La filiera composta da 8mila aziende da gennaio a agosto 2022 sta incontrando grandi problemi: il latte viene pagato 39 centesimi al litro, ma produrlo ne costa 59
crisi nera per la filiera del
latte nel Lazio
. Da gennaio ad agosto la produzione calata del 7%, bruciando 25 milioni di euro. quanto stimano le associazioni di settore Cia e Confagricoltura. In regione il giro d’affari annuo di 320 milioni generato da oltre 8 mila allevamenti, 831 bovini e 7.247 ovicaprini. Una differenza dovuta agli alti costi di gestione delle vacche, che ne incentivano la concentrazione in poche ditte. Da queste per arrivano in tutto 300 mila tonnellate di resa contro le 27 mila di pecore e capre. A contribuire sono soprattutto Roma (37,7%) e Latina (30,5%). L’export vale 28 milioni: molto apprezzati i formaggi freschi (66,4%) e stagionati (24,5%), specialmente il pecorino romano.
Tuttavia da decenni il comparto vive una recessione strutturale. Con energia e materie prime alle stelle la ripresa si allontana – dice Italo Pulcini della Cia di Roma –. La soia salita da 50 a 90 euro al quintale, la farina di mais da 22 a 43 euro. Siccit e cinghiali dimezzano i foraggi, pi cari del 50%. E non possiamo risparmiare sull’elettricit che alimenta i macchinari per la mungitura e la refrigerazione. Il margine di guadagno talmente eroso che solo poche imprese virtuose chiudono l’anno in pari. Il nodo principale resta quello dei prezzi. Fino a novembre il latte del Lazio sar pagato 39 centesimi al litro, mentre produrlo costa 59 centesimi. Dal primo dicembre la cifra salir a 63 centesimi, ma le spese per manodopera, manutenzione e strumenti resteranno comunque scoperte. Chiudere un lusso che solo chi non indebitato pu concedersi – afferma Enrico Scorsolini da Confagricoltura –. La grande distribuzione non riconosce gli aggravi. Il sistema delle grandi tenute collassato. Resistono piccole realt familiari, soprattutto nel sud pontino, grazie agli eredi dei capi di bestiame impiantati negli anni Cinquanta. Da allora non conviene pi comprarne. Altro capitolo infelice quello della
Centrale del latte di Roma
, che sul territorio conta 165 allevamenti. Fondata nel 1910 e privatizzata dalla giunta Rutelli nel 1997, oggi l’azienda controllata per il 75% dal Gruppo Parmalat, per il 16% da Finlatte (cordata di 250 imprenditori locali) e per il 6,7% dal Campidoglio. La societ emiliana, guidata ora dai francesi di Lactalis, ha annunciato che da gennaio 2023 trasferir altrove i suoi marchi, pari al 48% del totale. Un’operazione che mette a rischio 160 posti di lavoro.
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Roma iscriviti gratis alla newsletter “I sette colli di Roma” a cura di Giuseppe Di Piazza. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta
cliccare qui.
28 novembre 2022 (modifica il 28 novembre 2022 | 08:17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
roma.corriere.it è stato pubblicato il 2022-11-28 08:17:20 da Mirko Giustini
0 Comments