la mamma partorisce in auto con l’aiuto del papà e dell’operatrice …

la mamma partorisce in auto con l’aiuto del papà e dell’operatrice …



la mamma partorisce in auto con l’aiuto del papà e dell’operatrice …

“Ho fatto solo il mio dovere ed è stata una grande soddisfazione”. E’ stupita del clamore che ha suscitato il caso l’infermiera della centrale operativa del 118 che, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, ha aiutato una coppia a far nascere il loro figlio in auto. Biagio e Anna, residenti a Novafeltria, stavano attendendo il secondo bambino quando improvvisamente si sono rotte le acque. Partiti da casa hanno iniziato a correre verso l’Infermi di Rimini, ma il piccolo Gabriel aveva fretta di nascere e le contrazioni si sono fatte sempre più forti e frequenti con papà Biagio che, allarmato, ha chiamato il 118.

Dall’altro capo del telefono c’era l’infermiera che, con straordinaria professionalità e il sangue freddo che richiedono questi casi, ha preso in mano la situazione. “All’inizio – spiega l’operatrice di Romagna Soccorso che, però, chiede di mantenere il riserbo sul suo nome – la telefonata si è agganciata al 118 della provincia di Pesaro poi, tramite il servizio di geolocalizzazione, abbiamo individuato dove si trovava la coppia. Purtroppo, per problemi alla linea, non siamo riusciti ad attivare la videochiamata e abbiamo fatto tutto a voce”.

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“Il papà era molto agitato – prosegue il racconto – e per prima cosa l’ho tranquillizzato. Ma ho capito che il parto era imminente e, quindi, gli ho detto di accostare l’auto in una zona sicura e allo stesso tempo ben visibile. Mi hanno spiegato che si trovavano nel piazzale di un distributore di benzina a Villa Verucchio e ho attivato l’ambulanza, ma il piccolo aveva decisamente voglia di nascere. Quando ho chiesto al padre di controllare se si vedeva già la testina, mamma Anna ha avuto una forte contrazione e, con quella, Gabriel è uscito del tutto. Mi sono subito preoccupata di far tenere il piccolo al caldo, tenendo accesa la vettura, e capire se stava bene”.

“Papà Biagio era molto emozionato ma, allo stesso tempo, ha seguito passo passo quello che gli dicevo di fare. Quando ci siamo resi conto che Gabriel piangeva subito ho capito che il parto era avvenuto regolarmente e, quindi, ci siamo anche concentrati sulla mamma per controllare che non avesse emorragie. Fortunatamente per lei era il secondo figlio e sapeva come comportarsi ed era già preparata, quindi ho continuato a tenere al telefono il padre per tranquillizzarlo ed è stato proprio lui a dirmi come avrebbero chiamato il neonato. Pochi minuti dopo, comunque, sono arrivati i colleghi con l’ambulanza che si sono accertati subito delle buone condizioni di mamma e figlio per poi portarli in ospedale”.

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“Questa – conclude l’infermiera del 118 – è una bella storia a lieto fine ma, come ho già sottolineato, non ho fatto nulla di più del mio lavoro, E’ stata una bella soddisfazione ma, sicuramente, il merito non va solo a me, ma a tutto il lavoro di squadra fatto coi colleghi. Una esperienza importante che fa bene all’anima e ci ricompensa degli sforzi che facciamo per gestire al meglio queste situazioni non facili”.

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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2025-01-21 18:01:00 da


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