Le apprensioni di questi giorni sugli aumenti del costo dell’acqua e sulle modalità simil-feudali di implementazione, l’affaticante insufficienza e inefficienza del trasporto pubblico, il continuo misurarsi con lunghe attese per servizi dell’ASL lasciano impronte pesanti sulla qualità della vita quotidiana dei cittadini. E ci ricordano che nella classifica 2024 sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore la nostra bellissima e soleggiata Provincia era al 79o posto tra le 107 province italiane, e non per uno scivolamento accidentale. Basta osservare sul sito de Il Sole 24 Ore il comportamento storico delle classifiche delle Province: negli ultimi 10 anni la provincia di Imperia mostra un netto trend peggiorativo e bassissime posizioni, unica tra le 4 province liguri.
Ad oggi le Istituzioni locali hanno solo rilasciato commenti che definiscono arbitrari i parametri delle classifiche e fuorviante la realtà che ne emerge. Ma è fondamentale notare che prima di essere inseriti nelle formule che generano la classifica finale, i parametri, cioè i 90 indicatori usati da Il Sole 24 Ore, sono quantità oggettive provenienti da fonti statali o comunque certificate, citate e verificabili per ciascun indicatore, che creano automaticamente graduatorie delle province Italiane.
Quindi, le misurazioni e le graduatorie per quei 90 indicatori diventano un’importante fonte di conoscenza a cui attingere e da cui farsi guidare. Da esse impariamo che rispetto ai dati del 2014 o anche solo del 2023, la Provincia di Imperia si è impoverita. Sono diminuiti i depositi bancari, e con il 47% di famiglie che hanno Isee basso siamo alla 97a posizione tra le province Italiane, nel mezzo delle province meridionali. È sempre più costoso acquistare casa, in questa graduatoria Imperia è alla 89a posizione, seguita solo dalle città d’arte e da grandi città del Nord. È costoso anche affittare casa. Probabilmente anche per questo non tratteniamo e non attiriamo giovani laureati (siamo in 103a posizione su 107!), e tra i giovani adulti residenti di 25-49 anni piu del 30% ha una bassa scolarità. Non brilliamo per startup innovative. L’emigrazione ospedaliera è quasi doppia della media Italiana, e non consola l’essere accomunati in questo alle altre province Liguri, esclusa Genova.
L’offerta del trasporto pubblico locale è un quarto della media Italiana e ci relega in 96a posizione; e se potessimo sommare anche i gravi disservizi, saremmo anche più in basso. Specularmente, la Provincia brilla (come tutte le province liguri) per tasso di motorizzazione che non aiuta certo l’ambiente; e almeno in parte conseguentemente, ha un’alta percentuale di mortalità stradale. I dati colgono anche la pessima efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile, che contribuisce a rendere sempre più costoso un bene essenziale quale l’acqua. E per concludere, i dati dell’ecosistema urbano sul numero degli alberi e sul Verde totale ci vedono al fondo delle graduatorie.
I dati, se accurati, sono sempre preziosi, anche quando non vanno nella direzione desiderata. Oggi i dati ci dicono che questa provincia, cosi bisognosa di essere ripopolata e ringiovanita, non ha le condizioni per essere attrattiva a lungo termine. La politica regionale e locale riconosca che non basta più parlare del sole, delle temperature miti, e delle presenze turistiche; e si attivi verso gli obiettivi che cittadini e graduatorie additano.
Mara Lorenzi
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