“Si parla di pace ma vogliono la pace giusta anche perché la narrativa Ucraina di questa guerra è stata la promessa della vittoria“. Domenico Spagnolo è appena rientrato dall’Ucraina, per un anno è stato responsabile della salute mentale per tutti i progetti di Medici Senza Frontiere. L’organizzazione lavora con due progetti sia sui territori liberati dall’occupazione intervenendo con il supporto di cure primarie tra la cittadinanza rimasta sia con un’attività di riabilitazione negli ospedali per i morti dal fronte, soldati e ora civili arruolati che arrivano ogni settimana con i treni di evacuazione dai fronti di guerra, quello a sud del Nipro e quello a est.
Quello che si porta dietro più di tutto nel bagaglio della sua esperienza in territori difficili è la resilienza del popolo ucraino, ci racconta in una lunga intervista emotivamente molto forte. “Ho viaggiato molto, conosciuto pazienti di realtà diverse che vengono e vivono dal fronte”.
In questo anno della sua permanenza e a tre anni dall’inizio della guerra l’umore dei soldati e la percezione della stessa sono cambiati. E – da quando tra i soldati non ci sono più militari di leva ma semplici cittadini – anche il loro lavoro è cambiato.
La sfiducia dice ha preso il sopravvento. “E dobbiamo intervenire su disturbi diversi, come anche la dipendenza dalle sostanze, alcol ad esempio”. Non si usano farmaci se non antidolorifici cercando di datre un supporrto fisico e mentale per la riabilitazione.
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