Le meraviglie di Egnazia in un’immersione: il racconto in un podcast


Un’onda del mare che s’infrange, le voci di una trasmissione radiofonica, l’idea di un video con nudo girato tra le rovine di Egnazia. Ma anche la baracca di un nonno pescatore e la storia di un giornalista che considera la Puglia il suo luogo dell’anima. Questo e tanto altro nel progetto I mari segreti della Puglia, un viaggio tra le meraviglie che si svolge attraverso le puntate di un podcast, immergendosi nelle acque adriatiche, vagando tra l’antichità suggestiva di un’anfora e l’ondeggiare dei pesci.

Un modo diverso di raccontare la bellezza e la Storia, che la Regione Puglia e l’Agenzia Asset hanno affidato a Audio Machineria, che l’ha prodotto in collaborazione con Brand&Soda. Il podcast è scritto e diretto da Dario Cannizzaro, soggetto di  Luca Melchionna,  Sound Design e Mix di  Philippe Gozlan, interpretato da  Alessio Dalla Costa, Annalisa Morsella Nico Carone, Alessandro Anglani, Beatrice Festi, Fabrizio Fontana.

Puntate web in doppia versione, italiana e inglese, che costituiscono una delle tante tappe di un grande programma, quello di Cooperazione transfrontaliera Interreg Grecia-Italia, nell’ambito del progetto CoHeN, Coastal Heritage Network. Ne abbiamo parlato con Luca Melchionna,  presidente di «Machineria – storie che funzionano».

Come nasce l’idea del podcast e di Egnazia?

«In un certo senso è nata in sogno, perché tutti i partecipanti al gruppo di lavoro hanno un debole per le sirene. Seriamente: “I mari segreti della Puglia” nasce all’interno di un lavoro affidato dalla Regione Puglia a noi di Machineria. L’obiettivo era valorizzare il patrimonio dei fari e delle Torri costiere della costa pugliese; architettura, ma anche paesaggio, identità, archeologia. Le meraviglie che rendono possibile il turismo culturale. E questo turismo deve offrire proposte concrete anche a chi ancora non è arrivato a destinazione, e forse non ha nemmeno in mente una destinazione. I podcast hanno una straordinaria facilità di accesso, e lasciano gli occhi liberi di immaginare. Sono lo strumento ideale per raggiungere i pubblici potenziali di un territorio che ha da offrire molto di più delle cartoline. Egnazia è solo uno dei luoghi in cui si svolge la storia: sono tutti carichi di passato, e vuoti di stereotipi».

L’Adriatico è un mare noto, ma anche segreto…

«L’autore delle nostre sceneggiature, Dario Cannizzaro, ha messo in bocca al protagonista della storia questa frase: “In Puglia ti puoi scegliere le albe e i tramonti”. In un certo senso Il segreto dell’Adriatico è che dietro il mare di Venezia, dei pirati turchi, delle spie napoletane a Valona, della Vlora, c’è il fantasma di un altro mare, lo Ionio carico di relitti greci, di cannoni aragonesi e di svasi chimici che gorgogliano sotto l’acropoli di Taranto. Questo incontro tra magia e dolore è ovunque in Puglia. Abbiamo cercato di riprodurlo con i suoni, che non sono affatto i soliti archi arpeggiati dei podcast, ma i mondi sonori del cinema».

Il sub, l’archeologia subacquea e soprattutto il turismo in Puglia, quali sensazioni e quali strategie?

«La Regione Puglia parla spesso di “welfare turistico”, e invita tutto il comparto a immaginare i viaggiatori come “cittadini temporanei”.  Noi lavoriamo sui progetti e sui contenuti, e abbiamo capito che il potenziale turistico dell’archeologia subacquea è enorme. Però va detto chiaramente che quel patrimonio va tutelato in mare. La storia che raccontiamo mette in guardia dai rischi dei furti, ma anche da quello dell’eccessiva musealizzazione, di cui non parla mai nessuno. I relitti appartengono al mare, e averlo in mente può aiutare a capire che il mare non è solo nostro e non solo del nostro tempo».



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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-02-02 11:58:09 da


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