Lavoratori clandestini
producevano, in nero, vivendo in un capannone in condizioni
igienico-sanitarie precarie, vestiti per griffe d’alta moda.
L’edificio fatiscente e sprovvisto di ogni permesso o
certificazione, a cominciare da quella anti-incendio, è stato
scoperto dai militari della Guardia di Finanza del Comando
provinciale di Varese a Samarate (Varese).
I capi d’abbigliamento erano realizzati grazie a manodopera
pagata 8 euro l’ora. Il titolare dell’attività, un cinese di 52
anni (la ditta aveva sede legale a Torino ma produceva tutto a
Samarate), è stato denunciato per caporalato, sfruttamento ed
ospitalità di manodopera clandestina e gravi violazioni in
materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Indagata anche la proprietaria del capannone, una samaratese
di 43 anni con le accuse di abusivismo edilizio,per la presenza
di locali dormitorio non dichiarati. Il capannone è stato posto
sotto sequestro preventivo.
Quando i militari della Gdf della compagnia di Busto Arzizio
hanno eseguito l’accesso al capannone (dopo controlli sulle
mancate autorizzazioni, con il supporto di Ats e vigili del
fuoco) hanno trovato 12 cinesi, senza permesso di soggiorno, che
non parlavano italiano, al lavoro oppure a riposo su brande di
fortuna. Nel capannone vivevano anche dei minori ora affidati ai
Servizi Sociali.
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L’articolo Immigrati cucivano vestiti per alta moda a 8 euro l’ora in nero – Notizie
www.ansa.it è stato pubblicato il 2024-11-04 07:32:35 da
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