Landini a Lecce: «Buona uscita milionaria Tavares sarebbe uno schiaffo» – Foto 1 di 4


LECCE – «Proprio perché stiamo chiedendo che si facciano investimenti e si tuteli l’occupazione, sarebbe davvero uno schiaffo in faccia ai lavoratori se invece l’azienda e il gruppo spendesse centinaia di milioni di euro per la buona uscita dell’amministratore delegato», Carlos Tavares. Lo ha detto a Lecce il segretario della Cgil, Maurizio Landini a proposito del cambio al vertice di Stellantis. Landini è nel capoluogo salentino per partecipare ad iniziative della Cgil locale per gli 80 anni della fondazione della Camera del Lavoro.

«Il caso Stellantis conferma la necessità che noi chiediamo da tempo, che la presidenza del Consiglio convochi il gruppo dirigente di Stellantis e i sindacati per discutere su quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese visto che succede ciò che non succedeva dagli anni ’50, ovvero quest’anno si produrranno negli stabilimenti italiani poco più di 300 mila auto contro una capacità produttiva di quasi un milione e mezzo. Numeri che dicono che è necessario avere chiaro che investimenti si fanno e che modelli si realizzano». Lo ha detto a Lecce il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

«Il Decreto Sicurezza? Stanno pensando di fare una legge che fa diventare un reato se i lavoratori per difendere il posto di lavoro occupano una fabbrica? Sta diventando un reato se per scendere in piazza difendo l’industria del mio territorio? Sta diventando un reato se blocco la strada perchè mi stanno licenziando? Che sicurezza è? Chi glielo chiede? La vera sicurezza è non esser precario, la vera sicurezza non è morire sul lavoro». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a margine della rappresentazione dello spettacolo teatrale Memorie d’Arneo al teatro Paisiello di Lecce. Il leader sindacale oggi partecipa nel capoluogo pugliese alle celebrazioni per gli 80 anni della Camera del Lavoro.
«Questa – ha aggiunto Landini – è la vera sicurezza che oggi non viene affrontata. Ce lo vogliamo dire in italiano? C’è un sistema liberalizzato di subappalti a cascata, senza vincoli, che rischia di favorire anche l’infiltrazione mafiosa. Ogni giorno c’è una media di tre persone che muoiono sul lavoro e sta aumentando anche il numero delle malattie professionali. Qui ci si continua a girare attorno. C’è un modello di fare impresa affermato in questi anni che uccide».

«Siamo di fronte ad un passaggio che riguarda anche il cambio di prodotto, di concezione della stessa mobilità. Quello che l’Europa sta pagando, le produzioni in Europa rispetto agli altri Paesi, è il ritardo con cui ci si sta muovendo proprio sul piano delle politiche di investimento e di innovazione. Il cambio della concezione di mobilità significa avere delle politiche non solo italiane ma europee che affrontino questo passaggio. Noi da tempo stiamo chiedendo che venga costituito, così come è stato fatto con il Covid quando l’Europa ha messo a disposizione soldi sia per sostenere il reddito sia per gestire un passaggio di questa natura, un fondo europeo che sia in grado di gestire una trasformazione di questa natura senza che ci siano licenziamenti, senza che le persone rimangano senza reddito anche in un’ottica di trasformazione, di cambiamento del modello. Lo stiamo chiedendo sia in Italia che in Europa ed è una cosa su cui anche il sindacato europeo si sta battendo», sottolinea Landini.

E sull’Ilva aggiunge: «Le notizie di queste ore credo che rendano sempre più evidente che il nostro Paese è dentro una crisi industriale che da un pò di tempo viene negata. Sono 19 mesi che sta calando la produzione industriale nel nostro Paese. In questi 19 mesi hanno continuato a raccontarci che andava tutto bene, che crescevamo. L’Ilva è uno degli esempi che abbiamo: un Paese per rimanere industriale deve avere un’industria della siderurgia degna di questo nome, deve avere un sistema industriale che affronta la questione automotive e della mobilità».

In occasione delle celebrazioni a Lecce il segretario della Cgil ha poi aggiunto sul tema dell’autonomia differenziata: «C’è un messaggio molto forte, che è quello di fare sistema, cosa che non si sta facendo, e contrastare la legge sull’autonomia differenziata che pensiamo sia una strada che porta a sbattere tutto il nostro Paese e a non affrontare i problemi che abbiamo».

«Gli investimenti e il creare lavoro – ha proseguito – sono anche la condizione per impedire quello che purtroppo da troppi anni sta succedendo e cioè che c’è un numero sempre più alto di giovani, laureati e diplomati, che se ne va via dal nostro Paese. Noi siamo un Paese che sta invecchiando e abbiamo bisogno non solo di avere persone anche da altre parti del mondo che vengano da noi, ma di valorizzare fino in fondo le intelligenze che abbiamo e invece le stiamo disperdendo». Per Landini «c’è il problema del lavoro, c’è il problema delle infrastrutture e c’è la necessità di dare vera attuazione al Pnrr per rilanciare con forza gli investimenti». 

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-12-02 18:39:57 da Redazione online


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