GROSSETO. Era una chiusura normale per il titolare di un’attività in centro storico, quando all’improvviso, dopo le 23, è entrato un giovane di origini tunisine, che sembrava avesse bevuto troppo. Il ragazzo di 18 anni ha chiesto una birra, ma quando l’uomo gli ha detto che poteva dargliela solo in un bicchiere di plastica è scattato qualcosa.
Il 18enne ha iniziato a dare in escandescenze: ha iniziato ad urlare contro l’uomo e a spintonarlo. Poi, una volta uscito, ha preso le sedie all’esterno del locale ed ha iniziato a lanciarle verso la porta d’ingresso. Un’aggressività che ha mostrato anche agli agenti della volante della polizia intervenuti sul posto.
Il giovane era già stato arrestato pochi mesi fa perché si era introdotto in una casa per rubare e su di lui pendeva il divieto di dimora nel comune di Grosseto.
Il 18enne era visibilmente alterato e quando gli è stata negata l’ennesima birra in vetro ha dato in escandescenze. Urla, spinte e sedie lanciate verso il locale che hanno spaventato il titolare e il figlio, che hanno avvertito subito le forze dell’ordine. Ma ormai il giovane si era allontanato.
Una volta che sono arrivati sul posto i poliziotti e mentre padre e figlio stavano raccontando l’accaduto, il 18enne è tornato davanti l’attività. L’uomo lo ha immediatamente riconosciuto e così i poliziotti lo hanno arrestato. Ma anche con gli agenti ha dato in escandescenze: ha iniziato a farsi male dentro l’auto. Una volta arrivati in questura, appena gli agenti hanno provato a farlo scendere ha iniziato a spintonarli per provare a fuggire.
Quando non è riuscito a darsi alla fuga ha iniziato a colpire con calci e pugni, ferendo un agente alla spalla.
Una volta in questura gli agenti lo hanno perquisito e addosso il 18enne aveva una dose di hashish, una di cocaina, un coltello e un borsello rubato probabilmente da un’auto.
Nella mattina del 12 giugno il 18enne, difeso dall’avvocata Silvia Tonini, si è presentato difronte la giudice Agnieska Karpinska e la vice procuratrice onoraria Elena Bartalini.
E per lui, come disposto dalla giudice, si sono aperte le porte del carcere, come misura cautelare in attesa del processo, mentre l’avvocata Tonini ha chiesto il termine alla difesa.
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