ANCONA – Con l’arrivo delle festività natalizie, Ancona ha iniziato a vivere una delle sue tradizioni popolari più amate e radicate: il canto dei pasquellanti. Questo antico rito, che affonda le radici nella cultura contadina e marinara delle Marche, è un momento di aggregazione, gioia e riflessione. La Pasquella Anconetana vuole far rivivere anche ai giorni nostri questa antica tradizione: nel 2023 si è costituita l’Odv di cui oggi fanno parte circa 25 persone. La sede dell’associazione è presso la parrocchia di San Michele Arcangelo al Pinocchio. I gruppi di cantori itineranti, detti appunto pasquellanti, animano le strade della città e dei borghi portando casa per casa i loro canti di buon augurio e serenità. La parola “pasquella” deriva probabilmente da “Pasqua Epifania,” in riferimento alla celebrazione della Befana e all’inizio del nuovo anno. I brani, accompagnati da strumenti tradizionali come organetti, fisarmoniche, chitarre e tamburelli, raccontano storie di vita, di fede e di lavoro, trasmettendo valori che legano la comunità al proprio passato.
“Quando siamo partiti un anno fa eravamo in 5 – racconta Pietro Biondi, uno dei fondatori- il gruppo è aperto a tutti, e la presenza di donne sta addirittura superando quella maschile. Ci aspetta un ricco calendario di appuntamenti da qui all’Epifania, ognuno può venire quando vuole, non c’è nessun obbligo di presenza”. I pasquellanti che in passato venivano ricompensati con prodotti della terra e spesso si sedevano a tavola con le famiglie contadine per momenti di socializzazione e convivialità, ancora oggi vanno in giro vestiti da pastori portando i canti tradizionali natalizi. Tra i brani più conosciuti e amati “La ninna nanna a Gesù bambino”, “Alla fredda tua capanna”, “Astro del ciel, tu scendi dalle stelle”, “Venite fedeli”, “Abete di Natale”, “E’ notte placida”. “Siamo persone semplici e di grande cuore – prosegue Biondi- non serve neanche essere intonati per cantare con noi. Se qualcuno è stonato come una campana? Vorrà dire che canterà più piano degli altri” scherza. Accompagnati da strumenti come fisarmoniche, mandolino, chitarre, cembali, tamburelli, zampogne e organetti, i pasquellanti intonano canti che raccontano storie di vita, speranza e prosperità per il nuovo anno. I canti, tramandati oralmente di generazione in generazione, rappresentano una forma di folklore musicale che narra delle fatiche e delle promesse della comunità contadina. Nonostante il passare del tempo, la pratica è riuscita a mantenersi viva. Le melodie tradizionali si mescolano talvolta con arrangiamenti moderni, creando una connessione tra passato e presente che rende questa tradizione ancora più viva e coinvolgente.
Un messaggio di speranza per il nuovo anno
Il canto dei pasquellanti non è solo una celebrazione della cultura popolare, ma anche un’occasione per riflettere sui valori di comunità e solidarietà. Portare i propri auguri casa per casa, fermandosi a dialogare con le famiglie e condividere un momento di musica e allegria, assume un significato profondo in un mondo sempre più frenetico e digitale. I pasquellanti anconetani, con il loro impegno, ci ricordano l’importanza delle tradizioni come strumento per mantenere vive le radici e il senso di appartenenza. Una melodia antica, quella della pasquella, che ogni anno continua a risuonare nel cuore della città, rinnovando lo spirito delle festività e unendo generazioni diverse sotto lo stesso cielo.
Prossimi appuntamenti
Mercoledì 18 dicembre alle scuole Collodi, giovedì 19 alle Rodari e Istituto comprensivo “Quartieri nuovi”, poi allo stadio Del Conero e villa Almagià quindi in centro fino a raggiungere il presepio in piazza della Repubblica; il 21 davanti alla chiesa dei Salesiani; il 22 visita a una casa di riposo di Loreto e poi direzione Agugliano; il 23 mattina all’ospedaletto Salesi; il 26 e 29 a Pietralacroce e Porto Antico; il 6 mattina al presepio del Pinocchio e con l’arrivo dei Re Magi si chiude il ricco calendario di presenze.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-12-15 14:44:03 da
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