Kuwait, investimenti stranieri e progetti di sviluppo in un mercato in evoluzione



Il Kuwait, piccolo ma influente Emirato nel cuore del Golfo Persico, è adiacente a tre mercati di rilievo: Iraq, Arabia Saudita e Iran. Nonostante le sfide economiche globali e un prodotto interno lordo (PIL) previsto in calo di qualche punto percentuale dalle principali istituzioni internazionali, il dinaro rimane una moneta forte e il Kuwait si conferma una delle economie più stabili della regione, con un’inflazione moderata e una gestione prudente delle politiche monetarie. Notevole, inoltre, è l’apertura al commercio estero, con pochi vincoli alle importazioni e nessuna restrizione sui trasferimenti di capitali.

Il Paese deve ancora lavorare su riforme sostanziali per diversificare un’economia fortemente dipendente dagli idrocarburi, tuttavia, secondo le proiezioni, il settore non petrolifero proseguirà la propria ascesa nel 2024, facendo salire dell’1,3% il PIL non legato al comparto degli idrocarburi.

La diversificazione economica è alla base dell’ambizioso piano di sviluppo Vision 2035 che ha preso avvio nel 2010 con l’obiettivo di trasformare il Paese in un hub finanziario e commerciale a livello regionale e internazionale, capace di attrarre un numero crescente di investitori. Il piano riconosce sette pilastri strategici: riforma amministrativa e burocratica, sviluppo di un’economia diversificata e sostenibile, sviluppo infrastrutturale, promozione di un ambiente di vita sostenibile, miglioramento del settore sanitario, sviluppo del capitale umano, avanzamento del Kuwait sul palcoscenico internazionale. Grande attenzione viene riservata al coinvolgimento del settore privato, che è il focus della terza tappa 2020-2025 delle cinque previste nel percorso per l’implementazione della Vision 2035.

Questo slancio, unito a incentivi per gli investitori stranieri, fa del Kuwait una destinazione potenzialmente proficua per chi vuole cogliere nuove opportunità in uno scenario in continua evoluzione.

 

IL KUWAIT IN BREVE
(fonti: Banca Mondiale, Kuwait Vision 2035, CIA World Factbook)

 

SOCIETÀ

gente 4,3 milioni di abitanti (30% kuwaitiani, il restante 70% di altra nazionalità, principalmente asiatiche)
età media 30 anni
aspettativa di vita 80 anni
crescita della gente 1%
forma di governo monarchia costituzionale (l’attuale capo di stato è l’emiro Misha’al al-Ahmad al-Jaber al-Sabah)
indipendenza 1961, dalla Gran Bretagna
lingua arabo, molto diffuso l’inglese
religione musulmani (75%), cristiani (18%), altre

 

ECONOMIA

andamento del pil -1% (stima 2024); +2,5% (previsione 2025)
pil pro capite 37.700 dollari (uno dei Paesi più ricchi al mondo)
composizione del pil agricoltura 0,4%, industria 67%, servizi 43,6%
esportazioni per il 90% costituite dagli idrocarburi
importazioni veicoli, macchinari, oro e prodotti di oreficeria, medicinali, abbigliamento

 

GEOGRAFIA

posizione compreso nella Penisola Arabica, si affaccia sulla costa settentrionale del Golfo Persico, mentre a nord confina con l’Iraq e a sud con l’Arabia Saudita
superficie 17.820 km2 (Italia 303.000 km2)
territorio prevalentemente pianeggiante e desertico, con 500 km di costa

 

IL COMMERCIO CON L’ITALIA

(fonte: Osservatorio Economico) 

Italia:   14° mercato di destinazione dell’export del Kuwait (quota dello 0,8%)
7° fornitore del Kuwait (quota del 3,9%)
Kuwait: 57° mercato di destinazione dell’export italiano (quota del 0,22%)
70° fornitore dell’Italia (quota dello 0,09%)
Valore dell’export italiano (gen-lug. 2024): 822 milioni di euro
Valore dell’import italiano (gen.-lug. 2024): 300 milioni di euro

 

Kuwait

Intervista all’Ambasciatore Morini, Un crescendo di opportunità

Con il margine a disposizione per diversificare la sua economia, il Kuwait ambisce, attraverso un’ambiziosa strategia di investimenti, a diventare un hub di riferimento per le energie rinnovabili e le nuove tecnologie nella regione, settori che offrono numerose opportunità economiche. È quanto sottolinea l’Ambasciatore Lorenzo Morini, che rappresenta l’Italia in Kuwait, passando in rassegna in questa intervista le aree di attività che potrebbero attrarre le aziende italiane interessate a investire nel Paese.

Ambasciatore, quali sono gli asset del Kuwait oggi? In particolare quali possono essere gli spazi che le imprese italiane possono o dovrebbero tenere d’occhio anche in ottica di investimenti?

“Il Kuwait presenta interessanti opportunità sia dal punto di vista della presenza di aziende italiane nel mercato kuwaitiano, sia dal punto di vista dell’attrazione di investimenti in direzione del nostro Paese. Agli ambiti di tradizionale, forte presenza italiana – oil & gas, costruzioni, sicurezza – si affiancano oggi tutti quei settori che sono oggetto di specifica attenzione da parte delle Autorità kuwaitiane nel contesto del programmato potenziamento delle infrastrutture strategiche del Paese. Produzione energetica e rinnovabili, acqua potabile, telecomunicazioni, cybersecurity, sono solo alcuni esempi di ambiti in cui si prospettano interessanti opportunità per una maggiore presenza delle aziende italiane, qui particolarmente apprezzate per la capacità di offrire prodotti di assoluta eccellenza e di avanzato contenuto tecnologico.

Altrettanto rilevanti sono le possibilità offerte in termini di attrazione degli investimenti dal Kuwait. In linea generale, occorre tenere in considerazione che il fondo sovrano kuwaitiano (Kuwait Investment Authority – KIA) è per dimensioni il quinto al mondo ed è costantemente alla ricerca di opportunità di investimento all’estero. Nello specifico vi è una forte attenzione per i mercati europei e sono da tempo attive delle collaborazioni con istituzioni italiane, in particolare con Ferrovie dello Stato (FSI), che hanno favorito l’afflusso di capitali kuwaitiani in direzione di PMI italiane. Si tratta di esperienze risultate particolarmente produttive e che potrebbero essere replicate anche in futuro, coinvolgendo in maniera più marcata gli operatori privati dei due Paesi. Ciò anche in considerazione delle notevoli capacità finanziarie di buona parte delle aziende kuwaitiane e della crescente attenzione del Kuwait per partnership che facilitino il trasferimento tecnologico e lo scambio di expertise”.

Alla luce del piano di sviluppo governativo, oltre al tradizionale reparto dell’oil & gas, ci sono dei settori da prendere in specifica considerazione, come le nuove tecnologie, le rinnovabili?

“Il Kuwait ha elaborato una strategia di investimento e diversificazione denominata “Kuwait 2035”, che mira a trasformare il Paese attraverso investimenti in settori ad alto contenuto tecnologico, come le energie rinnovabili e l’intelligenza artificiale, o in cui vi sono ampi margini di sviluppo nel tessuto socio-economico kuwaitiano, tra cui il turismo e le industrie creative. Si tratta di ambiti di azione in cui il nostro Paese può offrire prodotti di assoluta eccellenza ed è quindi importante approfittare della spinta per l’apertura del Kuwait impressa dal nuovo Emiro, lo Sceicco Mishal Al Sabah, che ha assunto la guida del Paese nel dicembre scorso.

Altro settore di potenziale interesse per il nostro Paese è quello della salute, che qui sta acquisendo un’importanza crescente anche alla luce del generale innalzamento dell’età media della gente kuwaitiana. Il Kuwait sta ponendo l’accento sulla modernizzazione delle strutture sanitarie e sull’introduzione di servizi e tecnologie mediche avanzate, ambiti in cui le imprese italiane hanno capacità ed esperienza di rilievo globale. Resta infine sullo sfondo l’immutato, enorme potenziale del settore del lusso, che qui mostra un particolare dinamismo alimentato dall’elevato reddito medio della gente kuwaitiana. Le imprese italiane, già ampiamente presenti ed apprezzate in Kuwait, possono contare su una costante richiesta di prodotti di nicchia in tutti i settori di punta del nostro design, dalla moda all’arredamento, passando per la gioielleria di alta gamma e per giungere ai settori dell’automotive e delle imbarcazioni di lusso, qui particolarmente sviluppati”.

Quali sono le esigenze del Kuwait in termini di infrastrutture?

“Il Kuwait presenta importanti esigenze infrastrutturali in considerazione della rapida crescita della gente e dei programmi di sviluppo economico del Paese, a cui si aggiunge la necessità di fare fronte all’usura provocata dall’impatto di un clima particolarmente punitivo. La priorità attuale è l’ammodernamento delle infrastrutture energetiche e idriche, fondamentale per garantire un approvvigionamento stabile dei servizi essenziali, soprattutto durante il periodo estivo in cui le temperature superano frequentemente i 50 gradi centigradi. Vi è inoltre una forte aspettativa della gente kuwaitiana in termini di miglioramento delle infrastrutture stradali, ormai inadeguate rispetto all’altissimo numero di veicoli circolanti nel Paese e spesso in cattive condizioni anche a causa dell’impatto delle alte temperature sui materiali utilizzati.

Va infine rilevato che negli ultimi anni il Kuwait ha avviato investimenti nei settori collegati alla sostenibilità climatica ed ambientale, tema su cui vi è qui una crescente sensibilità. Pur in presenza di favorevoli condizioni per lo sviluppo di centrali alimentate a energia solare o eolica, il Paese sconta peraltro un certo ritardo rispetto agli altri partner regionali.

In linea generale, negli ultimi anni il Kuwait ha privilegiato il criterio dell’economicità delle opere nella selezione delle aziende straniere aggiudicatarie dei bandi pubblici, elemento che ha spesso favorito imprese provenienti da Paesi emergenti. Tuttavia, si avverte una crescente consapevolezza da parte kuwaitiana della necessità di migliorare la qualità e la durata nel tempo delle opere commissionate ad aziende straniere. Allo stesso tempo, dietro impulso del nuovo Emiro, vi è l’impegno del Paese a porre rimedio alla lentezza e all’eccesso di burocrazia che negli ultimi anni hanno scoraggiato molte delle principali imprese straniere occidentali dal garantire una propria presenza attiva in Kuwait. In questo contesto, l’eventuale manifestazione di interesse da parte di aziende italiane verso il Kuwait verrebbe accolta con estremo interesse da parte di queste Autorità”.

Può parlarci dell’entità di importanti progetti infrastrutturali regionali, come quello per l’interconnessione elettrica nel Golfo o ancora quello di collegamento ferroviario con l’Arabia Saudita? 

“L’espansione economica che sta vivendo il Kuwait dagli anni ’50 in poi è stata nel tempo sostenuta anche dai progetti condivisi e dalla collaborazione con gli altri Stati del Golfo. Anche per questo motivo il piano di interconnessione elettrica dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, esteso anche all’Iraq, è qui ritenuto essenziale. La costruzione della rete è iniziata nel 2006 e i lavori sono terminati nel 2011. Ad oggi questa rete garantisce linee di trasmissione ad alta tensione e stazioni di trasformazione per facilitare il flusso di energia tra i Paesi coinvolti, consentendo lo scambio e l’esportazione di energia elettrica nella regione. Il Kuwait ha potuto beneficiare in maniera specifica della connessione elettrica con i partner regionali, ottenendo supporto immediato durante i blackout che si sono verificati nei periodi estivi ed è anche per questo motivo che i kuwaitiani vedrebbero con favore l’ulteriore potenziamento della rete.

Il collegamento ferroviario con l’Arabia Saudita, invece, si trova ancora in una fase embrionale e non è qui ritenuto di pressante attualità. Anche a causa della forte preferenza dei kuwaitiani per l’uso dell’auto in tutti gli spostamenti, il sistema dei trasporti pubblici nazionale non si è mai veramente sviluppato e non vi è nella gente la consuetudine all’utilizzo di collegamenti ferroviari. Allo stato attuale, il Kuwait non ha ancora avviato i bandi per le opere relative alle porzioni del progetto di propria competenza (secondo quanto stabilito dal GCC, la linea dovrebbe partire proprio dal Kuwait ed attraversare l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Oman). Tuttavia è prevedibile che il progredire dell’iniziativa nei Paesi limitrofi possa spingere anche i kuwaitiani a farsi parte attiva, favorendo lo sviluppo di un progetto che costituirà un’enorme opportunità per le aziende italiane del settore ferroviario”.

Si può fare un quadro della presenza italiana attuale in Kuwait? 

“La comunità italiana in Kuwait conta oggi quasi mille unità, con una tendenza in crescita. Si tratta per la maggior parte di connazionali impiegati in posizioni manageriali nei principali settori economici del Kuwait, tra cui quelli dell’oil & gas, dell’energia, delle costruzioni, della difesa, insieme a quelli dell’ospitalità, della ristorazione e del lusso. La comunità italiana include anche alcune centinaia di membri delle Forze Armate che prestano servizio nel contesto dell’Operazione Inherent Resolve di contrasto a Daesh, dislocati presso basi militari a presenza internazionale e sottoposti a frequenti rotazioni. Ad essi si aggiungono i circa 200 impiegati italiani della società di diritto kuwaitiano LAS, controllata da Leonardo, impegnati nel contesto del programma a guida italiana di fornitura della flotta di Eurofighter all’Aeronautica Militare kuwaitiana.

L’Ambasciata d’Italia in Kuwait, in ragione delle dimensioni relativamente contenute della comunità, è in grado di coinvolgere i connazionali nelle attività sociali, culturali e promozionali svolte a cadenza regolare nel Paese e di rispondere in maniera efficace alle esigenze dei nostri cittadini. Uno degli obiettivi che mi sono prefissato dall’inizio del mio mandato è quello di potenziare ulteriormente i servizi e le iniziative offerte in favore della collettività italiana qui residente e contiamo di promuovere, in collaborazione anche con l’Ufficio ICE di Riad (competente per il Kuwait), una serie di eventi per celebrare la qualità italiana in tema di moda, design, arte, cucina e cultura, con la partecipazione di atelier, artisti, musicisti, chef e pasticcieri italiani qui residenti o provenienti dall’Italia. Al contempo apriremo gli spazi dell’Ambasciata per attività culturali e sociali, in cui intendiamo coinvolgere anche i nostri abituali interlocutori kuwaitiani”.

Quali sono le relazioni tra Kuwait e Italia, i possibili sviluppi (anche in chiave europea), i prossimi appuntamenti e in che modo il Sistema Italia è presente?

“Quest’anno si celebrano i 60 anni dall’avvio delle relazioni diplomatiche bilaterali e posso senza dubbio affermare che i rapporti tra Italia e Kuwait sono eccellenti sotto tutti i punti di vista. Il recente incontro a New York, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tra la Presidente del Consiglio e il Principe Ereditario del Kuwait ha confermato il reciproco interesse all’ulteriore rafforzamento di un rapporto molto intenso e sviluppatosi nel tempo sulla base della condivisione dei fondamentali principi del rispetto dei valori democratici e del ruolo centrale del multilateralismo, del dialogo e del rispetto dei diritti umani. L’intensità delle relazioni bilaterali è favorita anche dalla perdurante gratitudine per il ruolo attivo svolto dal nostro Paese nella liberazione del Kuwait durante la prima guerra del Golfo e dalla grande passione ed ammirazione del popolo kuwaitiano per l’Italia.

Il nostro Paese è una delle principali destinazioni turistiche per i kuwaitiani. La moda e il design italiani, ma anche la gastronomia, le località turistiche e le città d’arte, sono qui oggetto di fortissima attenzione, come testimoniato dall’elevato numero di visti turistici rilasciati ogni anno dall’Ambasciata. Nel 2023 è stata raggiunta la quota di 30.000 visti complessivi e solo nella stagione estiva del 2024 ne sono stati rilasciati oltre 13.000. L’obiettivo è quello di ampliare l’offerta di collegamenti aerei diretti Italia-Kuwait, attualmente offerti solo da Kuwait Airways, in modo da soddisfare la crescente domanda locale, tenendo conto anche del fatto che molti cittadini kuwaitiani utilizzano l’Italia come base di partenza per visitare altri Paesi dell’area Schengen e conoscere la bellezza e la diversità del nostro Continente.

Vi sono tuttavia ampi margini di manovra per approfondire ulteriormente i rapporti italo-kuwaitiani. Un elemento su cui dovremmo a mio avviso puntare è il rafforzamento dell’interazione tra le istituzioni accademiche e i think-tank dei due Paesi, anche in vista di una maggiore presenza di studenti e ricercatori kuwaitiani nelle Università e negli Istituti italiani. La limitata diffusione in questo Paese della lingua italiana e la scarsa conoscenza delle offerte formative in Italia anche in lingua inglese sono elementi che influiscono negativamente sulla presenza di studenti dal Kuwait. Da questo punto di vista sarà importante accompagnare le attività di promozione culturale e commerciale con iniziative specificamente focalizzate sulle eccellenze italiane in materia di formazione scientifica, artistica e tecnica.

Anche per questo motivo è mia intenzione coinvolgere attivamente le Università kuwaitiane nei programmi culturali che stiamo realizzando in questi mesi e valorizzare al contempo in maniera adeguata presso l’opinione pubblica locale le attività italiane di particolare rilievo svolte dalle nostre Istituzioni Accademiche, tra cui per esempio il lavoro svolto dalla Missione Archeologica dell’Università di Perugia sull’isola di Failaka e il nuovo progetto nella costa nord-orientale del Kuwait che verrà gestito dall’Università La Sapienza di Roma. L’obiettivo è quello di ampliare la visibilità delle Università italiane nel Paese, attraverso eventi aperti e iniziative di comunicazione su stampa e social media, in modo da stimolare l’attenzione da parte del pubblico locale e creare l’interesse per possibili collaborazioni da parte delle Istituzioni Accademiche pubbliche e private kuwaitiane”.


Leggi tutto l’articolo Kuwait, investimenti stranieri e progetti di sviluppo in un mercato in evoluzione
www.esteri.it è stato pubblicato il 2024-10-30 13:55:51 da Assistenza tecnica


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