in tre a processo, c’è anche un avvocato

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in tre a processo, c’è anche un avvocato

ANCONA – Doveva accudire una vedova molto ricca, invece, con l’aiuto di due complici, l’avrebbe indotta a lasciarle le sue polizze assicurative, diverse case di proprietà e la disponibilità dei soldi nel conto corrente. Un tesoro milionario posseduto da una 95enne che sarebbe stata raggirata dalla badante e dal compagno di questa, con l’aiuto di un avvocato e di un funzionario di banca che fungeva da consulente finanziario di famiglia dell’anziana e di suo marito finché è stato in vita. Tra gennaio e novembre del 2020 la badante avrebbe prosciugato un conto da 500mila euro della vedova, si è fatta inserire nel testamento come unica beneficiaria delle polizze vita e delle abitazioni, almeno quattro, che la 95enne possedeva tra la Riviera del Conero e il suo hinterland, e si è fatta donare il doppio appartamento in cui ha vissuto ad Ancona prima di morire pochi mesi fa. I cugini di secondo grado, saputo delle donazioni (la vedova non aveva figli), hanno sporto denuncia e dopo una indagine della guardia di finanza in tre indagati oggi sono stati rinviati a giudizio per circonvenzione d’incapace in concorso, dal giudice Alberto Pallucchini.

Sono la coppia che ha ereditato il patrimonio (poi sequestrato), la badante di 48 anni e il compagno di 59 anni, difesi dagli avvocati Federica Battistoni e Francesca Petruzzo, e un avvocato di 55 anni, difeso dall’avvocato Ennio Tomassoni, tutti anconetani. Il processo si aprirà il 4 marzo davanti alla giudice Francesca Grassi. Non luogo a procedere invece per il broker che lavorava in banca e che si era occupato degli investimenti dell’anziana. La 95enne è rimasta vedova a gennaio 2020, il marito era un facoltoso avvocato che ha lavorato per un ente pubblico e lei era una ex dirigente. Non avendo figli hanno accumulato proprietà immobiliari e soldi che la badante, assunta inizialmente per accudire il coniuge in ospedale e poi per occuparsi di lei per otto ore al giorno, avrebbe intercettato la ricchezza di cui la 95enne godeva e tramiti raggiri se ne sarebbe impossessata. I parenti dell’anziana hanno sporto denuncia dopo aver percepito che il capitale della donna non era più in suo possesso.

La guardia di finanza aveva avviato una indagine, coordinata dal pm Rosario Lioniello. Stando alle accuse la badante, aiutata dal suo compagno, prima avrebbe isolato la vedova dalla parentela, era anche il periodo del Covid, facendole poi credere che a nessuno importasse di lei. L’anziana sarebbe stata indotta anche a denunciare per molestie i parenti che la cercavano spesso, ma le denunce sono state poi tutte archiviare. Dopo il lutto del marito la badante si è occupata della vedova. Aveva la disponibilità del suo bancomat con il quale avrebbe fatto prelievi giornalieri massimo di 2mila euro. Poi aveva la delega dei bonifici che effettuava in favore dei figli e del compagno. Dall’anziana si sarebbe fatta donare anche un assegno di 350mila euro. In poco tempo, sostiene l’accusa, ha prosciugato il conto della vedova di 500mila euro. Dopo la denuncia dei parenti il gip del tribunale ha firmato un divieto di avvicinamento della badante all’anziana, allontanandola da casa. Il testamento, con una causa civile avviata dagli eredi, è stato revocato e le donazioni annullate. Sottoposta ad una perizia psichiatrica, con la formula dell’incidente probatorio, l’anziana è stata dichiarata infatti vulnerabile e fragile (aveva anche un problema di vista che non le permette di vedere bene) seppur capace di intendere e di volere.

La badante, sempre in una causa civile, è stata condannata a restituire anche il denaro speso, i 500mila euro (ancora non risarciti). Dal punto di vista delle difese, che rigettano le accuse, ben due medici avevano accertato, all’epoca dei fatti, la capacità di intendere e di volere della 95enne durante le pratiche di donazione e testamento. Per l’accusa il ruolo dell’avvocato e del funzionario di banca sarebbe stato quello di aver suggerito tempi e modi (il primo) per far acquisire il patrimonio alla badante e al suo compagno e non aver fatto scattare un sospetto (il secondo), visto i cospicui prelievi dal conto e la decisione di indicare una estranea come beneficiaria di polizze assicurative che superano il milione di euro.


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-14 20:24:37 da


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