La vita di nostro figlio non vale così poco

La vita di nostro figlio non vale così poco



I genitori e parenti di Giuseppe Tucci, il vigile del fuoco 34enne ucciso a pugni dal buttafuori 29enne Klajdi Mjeshtri al culmine di una violenta lite fuori dalla discoteca Frontemare di Rimini, erano sconvolti alla lettura della sentenza che condannava il ragazzo di origine albanese a 12 anni per omicidio preterintenzionale. Il gup, infatti, ha derubricato l’accusa di omicidio volontario non accogliendo la richiesta di una pena di 20 anni formulata dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Sono stati momenti di tensione nell’aula del Tribunale quando amici e famigliari si sono rivolti contro Mjeshtri, apparso molto provato dopo un anno di carcere e rimasto sempre in silenzio nel box degli imputati, per urlargli in faccia tutta la loro rabbia tanto che, per precauzione, il 29enne è stato fatto allontanare dagli agenti della Polizia Penitenziaria. “Ti daranno un premio”, sono state le grida, o “In Albania eri già sotto terra”. Parole dure anche nei confronti del gup Vinicio Cantarini: “Se siete padri mettetevi una mano sulla coscienza”.

Straziati dal dolore papà Claudio e mamma Lella col primo che ha contestato apertamente la decisione del giudice mentre, la mamma, si è lasciata andare ad un pianto disperato: “Ce lo hanno ucciso una seconda volta”. “La sentenza è per gli assassini e per i delinquenti – ha aggiunto il padre. – E’ impossibile che un assassino, che ha ucciso nostro figlio senza pietà, se la caverà con quasi niente. Non me ne intendo di legge ma 12 anni sono una presa in giro per i genitori e per tutta l’Italia. Una sentenza che autorizza chiunque ad uccidere sapendo che non succederà niente. Sapevamo che nessuna condanna ci avrebbe restituito nostro figlio ma ci avevamo creduto. Le testimonianze, le perizie e le accuse erano concordanti sul fatto che avesse ammazzato Giuseppe senza pietà”.

“La vita di mio figlio – ha aggiunto mamma Lella con le lacrime agli occhi – non può valere 12 anni. Questa non è giustizia. Cosa gli dirò a suo figlio adolescente quando dovrò spiegarli la sentenza? Non è voluto venire a Rimini per il processo e mi ha detto ‘nonna poi mi farai sapere’. Non è possibile che la legge ci tratti così. Non ci interessava che questo assassino si prendesse l’ergastolo, perchè nessuna pena ci avrebbe ridato nostro figlio, ma che almeno venisse riconosciuta la sua intenzione omicida. Avevamo già una rabbia dentro di noi ma, oggi, questa sentenza ce l’ha raddoppiata anche se il nostro avvocato ci aveva avvertiti che c’era questa possibilità”.

“La legge è questa – prosegue Claudio Tucci – ma purtroppo non sono stato pronto. Questa decisione è arrivata come una pugnalata, mi hanno ammazzato di nuovo così come a mio moglie e a mia figlia. Non è stato un incidente di una scazzottata ma un vero e proprio assassino col buttafuori che ha infierito su mio figlio anche quando era a terra oramai esanime”.

“E’ passata la linea della difesa – ha concluso Antonio Tucci, fratello di Claudio e zio di Giuseppe – anche se, a mio parere, è stata alquanto raffazzonata. Non ho capito perchè il giudice ha sposato la liena difensiva e non quella oggettiva del pubblico ministero. L’arringa dei difensori mi è sembrato un arrampicarsi sugli specchi ma, purtroppo, ha funzionato. L’unica cosa che posso dire è che questo assassino, quando uscirà dal carcere e tornerà a casa, avrà la stessa età di Giuseppe ma mio nipote non tornerà mai più a casa”.

La vita di nostro figlio non vale così poco


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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-10-18 18:13:29 da


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