S’incendia il fronte di guerra regionale, dal Libano alla Siria, tra Iran, Stati Uniti e Israele, con intensi botta e risposta tra gli Hezbollah sul nord dello Stato ebraico e raid aerei israeliani sul sud del Libano. Un giornalista libanese e alcuni civili israeliani sono stato feriti negli scambi di fuoco, mentre un civile siriano è morto e 8 combattenti filo-iraniani sono stati uccisi in raid aerei statunitensi contro milizie filo-iraniane al confine siro-iracheno. A questi attacchi nella Siria orientale sono seguiti raid con droni contro basi militari Usa compiuti da combattenti sostenuti da Teheran appostati al confine siro-iracheno. Nelle stesse ore il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha visitato le truppe in Alta Galilea e ha ammonito Hezbollah di non «giocare col fuoco». Nel contesto di crescente tensione, la missione Onu (Unifil) schierata nel sud del Libano, ha messo in guardia dal rischio che la spirale di violenza possa prendere traiettorie inaspettate a causa di «errori» che le parti in guerra possono commettere nei quotidiani scambi di fuoco.
In Libano, il reporter di Al Jazeera è stato ferito in diretta tv da un bombardamento israeliano a ridosso della linea del fronte, nei pressi della cittadina libanese di Yarun. Sul lato israeliano alcuni civili sono rimasti feriti nei pressi del moshav di Netùa. Lo scorso 13 ottobre un giornalista libanese, Issam Abdallah, era stato ucciso da colpi esplosi dal territorio israeliano. La guerra tra Hezbollah e Israele era cominciata lo scorso 8 ottobre, poche ore dopo l’avvio dell’offensiva di Hamas da Gaza. Da allora, come riferito dagli stessi vertici del Partito di Dio libanese, 74 combattenti filo-iraniani sono stati uccisi da bombardamenti israeliani. Nei giorni scorsi, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva confermato che il sud del Libano è un «fronte di sostegno» alla resistenza di Hamas a Gaza e un «fronte di pressione» nei confronti di Israele, ribadendo la volontà di Hezbollah di non trasformare l’attuale guerra di logoramento con Israele in un conflitto su larga scala. Nei giorni scorsi tre ragazzine di 10, 12 e 14 anni e la loro madre erano state uccise in un raid aereo israeliano in Libano. E domenica, un casco blu del Ghana è stato ferito da un proiettile lungo la linea di demarcazione tra Israele e Libano. «La situazione rimane molto tesa nel sud del Libano ma la missione Onu lavora 24 ore al giorno sul terreno a ridosso della linea di demarcazione», ha detto all’ANSA Andrea Tenenti, portavoce di Unifil. «Il comandante della missione, il generale Aroldo Lazaro, è in continuo contatto con gli eserciti israeliano e libanese. Siamo l’unica entità che parla nello stesso momento con le parti coinvolte», ha ricordato Tenenti. Gli Hezbollah libanesi hanno contatti diretti con i servizi di sicurezza dell’esercito libanese. E Unifil ha più volte ricevuto messaggi da Hezbollah tramite le forze armate regolari libanesi. «Questa interlocuzione continua con le parti è fondamentale per prevenire errori che potrebbero trasformare questo conflitto in una guerra regionale», ha detto Tenenti.
Leggi tutto l’articolo La guerra s'incendia dal Libano alla Siria. Raid Usa contro mi…gazzettadelsud.it è stato pubblicato il 2023-11-13 21:46:13 da
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