Il vescovo apre il nuovo anno pastorale: “Dobbiamo tornare al Vangelo”



Ci sono state alcune parole centrali nell’omelia con la quale il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha aperto domenica scorsa il nuovo anno pastorale della diocesi, l’anno del Giubileo. Questo il primo passaggio dell’omelia: “Anche in questo nuovo anno siamo chiamati ad evangelizzare, ad annunciare il Vangelo. E’ un invito evangelico che tutti ci vede coinvolti”. Dal Vangelo discendono le parole sacramentali: “Siamo tutti pietre vive in forza del nostro Battesimo – ha detto il vescovo -: pietre vive che costituiscono comunità piccole o grandi ma che tutte devono essere comunità eucaristiche. Al centro delle quali c’è Lui, Cristo, evangelico, sacramentale, che annuncia e che ci parla”. Un altro concetto è stato legato ad un’altra parola, “gratuità”: “Apriamo l’anno pastorale con una verità: la radicale gratuità della salvezza, che è impossibile agli uomini, ma non a Dio. E questo apre la strada alla speranza, proprio grazie all’intervento di Dio stesso. E’ un punto fondamentale per ogni volta che ci troviamo ad affrontare incapacità o sconfitte nell’annuncio del Vangelo”. Gratuità, ha aggiunto Palletti, “non significa però assenza di responsabilità. Ce lo sottolinea, nel brano evangelico appena proclamato, l’incontro di Gesù con il giovane, il quale se ne andò triste perché aveva molti beni, e dimostra però così la sua fragilità”. A proposito del “giovane ricco” del Vangelo, il vescovo ha proseguito il confronto chiamandolo “l’uomo delle premesse”: “Ci sono tante premesse nel suo parlare a Gesù, anche buone, alte, impegnative, possiamo pensare sincere. Ma Gesù fa una proposta diversa: gli chiede di essere non l’uomo delle premesse, ma della promessa”. Quindi un ulteriore concetto: “In questo anno pastorale, legato al grande Giubileo indetto dal Papa, dobbiamo tornare alla freschezza del Vangelo. Il Vangelo non illude, anzi le parole di Gesù non sono davvero una buona pubblicità. E non solo per i suoi discepoli: E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago …”.  Ma, questo il messaggio, se da una parte il Vangelo non illude, dall’altra non delude: “E’ la grandezza – dice il vescovo – della forza della Grazia: Paolo, la conversione, la semplicità del nostro crescere nel Vangelo, di vivere la nostra vita”. Di qui un’altra parola: il realismo evangelico. “La caduta rovinosa di Paolo sulla via di Damasco va vista alla luce della Provvidenza, è infatti l’inizio della sua conversione. Di qui la capacità cristiana di rileggere sempre la nostra storia, senza cambiare nulla: è il Risorto che dà a tutti una luce nuova”. E ha evidenziato il vescovo: “Dobbiamo davvero, in questo anno pastorale – ed è un messaggio forte per la diocesi – ritornare al Vangelo e rileggerlo come parola di Vita, parola di una freschezza che alimenta il cuore e che irriga lo spirito”.
E a fine messa, il vescovo ha comunicato che tra poche settimane la diocesi riceverà l’ordinazione sacerdotale di don Samuele.


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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-10-20 11:14:04 da


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