L’AQUILA – “Il saluto a Padre Quirino di quella parte della comunità aquilana da sempre vicina ai suoi valori e alle sue opere è stato particolarmente toccante e partecipato, semplice come lui avrebbe sicuramente desiderato. Padre Quirino è stato un protagonista della Chiesa che ho sempre voluto. La Chiesa che porta la parola di Dio dove c’è dolore, sofferenza e miseria, dove c’è tanto bisogno di opere concrete, in parole semplici la Chiesa di Papa Francesco e del Cardinale Zuppi. La Chiesa dove gli ultimi non sono un problema da gestire, ma persone che, oltre al cibo, alla salute e a un tetto sotto il quale dormire, hanno diritto alla loro dignità di esseri umani”.
Lo scrive in un comunicato Alfonso D’Alfonso, coordinatore regionale Demos. “Padre Quirino – continua D’Alfonso – è stato soprattutto un Uomo di Chiesa immerso nella complessità contemporanea, un uomo di grande cultura, sia teologica che letteraria, saggista e comunicatore che ha avuto la forza di farsi testimone del più scomodo e rivoluzionario degli eletti al soglio di Pietro: l’Eremita del Morrone, colui che ha osato avviare la più radicale riforma delle gerarchie cattoliche devastate dal lusso e dalla corruzione. Essere un seguace di Celestino V è già di per sé una scelta politica forte e radicale che non ammette compromessi né titubanze, una scelta per cui il sì è sì e il no è no, e il resto appartiene al maligno”.
“Ma quanto grigio ho visto, quanta ipocrisia da parte di coloro che da un lato rendono omaggio a un vero costruttore di Pace – una persona che ha fatto dell’accoglienza ai migranti, sia politici che economici, una scelta dirimente – e ne rivendicano la comunanza dei valori, dall’altro ogni giorno impunemente si nutrono della cultura del riarmo e della costruzione dei muri! Non si può ignorare il massacro di bambini, donne e malati sulle sponde del ‘mare nostrum’, non si possono alimentare conflitti devastanti o la costruzione di lager e poi definirsi estimatori di Padre Quirino. A tutto c’è un limite! Non si può essere tifosi di Trump ed estimatori del discepolo di Celestino, difendere la costruzione dei muri e voler demolire la dimora dei Celestiniani”, prosegue l’esponente di Demos nel comunicato.
“Mi ha commosso lo straziante dolore di Pierino che parla al ‘Fratello di tante avventure di carità e solidarietà’, dolore sopportato con grande dignità, di chi sa che deve continuare una missione che non può conoscere battute d’arresto in una società dove gli egoismi e le ingiustizie sociali e civili sono sempre più crudeli e violente. È di straordinaria forza il suo messaggio di speranza quando si riferisce a colui che siede al cospetto del Signore e continuerà a guidare tutti coloro che hanno creduto nella sua opera. Sia certo l’amico Pierino che adesso il sostegno al suo impegno e a tutto il movimento Celestiniano per un cammino di pace e solidarietà sarà ancora più forte e convinto perché, oltre ai numerosi seguaci, ci sarà chi veglia dal mondo dei giusti”, conclude D’Alfonso.
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