La depurazione a Vadino sarà presto realtà: via libera del consiglio, ma polemiche dalla minoranza

La depurazione a Vadino sarà presto realtà: via libera del consiglio, ma polemiche dalla minoranza


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Albenga. L’inizio dei lavori è previsto per la primavera 2024: così la depurazione di Vadino sarà presto realtà. È questo l’esito della pratica di maggior rilevanza del consiglio comunale di Albenga andato in scena nella serata di ieri. Ma, nonostante il via libera del parlamentino ingauno, non sono mancate le polemiche da parte dei consiglieri di minoranza Eraldo Ciangherotti (Forza Italia), Cristina Porro (Lega) e Diego Distilo (Aria nuova per Albenga). 

Un altro importantissimo risultato raggiunto, – hanno affermato dall’amministrazione Tomatis, – che, in continuità con il percorso iniziato durante l’amministrazione Cangiano, ha dato il via alla depurazione nel 2020 attivando l’impianto di Viale Che Guevara e, oggi, giunge al progetto definitivo di collegamento della stazione di sollevamento fognario di Vadino alla stazione di sollevamento di Viale 8 Marzo a sua volta collegata a Viale Che Guevara e poi al depuratore di Borghetto”.

Il cammino che ha portato al parere, espresso durante il consiglio comunale del 19 settembre, è iniziato nel febbraio 2021, quando Angelo Gallea ha presentato al Comune di Albenga e ad APS il progetto relativo al completamento della depurazione della Città delle Torri, consentendo l’apertura della conferenza dei servizi che ha permesso di candidare il progetto – rivisitato e revisionato – al bando per accedere al finanziamento dei fondi PNRR, poi ottenuti come da D.M. del 9 agosto 2023 n.262.

Soddisfazione in merito è stata espressa dal sindaco di Albenga Riccardo Tomatis: “Il tema della depurazione è sempre stato una priorità per la nostra amministrazione e, prima ancora, per l’amministrazione Cangiano. Il depuratore di Vadino diventerà stazione di sollevamento e rilancio che spingerà i reflui, attraverso nuove condotte fognarie, si valuterà (così come stabilito in emendamento) la possibilità di utilizzare gratuitamente una tubazione già presente ad oggi di proprietà di acquedotto San Lazzaro, verso una vasca di compensazione delle portate – sotterranea e del tutto invisibile – che sarà collocata nel piazzale dell’ex tribunale in via Bologna. Da qui i reflui di Vadino confluiranno nella rete fognaria esistente per arrivare alla stazione di sollevamento di viale 8 Marzo e poi di viale Che Guevara”.

“Si tratta di un progetto nuovo, all’avanguardia, che presta particolare attenzione alla tecnologia e all’ambiente (non ultime le valutazioni relative al taggin climatico, ossia al conseguimento e perseguimento degli obiettivi climatici che prevede una tecnologia green, nel caso di specie anche attraverso pensiline fotovoltaiche che alimenteranno le stazioni di sollevamento)”, ha proseguito. 

“Un passaggio epocale”, secondo l’amministrazione ingauna con Albenga che punta decisa alla depurazione del 100% dei reflui che consentirà il superamento della procedura di infrazione comunitaria e l’ottenimento della bandiera blu.

“Quest’anno non ho dovuto firmare nessuna ordinanza di divieto di balneazione a dimostrazione del funzionamento dell’impianto di Viale Che Guevara e, anche, della costante manutenzione dei depuratori minori a opera dell’ente gestore. Tuttavia ritengo sia impensabile nel 2023 scaricare a mare i reflui. È fondamentale arrivare alla depurazione totale della città e, il parere favorevole al progetto, già finanziato attraverso i fondi PNRR, che abbiamo espresso in consiglio comunale rappresenta un importantissimo, anzi decisivo, passo in questa direzione che otterremo a seguito del completamento dei collegamenti dei depuratori frazionali di Bastia, Campochiesa e Salea (richiesto urgentemente alla conferenza dei servizi) e con l’esecuzione definitiva del progetto di Vadino i cui lavori inizieranno nella primavera 2024 e dovrebbero terminare nell’estate 2026”, ha concluso il sindaco.

Polemiche, però da parte dei consiglieri di minoranza Ciangherotti, Porro e Distilo, secondo i quali “la depurazione di Vadino senza i grigliatori delle frazioni non farà uscire dall’infrazione comunitaria”.

“È bastato andare, ieri mattina, a mezzogiorno, dal dirigente dei lavori pubblici Franca Briano, per esprimere tutte le nostre perplessità su una delibera di assenso ad un progetto di depurazione che non teneva conto del principio di economicità per la messa a disposizione di una tubazione già esistente da parte di Acquedotto San Lazzaro per far subito preparare, all’ultimo momento, un emendamento al sindaco pari pari ‘fotocopia’ di quello anticipato, in capigruppo, dalla minoranza”, hanno affermato. 

“Bene, siamo soddisfatti che la progettazione della depurazione a Vadino, anche se, per com’è stata impostata, non risolutiva sull‘incombenza dell’infrazione comunitaria da anni in corso, comunque grazie al voto unanime di ieri sera, venga inoltrata adesso alla Conferenza dei servizi per l’iter procedurale. Ora ci auguriamo che tutti i passaggi autorizzativi del progetto, fino alla cantierizzazione dell’opera, procedano spediti per consentire l’ultimazione del collettamento di Vadino al grigliatore entro marzo 2026, termine perentorio per la realizzazione dei progetti finanziati con i soldi del Pnnr”, hanno proseguito dalla minoranza ingauna. 

Ad aver accelerato la pratica in consiglio non è tanto una scelta politica dell’amministrazione Tomatis, quanto invece proprio la sentenza della Corte di Giustizia europea contro Repubblica italiana che da fine 2013 ha condannato i Comuni italiani privi di depurazione, tra cui Albenga, a pagare alla Commissione europea una penalità di 30.112.500 euro per ciascun semestre di ritardo nell’attuazione dei sistemi di raccolta e di trattamento delle acque reflue urbane”, hanno aggiunto ancora.

“Ecco perché troviamo insufficiente che la progettazione della depurazione su impulso del sindaco Tomatis abbia escluso i tre grigliatori ‘fuori legge’ di Bastia, Campochiesa e Salea… importanti frazioni ad oggi dimenticate, dove sono per altro stati eletti consiglieri comunali ivi residenti. Con questa ‘dimenticanza’ purtroppo non usciamo ancora fuori dalla scure dell’infrazione europea”.

Quindi un “messaggio elettorale”: “Il centrodestra, se vincerà le elezioni, dal prossimo maggio lavorerà subito perché la depurazione di Albenga raggiunga la quota del 100%. È inammissibile che in mare, ad oggi, sotto gli occhi di un’amministrazione che finge di non sapere, scarichino ancora le fogne di una buona parte delle nostre abitazioni, senza aver ricevuto nessun tipo di trattamento, perché i tre grigliatori sono fuori uso o non funzionano come dovrebbero”, hanno concluso Ciangherotti, Porro e Distilo.



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