BARI – Tavoli chiusi, strade deserte, turisti a bocca asciutta: è cominciata questa mattina la serrata delle signore di Bari Vecchia, che protestano dopo i controlli e «scioperano» chiudendo i banchi abusivi. Tuttavia si tratta di una protesta non uniforme, in quanto alcune hanno deciso comunque di esporre la merce, tanto che le signore starebbero battibeccando fra loro per il fatto di non essere compatte. E dopo circa un’ora e mezzo la situazione sarebbe tornata alla normalità.
Lo stop però continuerà anche nella giornata di domani, 17 novembre. Angelo Caputo, marito di Nunzia, la capostipite delle pastaie, spiega: «E’ una protesta perché tutti ci stanno dando addosso, ora basta. Perché noi facciamo le orecchiette vere, fatte da noi. Quelle degli altri non sono industriali, sono secche per consentire ai turisti di portarle in viaggio con loro fino a casa. Non è vero che vendiamo le orecchiette industriali, sono tutte fesserie, hanno messo questa voce in giro».
La protesta, prosegue, «è anche nei confronti del Comune di Bari che ci deve mettere in regola: noi vogliamo pagare le tasse e fare tutto il necessario ma loro ci devono mettere nelle condizioni di lavorare». Lo sciopero, assicura, «proseguirà per un altro giorno, non di più: ci dispiace per i turisti che sono venuti a chiedere dove sono le orecchiette e come mai non ci fossero le signore a produrle come sempre, e noi abbiamo spiegato tutto».
Negli ultimi giorni le esperienze culinarie di Bari vecchia sono tornate al centro della cronaca. Dopo l’intervento del sindaco Vito Leccese sulla necessità di trovare «una forma condivisa» con le note pastaie delle orecchiette, anche la Rai ha aggiunto carne sul fuoco denunciando i ristoranti abusivi della città vecchia. In particolare, le telecamere nascoste di «Mi manda Rai Tre» sono entrate negli «home restaurant», i ristoranti fatti in casa, frequentatissimi dai turisti. «C’è chi non si preoccupa delle apparenze – scrivono – chi il ristorante lo fa nel salotto di casa, prepara i piatti nella propria cucina, senza pagare le tasse e senza alcuna tutela per la salute di chi ci mangia. State per vedere un viaggio nei ristoranti abusivi d’Italia. Ognuno coi suoi trucchi, tutti in condizioni igieniche inaccettabili. Eppure qualcuno ci mangia».
Nel servizio i giornalisti entrano in «una specie di scantinato con un tavolo e quattro sedie», che condividono con due turisti tedeschi. Vicino al tavolo, fanno notare, c’è una sedia con la pasta fresca e, insieme, «i vestiti usati della signora». Le orecchiette sono inoltre poste su dei telai vicino al muro che, a causa dell’umidità perde intonaco. Le telecamere riprendono anche la pastaia mentre recupera dall’appartamento una busta di orecchiette da vendere fuori ai turisti, i quali «non sanno – dicono – che erano a mezzo metro dalle ciabatte della signora».
Leccese: «È nostro interesse tutelare la tradizione, ma devono essere consapevoli del rispetto delle regole»
«Le artigiane di Bari vecchia che con la loro manualità e la loro veracità hanno animato alcune strade del borgo, oggi hanno una grande responsabilità nell’essere protagoniste del loro destino. Se vogliono, ma ne devono essere convinte e consapevoli, potranno essere accompagnate dall’amministrazione comunale in un percorso virtuoso che consenta di tenere in vita tradizione, appeal turistico e rispetto delle regole. Questa è la strada, l’unica possibile, che l’assessore Petruzzelli su specifico mandato sta verificando e praticando». Lo ha detto il sindaco di Bari, Vito Leccese, a proposito delle proteste delle pastaie di Bari vecchia. «Il Comune – aggiunge – ha interesse a tutelare una tradizione che risale ai nonni dei nostri nonni. La strada delle orecchiette esercita un richiamo turistico straordinario perché è sempre stata fino ad ora testimonianza di autenticità e tradizione. Tutto ciò va salvaguardato, unitamente alla tutela dei consumatori e degli acquirenti».
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-16 10:51:22 da Redazione online
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