzano ha indennizzato per i danni causati dal lupo circa 200mila euro. Il declassamento dello status di protezione del lupo da parte dell’Unione europea ha gettato le basi per una modifica delle norme nazionali. Le Regioni e le Province Autonome devono essere messe nelle condizioni di poter agire velocemente tutte le volte che la presenza dei grandi carnivori rappresenta un pericolo e una minaccia».
«La norma introduce per la prima volta nella legislazione italiana la possibilità di effettuare prelievi dei lupi in misura tale da non pregiudicare lo stato di conservazione della specie, ma utile alla gestione di una presenza sempre più invasiva – ha spiegato il senatore veronese della Lega Paolo Tosato -. Parliamo di una normativa già adottata in Francia, con il via libera della Commissione Europea e in linea con la direttiva Habitat. Auspichiamo si vada avanti verso l’approvazione definitiva alla Camera: numerose sono infatti le sollecitazioni da parte degli allevatori delle zone montane, dal momento che l’eccessiva presenza di tali predatori può compromettere la sopravvivenza delle attività».
Per il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo è «un significativo passo avanti per la sicurezza del lavoro dei nostri agricoltori e per tutti i cittadini della montagna. Quotidianamente ormai registriamo episodi di predazioni di bestiame ma anche di animali da compagnia. Il fenomeno va contenuto: ci si affidi sempre alla scienza, ma non ci si sottragga dalla gestione, per non correre il rischio di azzerare l’agricoltura in montagna. Alle regioni spetterà un lavoro tecnico molto preciso sui dati tecnici dei censimenti, sulle stime e il rilievo dei danni».
Ma l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) ha già ribattezzato l’emendamento “ammazza-lupi” e, contrariamente ai fautori del provvedimento, sostiene che la norma metta l’Italia in rotta di collisione con Bruxelles ed esponga il nostro Paese ad una nuova procedura di infrazione.
«L’emendamento segna di fatto la riapertura della caccia al lupo e pone le basi per l’eradicazione della specie dal territorio italiano – ha commentato l’associazione animalista -. Il colpo di mano fortemente voluto dalla maggioranza, con il placet di un Governo che odia gli animali, rappresenta un’inaccettabile involuzione nel rapporto tra l’uomo, gli animali e l’ambiente che esprime una visione del mondo arcaica e decadente. Dire che questo obbrobrio giuridico sia in linea con la direttiva Habitat è falso, giacché la direttiva non concede agli Stati-membri una licenza di uccidere ma, date alcune circostanze, eccezionali e ben documentate, autorizza a derogare lo status di particolare protezione accordato al lupo. Invece, la norma “ammazzalupi” prevede che le Regioni e le Province possano uccidere ogni anno una certa quantità di lupi. Ciò nei fatti equivale a riaprire la caccia al lupo».
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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-11-06 06:00:00 da
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