Dopo ore di discussioni e qualche scintilla, alla fine il cosiddetto tariffone è stato approvato. L’adeguamento ai prezzi in base agli indici Istat non è stato un passaggio semplice e dopo un incontro tra le assessore al Commercio e al Bilancio Monica Lucarelli e Silvia Scozzese con le categorie degli esercenti, alla fine è stato il sindaco Roberto Gualtieri, irritato per lo scarso dialogo con i commercianti e per i dibattiti interni alla giunta, a dare l’input: anche la tassa sull’occupazione di suolo pubblico aumenterà ma in maniera ridotta rispetto al previsto e con una differenziazione tra aree di pregio e non.
Detto in cifre: l’adeguamento non avveniva dal 2014 e da dieci anni a questa parte l’inflazione ha raggiunto quota 19%. È aumentata del 16% solo negli ultimi due anni. In più, l’aumento delle tariffe si è reso necessario anche alla luce dei tagli che il governo ha provocato agli enti locali: Roma perde tra i 20 e i 25 milioni di euro. Le cifre elencate nel tariffone non potevano che aumentare.
Ma al sindaco preme che ciò non avvenga in maniera indiscriminata e il principio di fondo è che rispetto ai servizi alla persona come asili e mense, i rincari saranno molto contenuti e non colpiranno le fasce a reddito più basso e le categorie più fragili. I conti però devono pur tornare e per le Osp si è deciso di andare dritti. Pur con le dovute differenze.
Per gli esercenti la tassa sull’occupazione di suolo pubblico aumenterà in media del 20%. Se il bar o il ristorante si trova in aree di pregio la percentuale da pagare in più cresce, se invece l’attività commerciale è situata in aree più periferiche la quota aggiuntiva diminuisce. Per coprire questa rimodulazione e la tariffazione più bassa per chi ha un locale in un’area non di pregio, il Comune dovrebbe metterci di tasca sua tra i 5 e i 6 milioni di euro.
D’altronde, negli ultimi 10 anni, i bar fuori dal centro storico hanno chiuso uno dietro l’altro: erano 4.433 nel 2012 mentre nel 2022 la cifra è scesa a 3.446 (dati Fipe-Confcommercio). In compenso, il parlamento sta per varare la proroga alle Osp Covid contro la volontà del Comune di Roma e l’aumento delle tariffe potrebbe essere un modo per disincentivare il tavolino selvaggio soprattutto in centro.
Fatto sta che è stato sventato l’aumento indiscriminato per tutti gli esercenti, furiosi all’idea che la maggiorazione potesse arrivare al 25% visto che, nonostante la possibilità di aumentare il numero di posti a sedere all’aperto da tre anni a questa parte e il boom di turisti che riempiono il centro, tra loro c’è ancora chi deve rientrare dai danni causati dall’emergenza pandemica.
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-16 10:39:00 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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