L’inchiesta Maredolce su pizzo e droga a Brancaccio della guardia di finanza era una. I processi due nati dall’indagine del luglio del 2017 sull’attività imprenditoriale della cosca che grazie a una serie di prestanome e di società cartiere si era inserita tra l’altro nel commercio del pallet e imballaggi industriali.
I giudici della seconda sezione della corte d’appello di Palermo, con due distinte sentenze, hanno inflitto 15 condanne, concedendo a quasi tutti sconti di pena e hanno dichiarato la prescrizione per una sedicesima imputata.
E’ stato condannato Giovanni Lucchese 7 anni, difeso dall’avvocato Rita Maccagnano, Claudio D’Amore, 5 anni e 4 mesi, difeso dagli avvocati Antonio Turrisi e Guido Galipò, Giuseppe Caserta 8 anni, Vincenzo Vella 12 anni e 9 mesi, difeso dall’avvocato Tommaso De Lisi, Cosimo Geloso 4 anni e 8 mesi e un anno per Maurizio Stassi. Per Tiziana Li Causi, che era stata condannata anche lei a un anno, è invece stata dichiarata la prescrizione.
Con la seconda sentenza, hanno condannato Pietro Tagliavia 9 anni e 4 mesi, difeso dall’avvocato Angelo Barone, Giuseppe Lo Porto 6 anni, fratello di Giovanni, l’operatore umanitario rapito da Al Qaeda nel 2012, in Pakistan, e ucciso tre anni dopo nel corso di un’operazione antiterrorismo.
Condannati Francesco Paolo Clemente, 8 anni 10 mesi e 20 giorni, Santo Carlo Di Giuseppe 10 anni, Giuseppe Michelangelo Di Fatta 8 anni, Giacomo Teresi 15 anni, Giovanni Vinci 9 anni e 4 mesi, Giovanni Mangano 7 anni e 4 mesi, difeso dall’avvocato Edi Gioè, Antonino Marino 7 anni 3 mesi e 10 giorni. Clemente, che è difeso dall’avvocato Luca Cianferoni, nonostante la condanna, è tornato libero per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare.
L’articolo Inchiesta Maredolce a Brancaccio, 15 condanne e una prescrizione – BlogSicilia
www.blogsicilia.it è stato pubblicato il 2025-01-08 20:57:06 da Ignazio Marchese
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