le ultime ore, gli sviluppi delle indagini e un dossier da presenta…

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le ultime ore, gli sviluppi delle indagini e un dossier da presenta…

SENIGALLIA – «Andremo avanti, fino in fondo. Per onorare la memoria di Leo e per far sì che venga fatta giustizia». É l’avvocato Pia Perricci, che rappresenta della famiglia del 15enne che si è tolto la vita nella notte tra il 13 ed il 14 ottobre, a parlare in un’articolata conferenza stampa che ha avuto luogo presso l’Auditorium San Rocco. Un’esposizione lunga, che ha riavvolto dolorosamente il nastro della memoria fino a posizionarlo ad oltre un mese fa, quando sarebbero cominciati quegli atteggiamenti molesti, aggressivi nei confronti di Leonardo. Un’escalation che ha portato quell’adolescente gentile, rispettoso, a schiudersi parlando di quanto quotidianamente avveniva. Degli insulti ricevuti, che si vergognava a ripetere perché “certe cose non ce la faccio a dirle”, che lo avevano portato a rivolgersi ad un’insegnante il quale gli aveva spiegato come la scuola fosse obbligatoria, fino a tendere un simbolico ramo d’ulivo a chi lo tormentava, stringendo il giovedì prima la mano ad uno dei bulli “facendo l’uomo”, come dal racconto di Leo rivelato dalla mamma. Un gesto forte, ma che sembrerebbe non aver arrestato quell’onda di molestie che hanno nuovamente l’indomani incupire Leo, fino a quel week-end conclusosi tragicamente.

«C’è dell’altro, di questo ne siamo convinti – spiegano il legale ed i genitori – perché qualcosa deve essere scattato nella sua testa per maturare quella decisione». Messa in atto, peraltro, con una lucidità agghiacciante, il wifi staccato per oscurare la videocamera nella stanza in cui erano custodite le armi, l’uscita dalla casa in ciabatte – dall’uscita posteriore, per non far sentire il rumore della porta chiusa alle spalle – forse frettolosa perché accortosi che il papà lo aveva sentito, la camminata lungo la strada per raggiungere quel posto isolato. Nel quale si è nascosto, con quel maglione di suo padre il quale gli aveva raccomandato di mettersi “perché fuori fa freddo” tolto ed appoggiato prima di premere il grilletto e porre fine alla sua giovane vita.

«Usciranno fuori altre cose, quando riusciremo a guardare il cellulare di Leo», spiega mamma Viktoryia. Un iPhone acquistato da poco (quello vecchio aveva la batteria ormai troppo deteriorata) i cui sistemi di sicurezza, in mancanza delle credenziali per accedere, obbligano ad un lavoro complesso per essere bypassati e permettere così agli inquirenti di analizzarne il contenuto. «Ora il dispositivo è in Germania – spiega l’avvocato – ma mi rivolgo a chiunque possa darci una mano concreta per riuscire nell’operazione. Anche ad un hacker, se necessario, per fare in modo che si faccia luce al più presto su quello che c’è al suo interno». Così come sarebbe probabilmente d’aiuto incrociarlo con i contenuti dei telefoni dei bulli (due ragazzi ed una ragazza, uno dei quali è già stato indicato con nome e cognome). «Mi assumerò la responsabilità di fare un’istanza – prosegue – seppur non prevista dal codice di procedura penale, ma nulla mi vieta di scrivere ad un pubblico ministero, di presentare dei fatti e chiedere delle azioni. Per cui solleciterò la procura affinché prenda in esame l’eventualità di esaminare i dispositivi delle tre persone in questione».

«Mi domando come sia possibile che i professori che hanno fatto lezione a Leonardo, non si siano accorti di nulla, non siano intervenuti. Come mai?», dice la mamma di Leo. «Un ruolo sicuramente omissivo quello della scuola – puntualizza l’avvocato Perricci – perché ha omesso comunicazioni, collaborazione, ma anche sentimenti ed umanità. Non ha fatto telefonate, né condoglianze… nel giorno delle esequie, a mio parere, l’istituto avrebbe dovuto chiudere, in segno di rispetto in un giorno nel quale era stato peraltro proclamato il lutto cittadino. Mi risulta invece che le lezioni siano state regolarmente effettuate. Credo che cambiare la scuola e renderla un posto veramente sicuro per i nostri figli sia un’esigenza irrinunciabile. Per quanto ci riguarda faremo una proposta di legge affinché ci si cominci ad occupare davvero di problemi del genere, di andare oltre libri e nozioni e gettare basi solide per far sì che i bambini e gli adolescenti di oggi diventino gli uomini e le donne del nostro futuro, del nostro domani. Avremo un appuntamento a questo proposito con il ministro Valditara (previsto per il 6 novembre ndr) nel quale consegneremo un dossier: é stato umano, perché ha fatto sentire il suo calore ma ha anche riconosciuto le lacune nella scuola italiana»

Intanto, le indagini Proseguono. «Si stanno allargando – conferma l’avvocato – e so che stanno ancora sentendo tantissime persone, anche al di fuori della classe di Leo. Il reato di bullismo non esiste: noi ci muoveremo puntando sull’istigazione al suicidio, stalking, minacce, moleste. Ma più in generale, ci piacerebbe anche che venga istituito tra gli obblighi scolastici delle varie scuole anche un sorta di osservatorio costante, un laboratorio magari con cadenza settimanale che permetta un tavolo di confronto tra studenti e docenti, che mantenga vigile l’attenzione su questi fenomeni. Andremo avanti non solo per Leo, ma anche per far sì che episodi del genere non succedano più».


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-25 17:19:28 da


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