Aveva 4 anni quando vide per
l’ultima volta suo padre Francesco, molisano poi morto a
Marcinelle, in Belgio, nella miniera di carbone di Bois du
Cazier l’8 agosto 1956, nell’incendio in cui persero la vita 262
lavoratori, di cui 136 italiani. A 67 anni dal rientro in
Abruzzo delle salme dei minatori scomparsi nella tragedia,
Michele Cicora sta ancora cercando il corpo del padre e da tempo
porta avanti una battaglia per il riconoscimento delle salme
senza nome, nella speranza di riportare a San Giuliano di Puglia
(Campobasso) i resti del genitore. Oggi 24 novembre, in
collegamento da Londra, Cicora parlerà della sua esperienza e
dell’importanza di coltivare la memoria storica a un centinaio
di studenti di seconda media dell’istituto comprensivo di
Manoppello (Pescara), nell’ambito della iniziativa “Insieme per
Marcinelle”, in occasione delle celebrazioni del 26 novembre
1956, data in cui giunsero a Pescara le prime salme dei minatori
abruzzesi morti nell’incendio.
Gli studenti ascolteranno anche le testimonianze di Davide
Castellucci e Nino Di Pietrantonio, rispettivamente presidenti
delle associazioni “Per non dimenticare Marcinelle” di
Manoppello e “Minatori Vittime del Bois du Cazier” di
Lettomanoppello.
Domenica 26, poi, le cerimonie di deposizione delle corone di
alloro nei Comuni di Manoppello, Lettomanoppello e
Turrivalignani, e il convegno “Marcinelle, io non dimentico”,
nella sala consiliare del Comune di Lettomanoppello alle 10.30.
All’incontro, moderato da Geremia Mancini, nel corso del quale
sarà proiettato il filmato originale dei funerali svoltisi a
Pescara nel 1956, prenderanno parte oltre a Castellucci e Di
Pietrantonio e ai sindaci di Manoppello, Lettomanoppello e
Turrivalignani (rispettivamente Giorgio De Luca, Simone Romano
D’Alfonso e Gianni Placido) anche due ospiti dal Belgio: Coletta
Ista, direttrice del Bois di Cazier, e Alain Forti, custode
dell’archivio.
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www.ansa.it è stato pubblicato il 2023-11-24 12:01:07 da
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