Le opere che Verdi ha lasciato non sono solo musicali ma anche agricole



Nei giorni scorsi si è conclusa la prima parte delle riprese del film di Pupi Avati “Le stanze di Verdi”, riprese che hanno coinvolto diversi luoghi cari al maestro in terra piacentina. In una atmosfera senza tempo, tra le colonne della antica stalla restaurata del complesso dell’Azienda Agricola Bassi ai Ronchi di Baselica Duce, il padrone di casa Piero Carolfi ha ospitato i protagonisti dell’attesissimo film prodotto da Giorgio Leopardi. Oltre a Giulio Scarpati e Marco Corradi itineranti nei luoghi verdiani, attorno al tavolo c’erano Marco Trevisan, preside della Facoltà di Agraria della Cattolica di Piacenza, Giancarlo Pedretti, presidente del Caseificio Stallone di Villanova e Davide Demaldé, autore e studioso di storia locale. Al rumore della pioggia insistente, come nel filò di una volta che era il momento della giornata in cui i contadini si ritrovavano al calore della stalla, la compagnia ha scambiato profonde riflessioni sul contributo di Verdi allo sviluppo del settore agrario, gustando dallo “scudlein” buon vino rosso piacentino. Verdi passava proprio per questa strada quando si recava alla vicina stazione ferroviaria di Fiorenzuola e Piero, depositario di un inestimabile sapere rurale ricevuto dai suoi antenati, racconta di essersi ritrovato sempre più somigliante al maestro e di aver voluto allora continuare a impersonare una presenza che tanto ha dato al territorio. Demaldé ha narrato numerosi aneddoti, fonti orali che Maura Quattrini ha raccolto dai discendenti delle famiglie che lavorarono nelle tenute di Verdi imprenditore agricolo. I personaggi realmente vissuti, come confermato da documenti d’archivio analizzati dallo studioso, ci hanno consegnato un punto di vista genuino ed umano, diverso da quello delle scene teatrali mondiali, quello raccontato nelle stanze delle cascine di Verdi. Pedretti ha riportato, dal libro “Nelle Terre di Giuseppe Verdi” di Quattrini e Demaldé (Mondadori Electa) come il semplice tosone, offerto da Verdi ad alcune delle sue illustri ospiti nei suoi caseifici, lasciava un’impronta di sapori autentici che ancora oggi sono la ricchezza di queste terre. Come ha ricordato il professor Trevisan, le opere verdiane di canalizzazione, per l’irrigazione dei campi e per il contenimento delle acque, come la manutenzione del Canale del Mulino, sono ancora oggi un esempio attuale di progresso e cura dell’ambiente. Alla fine della lunga chiacchierata, assaporando salumi e formaggio, frutti offerti da questa terra industriosa, insieme al regista Riccardo Marchesini e al direttore della fotografia Marco Sgorbati, con tutti i numerosi tecnici, dal fonico, ai cameramen, alla truccatrice, si è applaudito alla conclusione di questa prima ricca settimana di lavoro cinematografico che sugli schermi riserverà interessanti sorprese su un Verdi che, come afferma lo studioso Marco Corradi, non è di Parma, ma di tutta la nazione».


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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-11-01 20:54:41 da


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