Ipotesi Cpr ad Albenga, Pd: “Contrari, ci indigna l’ennesima sfida lanciata alla cultura dell’accoglienza”

Ipotesi Cpr ad Albenga, Pd: “Contrari, ci indigna l’ennesima sfida lanciata alla cultura dell’accoglienza”


Albenga. “Il ministro Piantedosi in visita a Ventimiglia, seguendo a ruota la sua Premier, ha per l’ennesima volta dimostrato come questo governo allo sbando altro non cerchi che continue scuse e continui nemici pur di non guardare allo specchio la propria inettitudine e scarsa lungimiranza. L’incapacità pratica di gestire la forte pressione migratoria associata a quella politica di trattare con i partner europei in modo costruttivo sta portando il Paese alla deriva sociale e culturale”. Così il Partito Democratico di Albenga commenta l’ipotesi, emersa ieri dal ministro Piantedosi, di un Centro di Permanenza per i Rimpatri nel territorio ingauno.

“La soluzione proposta di aumentare il numero di CPR (carceri con tanto di cauzione) sparsi per il territorio nazionale non è altro che il solito gioca dello scarica-barile tanto caro al governo Meloni – accusano i dem – Governo che anche nel metodo non si è smentito calando la decisione dall’alto senza consultarsi minimamente con chi rappresenta il territorio (i sindaci innanzitutto). Ovviamente alle dichiarazioni del ministro dell’Interno ha fatto eco un tronfio Toti, quasi orgoglioso di poter mettere un ulteriore tassello nella sua personale lotta contro il ponente savonese (dopo la distruzione della sanità e il progetto del rigassificatore per citare solo un paio di episodi)”.

“Ebbene, noi del Partito democratico, ci diciamo contrari e indignati per l’ennesima sfida lanciata alla cultura dell’accoglienza, della solidarietà, della collaborazione e dell’umanità. Contrari e indignati per un purtroppo diffuso retaggio culturale che ha portato un marito-giornalista a definire ‘transumanza’ dei movimenti di persone (come se fossero animali). Contrari e indignati per lo ‘scafismo di Stato’ che pretende da delle persone disperate l’ennesima tangente per avere la possibilità di autodeterminarsi come persone”.

“Sostiene Richard Sennett: ‘gli uffici e le strade diventano disumani quando vi regnano la rigidità, l’utilitarismo e la competizione, mentre si umanizzano se muovono interazioni informali, aperte e collaborative‘. Tutto dipende da che strade e uffici vogliamo e noi su questo non abbiamo dubbi” concludono.




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