Maria Cristina Bruno è un’ecologa della fondazione Mach e con i suoi collaboratori conduce le campagna di bonifica dei fondali del lago di Lagolo da una specie aliena.
Il gambero della Louisiana, immesso probabilmente con il rilascio di pesci, è presente a Lagolo dal 2012. Portatore sano della “peste del gambero”, vorace e prolifico, ha sterminato i gamberi di fiume tipici del Trentino, ma anche piccoli animali tipici dei luoghi umidi come i rospi.
Eradicarlo completamente non appare possibile, ma la cattura di un certo numero di esemplari può tenere sotto controllo lo sviluppo del crostaceo alieno. Quotidianamente per un paio di settimane i ricercatori della fem hanno posato sui fondali delle nasse con delle esche, e il giorno successivo si recuperano le trappole. L’iniziativa è su impulso del Parco fluviale della Sarca come spiega il presidente Gianfranco Pederzolli e del Comune di Madruzzo.
Gli esemplari catturati vengono analizzati e portati alla Fondazione Mach. La cattura segue quanto disposto dalle direttive europee. I gamberi vengono soppressi congelandoli e poi vengono smaltiti come rifiuti speciali.
Circa 1.500 gli esemplari catturati nel lago di Lagolo, a fronte di una presenza stimata di oltre 5.000.
Il gambero americano (diffuso nel centro Italia) è presente in Trentino anche nel lago Costa in Valsugana dove sono state avviate analoghe campagne di contenimento. Segnalazioni nel lago di Terlago dove a breve cominceranno delle analisi più approfondite.
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