La verticale di Gravello: 35 anni di storia in un calice di vino ro…

La verticale di Gravello: 35 anni di storia in un calice di vino ro…


CIRÒ MARINA In un calice di vino di rosso Gravello, annata 1990,  è racchiusa  la storia di 35 anni di attività, di fatiche, di agronomia, enologia e scienza condotte nella azienda Librandi di Cirò marina.
Narra  il fluire del tempo, delle stagioni e delle vendemmie la  verticale del  Gravello che pone davanti a tutti i nostri sensi il confronto nel calice della vita evolutiva di un vino.
Ben organizzata e appassionatamente raccontata dalla Fondazione italiana Sommelier  il cui presidente Domenico Pate ha aperto la serata in un salone con 50  Wine lover e due relatori d’eccezione Paolo Lauciani  e Paolo Librandi.
Serata storica che propone la verticale partendo dal Gravello 2022  e a seguire le annate 2015-2012-2003- 2001 e dulcis in fundo 1990.
Ribaltiamo  la sequenza degustativa come avviene tecnicamente  dal più giovane al più vecchio e  partiamo dal 1990 per raccontare come è nato, cosa ha rappresentato questo vino e quale il suo futuro.
Il  Gravello è stato il primo vino che emula il modello “Supertuscans”,  dal taglio e carattere internazionale destinato a raggiungere l’ovest e l’est dell’Europa e dell’altro mondo. Un vino che cambia la filosofia stilistica dell’enologia del sud e subito diventa  iconico.  A buon ragione definito dalla stampa “Supercalabrian”.
Nel blend Gaglioppo 60% e Cabernet Sauvignon 40 % è la prima alchimia che s’inventano Antonio e Nicodemo Librandi e l’enologo Severino Garofalo, che  trovano la sintesi, dopo sperimentazione, in questo rosso corposo, dove il Cabernet supporta in profumi ed intensità gusto olfattiva  un Gaglioppo che mantiene il suo imprinting locale, nato e cresciuto  in un terreno argilloso-calcareo, magro, nel cru Arcidiaconato, dove la salinità attribuisce sapidità e fa rima con longevità.
E se non fosse così, a 35 anni, il vino non avrebbe il massimo della sua integra maturità che sorprende ancora per colore stabile, rosso  granato, potenza, eleganza e morbidezza che persistono, dimostrando l’evoluzione del  carattere, grazie all’affinamento per 12 mesi in barrique  e  6 mesi in bottiglia.
Oggi appare ancora più magico il sorso per quello che i fratelli Librandi crearono  e forse inconsapevoli di un vino bevuto 35 anni dopo. Inimmaginabile.

La verticale di Gravello: 35 anni di storia in un calice di vino ro…

Paolo Librandi all’epoca bambino racconta questa storia con emozione ed orgoglio, consapevole oggi con gli altri contitolari della Cantina, di avere raccolto il testimone di un vino iconico, portabandiera definito all’epoca, prodotto in 45.000 bottiglie che raggiungono la Danimarca, la Svizzera e la Germania.
Il sommelier Paolo Lauciani ne esalta le note eteree al naso di varie intensità ed essenze mediterranee, gusto equilibrato e elegante e che richiama un sorso dopo l’altro per trattenerlo e non staccarsene. Soddisfatto di avere offerto questa occasione memorabile per ogni Wine lover, unica e forse irripetibile, è il presidente della FIS  Calabria Domenico Pace.
Una sequenza di annate che si differenziano per stagione climatica che ne detta la vendemmia ma che obbliga il fattore umano a governarla e ad addomesticare i due vitigni, diversi in tutto ma che diventano un unicum. 
E quindi assaporando il sanguigno rosso Gravello 1990 si scopre che è fatto di terra, di pioggia, siccità, sole, sale e  vento e soprattutto di Antonio e Nicodemo partiti per “Terre lontane” ma lasciandoci il “Segno”.    

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-03-19 17:21:31 da Redazione Corriere


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