LECCE – È stata una chiusura d’anno negativa, per il Lecce. Per la sconfitta subita a Como («condita» da una prestazione insufficiente), che ha permesso ai lariani di operare il sorpasso e portarsi a +2 sulla formazione allenata da Marco Giampaolo. Ma anche per alcuni risultati registratisi in zona-pericolo. In prima battuta il successo colto dal Verona (salito a +2 sui salentini) a Bologna. A questo si aggiunga che il Lecce ha perso tre lunghezze dal Parma (vittorioso sul fanalino di coda Monza e balzato a +2 sui giallorossi) e dal Genoa (che ha espugnato il terreno dell’Empoli, issandosi a +3 su Baschirotto e compagni). Proprio il colpo dei rossoblù, però, ha chiarito che i toscani diretti dall’ex Roberto D’Aversa, a dispetto di un inizio di stagione-sprint, dovranno lottare comunque per mantenere un posto in massima serie.
Resta il fatto che, quando manca un turno alla conclusione della fase ascendente del campionato, il Lecce è fuori dagli ultimi tre posti che decretano il declassamento tra i cadetti.
Qualora nella prossima sfida casalinga con il Genoa dovesse arrivare una affermazione, il complesso giallorosso arriverebbe a quota 19, aggancerebbe alcune delle compagini che ha dinanzi e, quel che più conta, supererebbe la boa di metà torneo con un bottino di tutto rispetto. Significherebbe avere messo da parte all’incirca la metà dei punti indispensabili per restare in A o probabilmente anche qualcuno in più se, alla fine dei giochi, dovesse essere confermata la quota-permanenza delle ultime annate.
Insomma, la sfida con il team ligure assume una importanza decisivo, in quanto il Lecce è chiamato a voltare pagina dopo la brutta prova di Como, ma soprattutto per una questione di classifica.
Hanno ragione Giampaolo ed il presidente Sticchi Damiani nel dire che i lariani vantano una cifra tecnica superiore a quella delle altre squadre che sgomitano in basso e a maggior ragione di una formazione salentina falcidiata dalle assenze, ma sarebbe stato comunque lecito attendersi qualcosina in più dai giallorossi. Invece, dopo 45’ di sofferenza, nella ripresa non hanno mai dato la sensazione di potere trovare il bandolo della matassa.
Il Como, comunque, fa parte del passato e bisogna concentrarsi sul match con il Genoa, nel quale bisognerà cercare di conquistare l’intera posta in palio. Al contempo, però, con i liguri sarà vietato perdere.
Insomma, il Lecce avrà tanta pressione e scenderà in campo in una condizione psicologica non facile, con la quale però Wladimiro Falcone e soci hanno già dovuto fare i conti altre volte nelle prime diciotto giornate. In particolare, è accaduto alla vigilia dei confronti con Cagliari, Verona, Empoli, Venezia e Monza. In questi cinque precedenti i giallorossi sono stati bravi ad ottenere 13 punti su 15. Se sapranno essere all’altezza anche con i liguri, meriteranno tanti applausi. Il diciannovesimo turno, tra l’altro, proporrà altri due scontri diretti, Monza-Cagliari e Venezia-Empoli, mentre il Verona riceverà l’Udinese ed il Parma visterà il Torino. In zona-rischio, la graduatoria subirà quindi altri scossoni.
In vista della partita di domenica (ore 15) con i rossoblù, Giampaolo dovrebbe avere a disposizione quattro difensori di ruolo, mentre a Como è stato costretto ad adattare Patrick Dorgu come terzino destro.
Con il «Grifone», rientrerà dalla squalifica di una giornata Frederic Guilbert, espulso nel confronto con la Lazio ed assente contro i lariani. Antonino Gallo, schierato contro Nico Paz e compagni dopo avere recuperato da pochi giorni dall’infortunio che lo ha tenuto fermo per un mese, avrà una settimana di lavoro in più e potrà contare su una condizione migliore. Ai due terzini si aggiungeranno i centrali Baschirotto e Jean.
Giampaolo potrà riportare quindi nel ruolo di esterno alto Dorgu che, impiegato nel tridente offensivo, aiuta Guilbert in fase di ripiegamento ed al contempo accresce la pericolosità dell’attacco. Un contributo del quale si avverte assoluto bisogno negli ultimi trenta metri.
Considerati i numerosi forfait con i quali il Lecce dovrà fare ancora i conti, l’emergenza resterà, ma sarà un tantino meno grave. A centrocampo è improbabile che recuperi Berisha, la cui prognosi (per la contrattura del muscolo sartorio della coscia destra riportata alla vigilia della trasferta di Como in allenamento) è sette-dieci giorni. Se confermato, il forfait dell’albanese è grave perché in rosa non ci sono altri calciatori con le sue caratteristiche (geometrie, visione di gioco, lancio lungo, tiro) per il ruolo di regista e perché era in splendida forma.
Per il Lecce, gennaio è fondamentale anche perché c’è il mercato invernale, dal quale dovranno arrivare i calciatori necessari a colmare le lacune esistenti. In primo luogo in difesa, reparto nel quale servono un esterno destro ed almeno un centrale. Poi in avanti, per la posizione di esterno offensivo. Sarebbe importante inserire uomini già pronti per fare la propria parte nella massima serie italiana perché il loro contributo serve ora.
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-01-02 13:00:01 da
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