Una riunione tesa, quella che si è svolta ieri per fare il punto sul complesso problema del ritardo dei lavori di spianamento del fondale del primo bacino portuale, dell’ingombro dei cassoni del cantiere per la realizzazione del nuovo molo crociere e del rischio che questi aspetti rappresentano per l’ormeggio delle navi da crociera al Molo Garibaldi.
Il problema è noto: senza il dragaggio del fondale dello specchio acqueo esterno a Molo Italia e di fronte alla testa del Garibaldi, le immense navi passeggeri, in particolare quelle che attraccano con la prua verso monte, hanno necessità di manovrare all’interno del primo bacino, ma in quella zona stanno per essere sommersi i cassoni per la costruzione del molo.
Le compagnie di crociera hanno lanciato l’allarme nelle scorse settimane e ieri l’Autorità di sistema portuale si è interfacciata con i rappresentanti di Carnival, Costa crociere e Royal Caribbean, la Capitaneria di porto e i piloti del porto per fare il punto della situazione.
I tecnici e il commissario straordinario dell’Adsp, Federica Montaresi, hanno avanzato la proposta di procedere con il cantiere del molo crociere sino all’incirca a un terzo del totale, fermando i lavori solamente a partire dal mese di maggio, così da poter incassare tempo per ottenere l’approvazione per lo spianamento dei fondali e nel mentre stoccare i cassoni che saranno sfornati dalla fabbrica presente al Molo Enel al ritmo di uno ogni 15 giorni, in un’area che sarebbe già stata individuata.
La proposta (qua sopra), nonostante avesse il parere positivo della Capitaneria di porto e dei piloti, per il momento è stata cassata dai rappresentanti delle compagnie perché hanno ritenuto che sia necessaria una verifica dell’ipotesi tramite una simulazione effettuata da una ditta specializzata. Secondo gli armatori, in particolari quelli di Aida e Royal Caribbean, che portano le navi più grandi e che accostano al Garibaldi col lato di dritta, già la presenza di pochi cassoni (meno di quelli previsti dall’Adsp) sarebbe già sufficiente a rendere pericolosa la manovra. Di fatto sono state chieste garanzie maggiori dal punto di vista tecnico, con una simulazione realizzata ad hoc, altrimenti le navi previste alla Spezia dalla prossima primavera potrebbero essere portate altrove. La dead line posta dalle compagnie è la fine del mese di novembre, dopo di che potrebbe materializzarsi il disastro.
Nel corso del dibattito il commissario Montaresi ha spiegato che per quel che riguarda il dragaggio del fondale non sono ancora arrivate le risposte attese dalla Regione. Una notizia che ha reso il quadro ancora più inquietante.
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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-11-08 22:04:03 da
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